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Ecco come Teheran fa perdere la pazienza ad americani, turchi ed iracheni

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Si mette sempre peggio per il regime iraniano in Iraq. Qui, infatti, la pazienza non solo degli americani e dei turchi, ma anche quella dello stesso governo di Baghdad guidato da al-Kadhimi, è praticamente finita.

Come noto, lo scorso 25 febbraio gli americani hanno duramente colpito alcune milizie sciite filo-iraniane in Siria, come reazione all’attacco missilistico compiuto dalle stesse milizie contro le forze Usa in Iraq, all’aeroporto internazionale di Erbil, il 15 febbraio. Nell’attacco americano in Siria, a quanto pare, sono morti almeno 22 jihadisti sciiti.

Il 28 febbraio, il Ministero degli esteri turco ha urgentemente convocato l’ambasciatore iraniano ad Ankara, Mohammad Farazmand, per protestare contro le parole dell’ambasciatore iraniano a Baghdad, Iraj Masjedi (non un diplomatico, ma un membro della Forza Qods dei Pasdaran, preposta all’esportazione del khomeinismo e del terrorismo). Ankara ha accusato i gruppi armati curdi di aver ucciso 12 soldati turchi. Davanti alla possibile reazione militare turca, l’ambasciatore iraniano in Iraq aveva invitato la Turchia a non “violare la sovranità irachena”. Affermazioni che hanno fatto infuriare i turchi, i quali hanno invitato Teheran a non opporsi al contrasto del terrorismo portato avanti dal Pkk.

Infine, il governo iracheno: intervistato dal canale tv al-Sumaria, il ministro degli esteri iracheno Fuad Hussein ha dichiarato che gli americani si trovano sul suolo iracheno su richiesta del governo centrale di Baghdad per combattere l’Isis. Richiesta fatta dall’ex premier sciita – tra l’altro vicino all’Iran – al Maliki. Per questo, gli attacchi missilistici delle milizie sciite filo-iraniane non possono essere in alcun modo classificate come “resistenza”, ma devono essere dichiarate come mero terrorismo. Affermazioni durissime, che rappresentano una indiretta condanna alla Repubblica Islamica dell’Iran.

Infine, anche se non direttamente connesso all’Iraq, riportiamo le durissime accuse israeliane all’Iran, in merito ad un attacco contro un cargo di Gerusalemme, MV Helios Ray, avvenuto nel Golfo di Oman domenica primo marzo. Teheran ha respinto le accuse, ma è chiaro che se il governo israeliano ha puntato l’indice contro la Repubblica Islamica, avrà certamente già raccolto delle prove. Israele ha promesso vendetta e gli immediati dinieghi di responsabilità da parte iraniana dimostrano che Teheran teme la possibile/probabile prossima reazione di Gerusalemme. Ricordiamo che l’affondamento di una nave di un Paese straniero è configurabile come un vero e proprio atto di guerra.