Seconda puntata dell’intervista a Matte Galt sulla nuova minaccia alla nostra libertà detta Euro digitale o Central Bank Digital Currency (CBDC). Qui trovate la prima parte, con la spiegazione di cosa sia un Bitcoin ed un riassunto su cosa siano le monete tradizionali, dette Fiat. Prima di ridare la parola a Matte ribadiamo i due concetti essenziali.
Primo: con Libra di Facebook per la prima volta tutti gli Stati del mondo furono messi di fronte ad uno scenario impensabile fino a pochi anni prima: l’emissione di moneta più veloce, meno costosa e più user-friendly da parte di un ente privato con miliardi di utenti. Fu il momento in cui capirono che il loro monopolio monetario globale era in pericolo.
Secondo: con le CBDC, la moneta non sarà più un bene nel diretto possesso delle persone, uno strumento per compiere transazioni economiche e intrattenere rapporti umani e commerciali.
Sarà piuttosto uno strumento politico nel diretto controllo degli Stati. Le persone e le aziende saranno meri utenti di un servizio che sarà usato come leva per incentivare o disincentivare comportamenti economici e non solo.
Riprendiamo dunque il filo della nostra intervista.
Informazione copia-incolla
MARCO HUGO BARSOTTI: Come mai si parla poco o niente dell’Euro digitale? I giornalisti non riescono a capire di cosa si tratta, o c’è una specie di accettazione preventiva (come accadde per il Green Pass)?
MATTE GALT: I giornalisti non capiscono neppure ancora cosa sia Bitcoin, nonostante i suoi 14 anni di vita. Eppure il suo funzionamento è davvero molto semplice e trasparente.
Le CBDC sono invece molto più complicate da capire, perché sono l’evoluzione di qualcosa che ha già poco senso ed è incomprensibile per una specifica volontà politica: la moneta Fiat. Sfido chiunque a spiegare in termini semplici il modo in cui funziona il sistema monetario Fiat. Neanche Christine Lagarde sarebbe in grado di spiegarlo, figurarsi un giornalista generalista.
Questo contribuisce quindi alla diffusione incontrastata di comunicati stampa promozionali da parte delle banche centrali, che vengono copia-incollati dai giornalisti senza alcuno spirito critico.
Un processo poco trasparente
MHB: A che punto è lo sviluppo delle CBDC? È un processo trasparente per cui – ad esempio – un cittadino può candidarsi per la fase di beta test?
MG: Diversi Stati del mondo sono a diverse fasi di sviluppo. Sicuramente c’è una convergenza d’intenti e anche di competenze. Ad esempio, durante il G20 di Bali è stato creato un laboratorio condiviso di due giorni proprio sulle CBDC, per affrontare i principali problemi e criticità di sviluppo.
Oserei dire che il processo è tutt’altro che trasparente. Dovrebbe esserlo, ma non lo è. Anche il sistema monetario attuale dovrebbe essere trasparente, ma come dire…
Addio al conto corrente bancario?
MHB: In un tuo articolo affermi che con CBDC “non sarebbero più necessari conti correnti attraverso i quali la banca tiene traccia di depositi e prelievi, ma sarà sufficiente l’uso di un portafoglio digitale”. Le banche dovrebbero dunque essere ostili a questa moneta. O no?
MG: Le banche commerciali probabilmente avranno un qualche ruolo nella gestione delle CBDC, in base al sistema di governance. Ad esempio su di loro potrebbero ricadere tutte le misure KYC (Know Your Customer, la serie di domande con cui le banche trattano preventivamente da delinquenti i potenziali nuovi clienti) per la creazione e gestione dei wallet personali.
In ogni caso, le banche hanno da tempo smesso di avere a cuore gli interessi di persone e aziende. Il loro principale ruolo attualmente è quello di essere cani da guardia degli Stati, e credo che continueranno semplicemente a farlo.
Il giudice delle transazioni
MHB: Secondo il membro del Consiglio direttivo della Bce Fabio Panetta, “We can protect confidential data while allowing the checks foreseen by law to avoid illicit transactions, such as those linked to money laundering, the financing of terrorism or tax evasion“. A parte che ha dimenticato di citare la pedofilia, cerchiamo di capire a livello tecnico cosa significa. O non significa proprio nulla e i dati sono tutti e sempre a disposizione degli Stati?
MG: È uno slogan orribile. L’idea di “transazione illecita” presuppone che ci sia un giudice delle intenzioni che possa decidere fino a che punto può arrivare la libertà umana prima di essere considerata illegale.
Ricordiamo che libertà di avere transazioni economiche equivale a libertà di pensiero. L’atto di ricevere o inviare denaro è semplicemente un atto con cui diamo concretezza al nostro pensiero.
Decidono gli algoritmi
Inoltre, dobbiamo sempre ricordare che oggi sono principalmente algoritmi che decidono se una transazione è “a rischio” di riciclaggio, terrorismo, o evasione. Questi algoritmi nella stragrande maggioranza dei casi – come ammesso anche dalle banche – danno vita a falsi positivi, che però hanno conseguenze reali sulle persone e sulle aziende.
La definizione stessa di terrorismo è un campo vuoto che aspetta di essere riempito di qualsiasi significato faccia comodo alla narrazione prevalente.
In breve, le CBDC potenzieranno enormemente le capacità di sorveglianza e ingerenza politica degli Stati sulle nostre transazioni economiche, cioè sulla nostra libertà di pensiero e azione.
Nessun controllo democratico
MHB: È possibile che il poco allarmismo su questo progetto derivi dalla incapacità della classe dirigente di comprendere tecnicamente ciò di cui si parla? O, forse meglio, è possibile che l’establishment finanziario faccia leva su questa difficoltà per imporre regole in base alla propria “etica”, evitando il controllo dei parlamenti democraticamente eletti?
MG: I parlamenti nazionali hanno da tempo smesso di avere qualsiasi importanza per quanto riguarda le politiche monetarie. Che lo capiscano o meno in realtà conta poco. Non credo che ci sarà qualcuno che possa fermare a livello nazionale l’evoluzione della moneta di Stato.
Anche perché si tratta di una questione di sopravvivenza: la moneta Fiat è arrivata alla sua fine, le CBDC sono l’ultimo tentativo di mantenere il controllo attraverso uno strumento pensato appositamente per questo.
MHB: Cosa possiamo fare noi cittadini per opporci a questo tipo di progetti?
MG: Informarsi sulla realtà delle cose è già un buon inizio. Seguire le communities di Bitcoiner è un ottimo esercizio mentale anche senza necessariamente voler usare Bitcoin. Ci sono persone molto informate e molto più competenti di me da cui si può imparare molto anche sul sistema monetario attuale.
Poi ognuno farà le sue considerazioni. Sono sicuro che ci saranno molte persone che non vedranno l’ora di usare CBDC, così come per tante altre tecnologie distopiche, come social scoring e identità digitale di Stato.
Tecnologie eterne
Per parte nostra ci permettiamo di aggiungere una sola cosa: quando con il Kindle Amazon introdusse gli e-book, il mondo della cultura all’unisono si oppose con forza. “Io preferisco la carta”, “per me il vero libro resterà per sempre quello stampato” o – come affermava Umberto Eco – “Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta”.
Ecco, noi riteniamo che il contante appartenga alla stessa categoria delle “tecnologie eterne” e ci piacerebbe tanto che gli stessi detrattori dei libri elettronici smettessero con la cantilena della “lotta alla evasione” e ragionassero con noi su libertà e controllo sociale.