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Fuga di Nasrallah: diminuisce l’influenza di Teheran su Libano e Siria

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Se fosse confermato, rappresenterebbe l’ennesimo schiaffo a tutti quegli “esperti” che, dopo ogni azione che colpisce un alto funzionario iraniano o comandante Pasdaran – come erano Qassem Soleimani e Mohsen Fakhrizadeh – iniziano a presagire venti di tempesta, che poi si rivelano essere bolle di sapone.

Secondo quanto riporta la stampa araba e israeliana, dopo l’uccisione di Fakhrizadeh, il padre dell’atomica iraniana, il segretario di Hezbollah, Hassan Nasrallah, avrebbe deciso di lasciare a tempo indeterminato il Libano per rifugiarsi a Teheran per ragioni di sicurezza.

Se la notizia fosse confermata, il trasferimento di Nasrallah indicherebbe due cose: 1) il regime iraniano è in fase di ritirata. Così come successo dopo la morte di Soleimani, dove la risposta di Teheran è stata limitata, anche in questo caso la risposta della Repubblica Islamica è difensiva, volta a proteggere i suoi asset regionali, al fine di evitare che anche questi vengano eliminati a breve; 2) Hezbollah in Libano sta perdendo costantemente terreno.

A riprova di questa seconda affermazione, riportiamo quanto sta accadendo nei negoziati sui confini marittimi tra Gerusaleme e Beirut, partiti mesi addietro su proposta americana e ora apparentemente fermi. Qualcuno ha sostenuto che questi negoziati si siano fermati per volontà libanese, dopo l’uccisione di Fakhrizadeh. Poco dopo che questo rumor ha iniziato a circolare, sono stati proprio i vertici politici libanesi a sostenere che fosse vero il contrario, ovvero che la sospensione dei negoziati era stata voluta da israeliani e americani.

Non basta: il presidente libanese Aoun, teoricamente alleato di Hezbollah, è personalmente intervenuto per riaffermare il suo sostegno al negoziato, sostenendo che è assolutamente possibile superare le divergenze tra le due parti.

Infine, parlando ai Med Dialogue promossi da Farnesina e Ispi, il ministro degli esteri libanese Charbel Wehbe ha affermato che non sarà il Libano a difendere l’Iran, dopo l’uccisione di Fakhrizadeh, perché “l’Iran è in grado di difendersi a solo”. Tradotto, “cari iraniani non pensate di usare il territorio libanese, attivando Hezbollah, per aprire un fronte di conflitto con Israele per vendicarvi”.

Infine, riportiamo, sempre dalla stampa araba, come persino la Siria recentemente abbia deciso di dire no a Teheran, rifiutando la richiesta iraniana di aprire un secondo fronte con Israele, nel Golan. Alla richiesta dei Pasdaran, infatti, il regime di Assad avrebbe opposto un “gentile rifiuto”, adducendo il pretesto di preferire di chiudere il fronte interno, prima di aprirne uno nuovo.