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Il miraggio del bonus vacanze: effetto annuncio, ma inservibile o irraggiungibile

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento di Stefania Martani

Uno sciame di mosche di fuoco mi riveste la pelle da giugno e non c’è via di fuga. Sto in un sottotetto – è qui che brucio i miei giorni e le mie notti – niente sollievo di condizionatore e ad ogni scalino è la temperatura che cresce mentre arranco, quasi m’avviassi al Golgota, verso la croce di questa Lungara, questa casa galera abbruciata dalla canicola implacabile di un’estate romana. Dopo il lockdown, dopo mesi di didattica on line che bisogna provarla per capirne il peso, ritrovarsi in una landa pietrificata di catrame rovente che ogni notte esala impietose vampate, che non concede refolo di sollievo neppure quando il cielo si tinge di rosa. Questo è un sole che si desta armato d’accetta e appena spalanchi gli occhi è già fornace. Dove è finita la consolatoria e ristoratrice freschezza dell’alba di qualche anno fa? Sembra che l’inferno abbia aperto le sue voragini o di abitare nella sala macchine del Titanic (con tanta nostalgia dell’iceberg).

Decido che non ce la faccio più, farò la turista dell’ultima ora, voglio un tuffo nell’azzurro in questo estremo scampolo d’estate, non me lo potrei permettere col mio stipendio da docente monoreddito con figlio e affitto a carico ma, sorpresa sorpresa, ho ancora il bonus di 150 euro che il sagace Governo Conte ha erogato a rilancio di un settore massacrato dal Covid, o meglio dalle sue politiche ardite. M’aggrappo al fedele vecchio tablet e prendo a esaminare la lista dei posti che accettano il voucher. Certo, con 150 euro potrò permettermi al massimo un week end, siamo pur sempre in agosto, seppure agli sgoccioli. Quindi mi conviene rimanere in zona, la costa laziale, al limite i primi chilometri a nord o a sud di quella campana o tirrena. In Toscana fino ad Orbetello non c’è niente, però ecco, trovo un bed and breakfast nell’ameno paesino dell’Argentario. Macché, niente, tutto preso fino al 12 settembre. Ok, abbasso la mira a sud di Roma, scovo una soluzione al Circeo, una a Sabaudia e tre o quattro a Terracina. Al Circeo mi stoppano subito, il bonus lo accettano a partire da settembre e per un minimo di sette notti. Costo della settimana per due persone (vorrà venire mio figlio?) oltre i 900. Grazie ci penserò e invece ci ho già pensato e attacco: fuori uno. Va bene, scendiamo più a sud: Terracina no, ragioni private, allora Gaeta. Stessa storia, il posto c’è ma il bonus vale se prenoto per almeno sette notti, al non modico prezzo di 570 euro per un week end: e che m’informo a fare per una intera settimana?

Ora però sono stata invasa dal demone del dubbio e dal gusto per la sfida, voglio farmi due giorni di mare, di lago, di collina, insomma di qualcosa, qualsiasi cosa prima di trovarmi dietro alla cattedra di un’aula asfittica a rantolare “lupus lupi” sotto la mascherina. Ancora tre, quattro, cinque telefonate per sbattere sempre contro una e una sola risposta: il bonus si attiva da settembre o vale per 7 notti almeno, al limite si può far valere per una percentuale della tariffa: una buona fetta, l’80 per cento; peccato solo l’albergo sia pieno e, si può capire, preferisca riservare le sue camere a turisti dai soggiorni più lunghi e dal portafogli più pesante. Sì, qualche posto che accetta il bonus per quello che è, senza riserve e senza trappole, si trova, ma, vedi caso, sempre in località che definire tristi e desolate è un pietoso eufemismo. A che serve arrabbiarsi? Per questo settore, come per tanti, per chi non è affogato nei vortici di un allarmismo sulla cui giustificazione inizia a sorgere qualche dubbio, il turismo estivo è una boccata d’aria vitale dopo l’apnea di tanti mesi. E poi, a dirla tutta, questo bonus mica lo incassano subito, varrà come detrazione fiscale in un prossimo ma fosco futuro, visto che neppure l’asintomanticità degli anziani nelle rsa vale a tamponare l’isteria collettiva alimentato (ad arte?) dal mainstream.

Insomma, vietato ragionare e vietato anche evadere per 48 ore da quest’aria arroventata dove ronzano mosche incendiarie. Comprendo, capisco, ma rimango perplessa: io alla fine, di questo bonus vacanze, questo bonus malus, cosa me ne faccio?

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la grande bugia verde