Una nuova stella brilla nel prestigioso firmamento del Partito Conservatore britannico: è quella di Rishi Sunak, il Cancelliere dello Scacchiere del governo Johnson, protagonista indiscusso di questi mesi di pandemia con delle misure ad hoc per impedire l’impoverimento degli inglesi colpiti dal lockdown e dalla recessione causata dal coronavirus.
Siamo in piena SunakMania. Pagine Facebook, account Twitter e tutto il mondo dei social è concorde: è Rishi il nuovo astro nascente del partito, l’uomo del futuro, il leader a cui il premier cederà la guida dei Tories quando, un giorno, deciderà di farsi da parte. Come Cancelliere dello Scacchiere c’è già chi lo paragona ai grandi della storia conservatrice come Nigel Lawson e Rab Butler, anche se da quest’ultimo sarebbe bene il buon Sunak traesse una lezione fondamentale: non basta essere dei buoni ministri dell’economia e godere del gradimento di gran parte dell’establishment: occorre avere leadership e un progetto politico. Cosa che al momento il new kid on the block Tory non ha. Anche perché la sua carriera politica, per quanto folgorante, è relativamente recente. Boris Johnson lo ha nominato Cancelliere dello Scacchiere solo lo scorso mese di febbraio dopo le improvvise dimissioni di Sajid Javid, in contrasto con il premier sul ruolo dei suoi collaboratori al Treasury. Ecco allora che si sono spalancate le porte del ministero più importante del governo, uno dei grandi Office of State britannici, per il giovane Rishi, appena 40enne.
Sunak in realtà aveva già dimostrato le sue credenziali di top Tory durante la campagna elettorale, quando sostituì Johnson in un dibattito al quale il premier, favoritissimo dai sondaggi, non aveva voluto partecipare. Ma è stata la nomina a Cancelliere e la sua gestione della crisi del coronavirus che lo hanno proiettato come papabile leader dei Conservatori per il futuro. Nato a Southampton nello Hampshire ma originario di una famiglia indo-africana del Punjab, Sunak è il volto nuovo del nuovo corso conservatore che ha abbandonato l’austerity degli anni della coppia Cameron-Osborne per riscoprire l’intervento dello Stato nell’economia. Nel partito qualcuno memore della politica del consenso degli anni ’70 giura che finirà male, ma in questo momento il Paese ha bisogno di tutta la potenza della Bank of England, del Governo e del Tesoro britannico per affrontare la peggiore recessione dal 1706 a oggi.
Nel suo Summer Statement Sunak è stato esemplare: con un linguaggio piano e per nulla tecnico ha annunciato l’abolizione delle imposte di bollo sulle compravendite di immobili fino a 500 mila sterline; un piano per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro dei ragazzi tra i 16 e i 24 anni con stage di sei mesi interamente retribuiti dallo Stato. In precedenza, il ministro della cultura Dowden aveva annunciato un investimento di 1,5 miliardi di sterline per salvare il West End e tutto il mondo della cultura britannico.
Con Sunak alla guida la spesa pubblica per mitigare gli effetti del Covid-19 è salita vertiginosamente fino ad arrivare alla cifra mostruosa di 190 miliardi di sterline. “Non possiamo proteggere tutti i lavoratori, ma questo Governo è stato eletto con lo scopo di tutelare i cittadini britannici e stiamo facendo il possibile”, ha affermato il Cancelliere a Bbc Breakfast.
In precedenza, nel momento di massima crisi legata al lockdown, i Conservatori avevano già rimarcato il loro passaggio da partito pro-austerity a partito della spesa pubblica con alcuni Schemes che hanno portato soldi freschi nelle tasche dei contribuenti Uk: Sunak ha deciso di sostenere i lavoratori a rischio licenziamento (8,4 milioni) con i 15 miliardi del Coronavirus Job Retention Scheme; gli autonomi (2,3 milioni) con 6,8 miliardi di sterline; le imprese con il Bounce Back Loan Scheme per un totale di quasi 19 miliardi e oltre 600 mila prestiti erogati, a cui si aggiungono gli 8,1 miliardi per le PMI che hanno interrotto la loro attività, e il miliardo di sterline per le aziende di grandi dimensioni. Per i fautori dello small government un disastro, anche se l’impegno da parte del governo è quello di tornare a un’economia più fondata sulla libera intrapresa che sui sussidi dello Stato al più presto possibile. Con Rishi Sunak, ma anche con Priti Patel, i Tories sperano di fare breccia in una delle constituency che meno sono riusciti a penetrare, quella delle minoranze etniche BAME. Se il presente e il futuro prossimo del conservatorismo britannico si chiama Boris Johnson, nel futuro non è peregrino prevedere che Rishi Sunak passi dal numero 11 al numero 10 di Downing Street a furor di popolo.