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Emergenza sanitaria a fini politici: capaci di tutto pur di allontanare il verdetto delle urne

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Alzi la mano chi ha il coraggio di stupirsi: il Pd con l’appendice 5 Stelle non vuole la libertà, vuol prorogare lo stato d’emergenza per la millesima volta, con il che saremmo (saremo?) a due anni filati, record mondiale. Neanche una guerra convenzionale. C’è tutta una via della seta alla rovescia che spinge, da Pechino fino alle colonne di San Pietro via Speranza, D’Alema, Bersani, Boccia, Zingaretti eccetera e questo conferma quello che tutti avevamo capito: la premura sanitaria non c’entra, è un pretesto come è sempre stato, l’unico scrupolo è non mandare a votare siccome il Pd, con la cura Letta, è più agonizzante che mai. Nessuno scrupolo che il Colle farà finta di niente, se mai andrà ad erogare retorica in qualche scuola, qualche commemorazione.

Dicono gli ultrà del novax: avete visto, voi cavie, vaccinarvi non è servito a niente. Ma la faccenda va completamente rovesciata: cosa hanno risolto i fanatici nel vedere complotti ovunque? Ci sono tanti modi di tenere il punto, di ribellarsi se si preferisce: gli italiani, chi per pazienza, chi per disciplina, chi per obbedienza supina, non ne hanno sposato neanche uno, una parte di loro si è concentrata solo sulla punturina e così crede d’aver fatto il proprio dovere di cittadini informati. Non che i motivi di perplessità non ci siano, anzi più passa il tempo e più il comportamento di tutte le istituzioni coinvolte autorizza a pensare – e a temere – il peggio: adesso siamo al folle cocktail vax, quanto a dire che o un siero vale l’altro o davvero questi, più che cavie, ci considerano vuoti a perdere e chi scrive, nel suo piccolo, può dirlo piano e forte: ho scatenato un minuscolo putiferio, riposando già in fama di novax, una volta accettato di sottopormi a somministrazione. Ma uno che scrive per mestiere, se è tenuto ad accettare che chi lo legge lo capisca a suo uso e consumo, non può però preoccuparsene, anzi è spinto, se onesto, a sgombrare ogni volta il campo da equivoci: mai sostenuto la posizione pro o novax, sempre ribadito due cose, una: la totale libertà di scelta personale, con uguale rispetto per entrambe le opzioni; l’altra: battermi contro le assurde prescrizioni, i veti incrociati, i ricatti terroristici, la strage dei diritti inviolabili, il macero della Costituzione, la persecuzione dei lockdown e delle mascherine en plein air.

E qui si torna a bomba. Se stanno a discutere sull’eventualità di allungare lo stato emergenziale, è perché l’eventualità non c’è, hanno bell’e deciso e queste fughe di chiacchiere sono solo balloon d’essai per preparare la pubblica opinione, ovviamente schierando i sottointellettuali di movimento: pubblicitari al tonno, imbrattacarte impegnate a ribaltare la grammatica, ugole di latta scoppiate da tempo e tutto il resto del bestiario. E se hanno deciso così, allora è più che lecito attendersi una nuova ripresa del coprifuoco in autunno, poi gli argomenti si trovano: la risorgenza del ceppo, la nascita della ceppa, l’espandersi della variante, una nuova pandemia, che a quanto pare attendono tutti con fremiti d’impazienza. Hai voglia. Alle corte: tutto lascia immaginare che le urne saranno ancora bloccate, come vuole la Cina a mezzo Pd. Non sia mai che Giorgia Meloni si arrampichi in cima ai sondaggi. Non sia mai che ‘sta federazione riesca e il centrodestra possa vincere a mani basse. Non sia mai che Milano e Roma franino addosso agli strateghi grillopiddini. Non sia mai che la magistratura non abbia tempo e modo di trovare qualcosa sulla suddetta Meloni (la magistratura, in Italia, è un po’ come Picasso: non cerca, trova, specie se adeguatamente imbeccata).

Nessun fanatismo pro o no, nessun complottismo delirante alla Grillo: il Covid c’è e può far niente o può far male, il vaccino c’è ed è la stessa cosa (per esperienza personale). Le decisioni si prendono su basi generali, soppesando casistiche, numeri, incidenze, situazioni. Di sicuro, l’avvio della campagna vaccinale ha consentito una parziale riscoperta della libertà di vivere; se il Paese torna “bianco” è perché lo Stato ha deciso così sulla base dei numeri dei vaccinati e questo può piacere o non piacere, può convincere o meno ma non è colpa nostra se il Leviatano quando vuole può stroncare mafie e terrorismi (se non lo fa, è segno che non vuole), figuriamoci quattro gnegnegne da tastiera che pensano di essere rivoluzionari solo perché ostentano la spalla immacolata allo stesso modo idiota in cui i vippi svalutati la mostrano adeguatamente timbrata.

Le oscillazioni sullo stato emergenziale da protrarre sono appunto figlie del Leviatano, tanto più preoccupante nelle sembianze del ministro della salute, si fa per dire. Ma le ragioni viaggiano molto al di sopra di noi e delle nostre faziosità in un senso o nell’altro. Se, come nuvole all’orizzonte indicano, dopo l’estate pioveranno nuove prigionie, non sarà questione di cinguettii e di feste clandestine; ognuno dovrà fare la sua parte se vorrà dimostrare che questa farsa per biechi motivi elettorali non ha più ragion d’essere. E anche le opposizioni, fuori o dentro al governo, questa volta non potranno limitarsi a borbottare, altrimenti il Paese è finito. Per sempre.