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Erdogan incontra Hamas e adotta sempre più il “modello iraniano”

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Sabato 22 agosto, il presidente turco Erdogan ha incontrato a Istanbul una delegazione di Hamas, guidata dal capo politico Ismail Haniyeh. Tra i componenti della delegazione c’era anche Saleh al-Arouri, vice capo di Hamas, inserito dagli Stati Uniti nella lista dei terroristi e sul quale pende una taglia di 5 milioni di dollari. E infatti non si è fatta attendere la condanna del Dipartimento di Stato Usa. Arouri non è solo il trait d’union dell’organizzazione con Ankara, ma lo è anche con l’altro Paese islamista per eccellenza: l’Iran.

Arouri infatti era tra i componenti della delegazione di Hamas che visitò Teheran nel luglio del 2019, quando il gruppo terrorista palestinese decise di riappacificarsi con l’Iran, dopo la frattura per il conflitto in Siria. Di fatto, Arouri ha defenestrato l’ex capo politico di Hamas Khaled Meshal, considerato sgradito dai mullah iraniani. Durante la visita del luglio 2019, la delegazione incontrò anche Khamenei e proprio Arouri arrivò ad affermare che Hamas sarebbe stata la prima linea di difesa dell’Iran dagli attacchi occidentali. Evidentemente fece colpo agli occhi della Guida Suprema, perché dopo quell’incontro il regime iraniano decise di quintuplicare i finanziamenti a Hamas (30 milioni di dollari al mese).

La notizia della visita della delegazione di Hamas ad Ankara arriva dopo lo scoop del Telegraph, che ha denunciato come proprio Erdogan stia concedendo la cittadinanza ai membri di Hamas. Il Telegraph dice di aver visionato ben dodici carte d’identità e passaporti turchi di “senior members” di Hamas, mentre altri cinque rappresentanti dell’organizzazione terrorista palestinese sarebbero pronti a riceverne. Grazie a questi documenti, i rappresentanti di Hamas – organizzazione terroristica sia per gli Usa che per l’Ue – potranno girare liberamente in tutto il mondo. Grazie, incredibilmente, alla connivenza del governo di un Paese Nato…

Infine, va ricordato che Erdogan ha preso da poco una decisione che sta facendo molto discutere in Turchia: il presidente turco ha deciso di creare una nuova forza di sicurezza, composta da 500 agenti, che risponderanno unicamente alla “Direzione per la Sicurezza” di Ankara. Nei fatti, molti accusano Erdogan di essersi fatto una sua milizia personale, sul modello dei Pasdaran iraniani.

Di non molto tempo fa la previsione dell’autorevole storico Bernard Lewis, secondo cui la Turchia sarà l’Iran di domani, mentre l’Iran la Turchia di ieri. Difficile capire come gli Usa di Trump e l’Alleanza Atlantica possano arrivare ad una sintesi con Erdogan senza rimettere al suo posto il presidente turco, che rivela una postura sempre più aggressiva e militarista.