Se la notizia fosse confermata, sarebbe una bomba e dovrebbe veramente iniziare a far drizzare le orecchie di tutti i Paesi coinvolti nelle questioni mediorientali e del Nord Africa, Italia in testa.
Secondo quanto riporta il sito Iran Wire, il governo egiziano avrebbe inviato militari in Siria, nella zona vicino a Idlib e nella parte occidentale di Aleppo. Come rivelato dal maggiore Yusuf al-Hamoud, ufficiale dell’Esercito Nazionale Siriano, legato all’opposizione, tra il 26 e il 27 luglio scorso sarebbero arrivati in Siria 148 membri delle forze speciali egiziane. I militari egiziani sarebbero atterrati all’aeroporto di Hama, partendo sia dal Cairo che da Ismailia. Di questi 148 soldati, 98 sarebbero stati trasferiti nella zona di Aleppo e schierati nella città di Khan al-Asal. I 50 soldati arrivati direttamente dal Cairo, invece, nella città di Saraqib, vicino a Idlib. Tutti questi trasferimenti sarebbero stati coordinati tra le forze egiziane e i Pasdaran iraniani al fine di addestrare l’esercito lealista siriano per nuove operazioni militari (ovviamente ad Idlib e Aleppo).
Se confermata, la notizia rappresenterebbe una nuova prova dello stato di drammatica tensione esistente tra Turchia ed Egitto. Una tensione che ha portato il Parlamento egiziano ad autorizzare l’invio di militari in Libia a sostegno di Haftar e, ora, come suddetto, anche sul fronte siriano. Qui, non va dimenticato, Erdogan e Putin dallo scorso marzo hanno annunciato un cessate il fuoco che però, a quanto pare, non è condiviso ne da parte del regime siriano, ne da parte della Repubblica Islamica dell’Iran.
Pubblicando questa notizia, Iran Wire ha avvertito di non poter fornire alcuna conferma sull’autenticità della fonte e l’esercito egiziano da parte sua non ha commentato l’indiscrezione. Il solo commento è arrivato da una fonte diplomatica egiziana, che ha negato assolutamente l’invio di soldati in Siria.
La notizia è stata smentita anche da Kamal Amer, presidente della Commissione difesa e sicurezza del Parlamento egiziano. Formalmente, per poter inviare militari all’estero, il governo egiziano necessita dell’approvazione parlamentare. Approvazione che, in questo caso, non esisterebbe. Certo, l’indiscrezione in merito al fatto che si tratti di soldati delle forze speciali lascia aperta ogni ipotesi, dato che l’operazione potrebbe essere classificata come segreta per la sicurezza nazionale. È indubbio però che lo scontro tra il Cairo e Ankara si sta intensificando pericolosamente e rischia di trasformarsi in conflitto reale, anche sotto il profilo religioso (con Erdogan pronto a sfidare il prestigio di al-Azhar, soprattutto dopo la riconversione della Basilica di Santa Sofia in Moschea). L’Italia, in questa partita, rischia nuovamente di essere presa nel mezzo, minacciata dalla presenza turca in Tripolitania e dagli interessi che legano Roma al Cairo (militari ed energetici). Chiarire quindi quanto sta accadendo anche in Siria rappresenta certamente un interesse nazionale italiano.