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E se l’ascesa prepotente della Cina ponesse le basi per la sua disfatta?

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L’Italia ha firmato il Memorandum of Understanding per la Nuova Via della Seta. Molti giornali atlantisti americani ed italiani (tra cui Atlantico) hanno riportato la notizia come una enorme vittoria della Cina che finalmente ha trovato un Paese del G7 nonché membro fondatore dell’Unione europea, come l’Italia, disposto a firmare il suo gigantesco piano infrastrutturale.

Non occorre negare l’evidenza: questa è sicuramente una vittoria geopolitica della Cina. Anzi è la più grande vittoria sul piano geopolitico della Cina in questi anni in cui ha perseguito espansionismo economico e diplomatico. Sembra avere finalmente ottenuto quel che cercava, avendo trovato nell’Italia il ventre molle attraverso cui insediarsi nel cuore dell’Europa; la cosa non è passata inosservata a Washington come giustamente sottolinea, e con una certa preoccupazione, un tweet del National Security Council americano.

La vittoria della Cina di oggi però potrebbe porre le basi per la sua sconfitta di domani. Questo si ottiene se si applica la logica della “grand strategy” delineata dal famoso politologo americano Edward Luttwak nel suo libro “The Rise of China vs. The Logic of Strategy” (2012: Harvard University Press):

“I passeggeri di un ascensore molto affollato sono costretti a reagire secondo una ferrea logica di autodifesa nel momento in cui un tozzo Signor Cina fa il suo ingresso in questo contesto. Soprattutto se il Signor Cina in questione sta diventando sempre più massiccio in uno spazio brevissimo di tempo, spremendo in questo modo i passeggeri contro le mura dell’ascensore, anche se egli è innocuo e, anzi, affabile. È sicuramente vero che l’affollato ascensore ha dovuto accogliere un ancora più massiccio, brontolone e frequentemente violento Signor America; ma lo ha fatto solo perché il Signor America è stato per molto tempo un compagno d’avventura degli altri passeggieri e quindi quasi tutti sono arrivati ad un accomodamento con la sua gigantesca massa. Ci sono chiaramente delle eccezioni, come Cuba, Iran, Nord Corea, Siria e Venezuela, tutti Paesi però che sembrano testimoniare la rispettabilità del Signor America. Ma c’è un aspetto più importante. Il Signor America non sta aumentando la sua massa in maniera estremamente rapida in modo da compromettere gli accordi del passato; ed è anche di grande aiuto che non ci sembrino esserci forti intimidazioni da parte del Signor America, a causa del suo ordinamento costituzionale democratico.”

La conclusione di Luttwak è contro-intuitiva e per molti versi sorprendente: più la Cina cresce, si rafforza ed aumenta di dimensioni a livello geopolitico, più prepara la sua disfatta. Perché? Impauriti della visibile grandezza del Dragone cinese e dal fatto che egli continua ad aumentare a vista d’occhio, gli altri Paesi non se ne staranno con le mani in mano. Tutto l’opposto: si formeranno delle coalizioni per contenere l’espansione sempre più rapido della Cina.

C’è un importante precedente storico per questo fenomeno, come Luttwak acutamente nota: la Germania bismarkiana (1871-1918). La quale più cresceva di importanza, più preparava le condizioni della sua eventuale dipartita. In altre parole, la crescente stazza della Germania del secolo scorso ha alla fine provocato una rete di alleanze delle altre potenze europee che hanno controbilanciato prima e sconfitto poi quella che interpretavano come una minaccia.

Si potrebbe concludere quest’analisi con un pizzico di ironia. Come aveva giustamente detto Mao Tse Tung, il Grande Timoniere a capo della Cina, la rivoluzione non è un pranzo di gala. Lo stesso vale per la storia dell’ascensore presentato da Luttwak, ovvero la storia delle grandi potenze ha la sua logica ferrea fatta di azione e reazione – ed i suoi esiti, spesso violenti.

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