La luna di miele tra i francesi ed Emmanuel Macron è durata poco più di un anno. Le proteste dei gilets jaunes (dal giubbotto catarifrangente che indossano) sono solo la punta dell’iceberg di un’insofferenza diffusa contro l’inquilino dell’Eliseo e fotografata da tempo dai sondaggi. Il macronismo, dopo settimane di sbandate, è andato a schiantarsi sul muro dell’aumento della benzina.
I francesi hanno scatenato una forte protesta contro Macron e il suo governo per quelle che considerano politiche anti-auto, il tutto legato ad una situazione economica difficile. Il passaparola sul web aveva radunato gruppi di protesta già nei giorni scorsi, quasi ispirandosi al rivoluzionario Chant du depart “La Liberté guide nos pas. Et du nord au midi, la trompette guerrière a sonné l’heure des combats“, in tutti i dipartimenti francesi c’erano state manifestazioni e blocchi stradali.
I gilet gialli hanno dimostrato che anche nel 2018 si può organizzare un forte movimento contro le tasse. Queste persone non vanno snobbate, ma considerate. Perché il popolo quando si esprime va sempre ascoltato. Ho però dei dubbi sul fatto che all’Eliseo riusciranno a recepire il messaggio e a tradurlo in azioni adeguate. Oltretutto questa protesta ha comportato due morti e centinaia di feriti. La cosa non dovrebbe passare inosservata.
Ma è la giornata di sabato, con gli scontri sugli Champs Elysees, ad aver segnato un punto di non ritorno. Macron ha palesemente perso il contatto col Paese reale. Le scene di guerriglia urbana tra polizia e manifestanti resteranno il momento più significativo di tutto il mandato di EM. Quelle immagini saranno probabilmente il motivo di una sua mancata rielezione e una delle pietre con cui sarà lastricata la strada dell’Ue verso l’inferno. Perché inevitabilmente quanto accaduto in Francia avrà ripercussioni sull’esistenza di questo tipo di Unione e sulla permanenza di certe facce a Bruxelles.
Macron da molti era visto come il salvatore del sogno europeista, ora dovrà cercare di essere il salvatore di se stesso. E detto sinceramente, se è molto difficile la prima cosa è quasi impossibile la seconda. Di conseguenza, non potrà più permettersi di riprendere gli altri stati dell’Ue, Italia compresa, ergendosi a maestro delle altre classi, quando neanche più la sua lo riconosce tale. La favola Macron forse è già finita, e senza lieto fine.