Nelle scorse ore alcuni esperti di affari militari e strategici d’oltreoceano hanno ipotizzato che il sistema militare russo abbia raggiunto il punto culminante delle sue capacità. Si ipotizza che non sia più in grado di organizzare offensive su larga scala, motivo per cui il presidente Vladimir Putin ha ordinato una “pausa operativa”.
Allo stesso tempo, le forze ucraine non sono in grado di attivare una controffensiva vincente e decisiva. Pertanto, a meno che l’Occidente collettivamente non sia disposto ad andare oltre la semplice consegna di alcuni sistemi d’arma avanzati agli ucraini, è improbabile che Kiev sia in grado di recuperare il 25 per cento del suo territorio ora in mano di Mosca, considerando anche che è estremamente improbabile il coinvolgimento di forze occidentali sia diretto, che indiretto attraverso l’imposizione di una no-fly zone.
Perdite e obiettivi russi
I servizi segreti britannici hanno fatto sapere, durante la recente Conferenza sulla sicurezza di Aspen, che l’esercito russo è veramente provato e che a loro avviso si può ancora sperare nella possibilità di successi locali delle forze ucraine se adeguatamente supportate. Si stima anche che circa 15.000 soldati russi siano caduti in azione dal 24 febbraio, più o meno lo stesso numero perso durante la campagna di Mosca in Afghanistan tra il 1979 e il 1988.
Nel contempo, l’intelligence statunitense ritiene che la Russia sarà impegnata in una lunga guerra e che le sue ambizioni rimangono comunque limitate alla conquista e al successivo controllo di gran parte dell’Ucraina orientale e meridionale, comprese tutte le regioni produttrici di grano a ovest del fiume Dnipro.
La controffensiva ucraina su Kherson
Gli ucraini stanno conducendo un significativo contrattacco su Kherson nel sud-ovest del fiume Dnipro, strategicamente critico, e le forze russe nell’area sono a crescente rischio di sconfitta, in parte a causa di nuove armi a lungo raggio ricevute in rinforzo (sistemi d’arma come Himars e Harpoon).
Tuttavia, le forze ucraine hanno anche pagato un prezzo molto alto in vite umane e capacità militari per bloccare, ove possibile, i ripetuti attacchi russi.
Le scelte difficili di Mosca
Oggi le forze armate di Mosca hanno diversi problemi da affrontare. In Ucraina, i comandanti russi potrebbero dover fare una difficile scelta tra tentare di mantenere l’offensiva nel Donbass o difendere il territorio che hanno conquistato nel sud e nell’ovest, anch’esso soggetto a una maggiore attività di guerriglia ucraina. Questo spiega la scala relativamente piccola dell’offensiva russa lungo l’asse Lyschansk-Bakhmut-Donetsk.
Il governo russo deve poi anche decidere il livello di mobilitazione a cui è disposto a ricorrere per mantenere il controllo delle aree conquistate. C’è chi ha calcolato che la Russia avrebbe bisogno di circa mezzo milione di truppe ragionevolmente capaci per garantire continuità operativa, il che è improbabile, data l’età avanzata e la probabile scarsa qualità addestrativa di molti di coloro che vengono reclutati.
Il consenso alla guerra di Putin
Un sondaggio, trapelato la scorsa settimana e condotto dal Cremlino, ha indicato che circa il 33 per cento dei russi desidera un’immediata interruzione della guerra. Il probabile livello di malcontento si potrebbe ipotizzare più alto, anche se è improbabile che ciò porti a un cambiamento politico importante a Mosca a breve termine e l’approvazione generale dell’operato del presidente Vladimir Putin rimane ancora solida.