Siamo al sillogismo paranoide: siccome qui c’è Draghi, c’è il Green Pass, allora tutto quello che ci dicono è falso e Putin è il vero eroe
Allora, vi è piaciuta la performance delirante di Lavrov al cospetto di un Brindisi più zdanoviano che mai? Diciamo il conduttore inviso ai no-vax, di colpo diventato loro idolo perché così va il mondo e così va il pubblico, che passa dall’osanna al crucifige e ritorno in ragione dei propri pregiudizi. Per favore, non caviamocela con le solite ironie da tastiera: la performance di Lavrov è stata mortificante per un Paese intero, il nostro, e per un sistema televisivo che ormai pur di fare cassetta arriva davvero alla più vertiginosa perdita di decenza.
Lavrov, mai interrotto, mai rimbeccato, si è scatenato in una serie di menzogne e di insulti razzisti, antisemiti: e non ha senso osservare che questo era il prezzo da pagare per averlo in trasmissione: quale sarebbe il suo valore aggiunto? Come ha osservato Paolo Madron, se intervista ha da essere, deve svolgersi secondo i canoni del giornalismo; altrimenti è propaganda e allora va evitata. Propaganda e della peggiore specie.
Ma il partito dei putiniani è in ascesa, a forza di tuonare contro il pensiero unico si è fatto inesorabilmente strada un contropensiero altrettanto unico ma più ignobile, secondo il quale Putin è il liberatore, gli ucraini sono tutti nazisti e il loro presidente, un ebreo, è quello che fomenta, che vuole l’apocalisse perché userebbe tirarsi strisce di cocaina in bella evidenza. E chi contesta questa manicomiale lettura è un censore, un dittatore. Per cui ci sta, ci deve stare che questo curioso sociologo gesticolante, Orsini, arrivi a difendere Hitler, dopo Mussolini, per esaltare di sponda Putin. Orsini, uno subito arruolato nel giro del Fatto Quotidiano che poi i suoi opinionisti senza opinioni li disloca in tutte le televisioni, sempre atteggiandosi a vittime, a discriminati.
Sopra le righe Zelensky, spericolato, anche insopportabile? Certo, se ne può discutere, ma è un uomo finito in una tragedia più grande di lui che fa quello che può. Burattino degli americani, dicono. E chi lo dice non si accorge di seguire, ovinamente o bovinamente, la disinformazione propagandista russa e cinese. Siamo al sillogismo paranoide: siccome qui c’è Draghi, c’è il Green Pass, allora tutto quello che ci dicono è falso e Putin è il vero eroe. Ma il Green Pass, la disastrosa strategia di contenimento della pandemia, hanno ricalcato il modello premiale cinese, non quello americano; le costrizioni in cui da oltre due anni annaspiamo sono di chiara ispirazione pechinese, non da Washington.
Dicono i volonterosi propagandisti dell’invasore seriale: tutto è colpa della Nato. Neppure sanno cosa sia la Nato ma suona bene, è una nube gassosa come il fantomatico Grande Reset, quando non si sa cosa dire si tira fuori quello e tutto va a posto. Sono riusciti a negare poi ad ammettere ma attribuendoli a chi li ha patiti, la strage di Bucha, i missili, le devastazioni, le deportazioni di bambini, i massacri dei civili: tutto in nome del pavloviano istinto anti-americano, proprio come recitano la distorsione cinese e russa. “Riconoscere anche le ragioni di Putin!”. Questo il comandamento, più o meno esplicito, più o meno felpato, degli Orsini, i Freccero, i Mattei, i Capuozzo, i Vauro, i Santoro, i Barenghi, le De Cesare, i Bianchi e una pletora di nostalgici della cara vecchia Unione Sovietica.
“Mitomani da talk show” li ha chiamati Aldo Grasso, ma questi mitomani sono ovunque e coagulano un partito della farsa con la scusa del pluralismo. Ma se io sostengo che il sole sta in fondo al mare, per dire che contesto in modo insostenibile la realtà evidente, provata, esprimo una opinione meritevole di rispetto o solo una provocazione da sbugiardare? Cosa ci sarebbe di democratico nel prestare fede a simili fandonie? Se viene rappresentato uno scenario che non c’è, rimuovendo quello che c’è, la comprensione dei fatti ne esce annientata e così ogni possibile soluzione. Se io voglio offrire “una interpretazione diversa” pretendendo che la mia auto venga assemblata coi pedali invertiti, o anche senza pedali, siccome l’auto l’ha inventata il capitalismo americano ed è un feticcio della globalizzazione, mi accoppo appena uscito dal concessionario, probabilmente dopo avere fatto una strage. È questo che si vuole? Il professor Orsini sostiene che i napoletani sono moralmente inferiori, difende il Duce e il Fuhrer, consiglia gli ucraini di farla finita con la resistenza “tanto Putin ha già vinto”. Ma non ditegli che è putiniano, se la prende.
Intanto il ministro putiniano Lavrov viene in Italia a vomitare antisemitismo, a dire che gli ebrei si sterminano da soli, che sull’Ucraina tutti producono menzogne e in particolare l’Italia, nazione dove il partito putiniano è più forte. Per favore, non tirate via con quattro battute su Twitter, qui è scoppiato un caso internazionale e le conseguenze saranno drammatiche: sta sorgendo un puttanaio globale che ha l’Italia per epicentro. Tutto non tanto per cosa ha detto Lavrov, ma per cosa non ha detto chi avrebbe dovuto almeno dissociarsi da un simile delirio antisemita.