Si dibatte spesso sulle tattiche politiche della coalizione di centrodestra, mantenutasi fino ad oggi unita in maniera meritevole, ma non ancora riuscita a presentare una proposta politica del tutto credibile e completa per un elettorato ricco di identità variegate. Infatti, l’arma a doppio taglio dei tre principali partiti è quella della loro diversità: importante collante per un costruttivo confronto interno, allo stesso tempo possibile fonte di lacerazione dettata dall’invidia reciproca e aggravata dall’incapacità di mantenere la competizione negli opportuni limiti.
È auspicabile che nel futuro politico dell’alleanza possa esserci innanzitutto l’intenzione di non disgregarsi, evitando così di concedere l’assist perfetto alle controparti. Tuttavia, tra le cattive abitudini, senza alcun giovamento politico, appare esserci un richiamo quasi dogmatico alla religione cattolica, con tutte le contraddizioni che la scelta rischia di comportare. In primis, la mancanza di un vero riferimento interno al mondo ecclesiastico ha reso impossibile qualsiasi tipo di sponda da parte di esso. È nella memoria di tutti la serie di attacchi che membri del clero hanno riservato agli esponenti del centrodestra attuali, in particolare a Matteo Salvini. Un giudizio negativo costante e scontato, anche frutto della dottrina prevalente oggi in Vaticano, maggiormente compatibile con l’ideologia liberal e no border, piuttosto che con un conservatorismo caro a parte della destra.
Pertanto, non si comprende cosa suggerisca a esponenti e leader dei partiti di centrodestra di ergersi a paladini di un mondo ecclesiastico rispettabile ma allo stesso tempo bigotto. Le contraddizioni emergono chiaramente in tema di autodeterminazione individuale. La sacrosanta difesa della libertà di scelta nella campagna vaccinale non trova posizioni coerenti nel dibattito su altri temi, come l’eutanasia. Per quale ragione la libertà di porre fine alle proprie sofferenze dovrebbe valere meno del rifiutare un vaccino? Inoltre, l’ostruzionismo parlamentare all’iter referendario relativo proprio all’eutanasia ed alla cannabis legale rischia di togliere valore alle dichiarazioni sull’importanza di arrivare ad una vera riforma della giustizia. Pretendere che la magistratura non ostacoli i 6 quesiti sulla giustizia ha senso se trova seguito nel rispetto delle proposte maggiormente distanti dal proprio programma elettorale.
Tuttavia, ad apparire incerta è la motivazione di fondo dell’ostentazione della propria fede. Difendere la cristianità è un proposito importante, se inteso come tutela delle nostre radici, che hanno reso le nostre nazioni storicamente tolleranti, fondate sui valori della libera scelta e dell’uguaglianza. Un auspicio per il futuro programma del centrodestra è che, se saprà restare unito, possa trovare nella laicità il proprio asso nella manica per avvicinare diverse culture e sensibilità.