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La Lega non ha bisogno di patenti: è forza di governo che rappresenta il mondo produttivo

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Nelle ore immediatamente successive all’annuncio del sostegno della Lega al nascente governo Draghi abbiamo letto diversi commenti e analisi sulla legittimazione che questa scelta avrebbe garantito, come se la Lega avesse bisogno di ricevere la benedizione o la patente di legittimità da qualcuno. Ma ha veramente bisogno di un riconoscimento e di una legittimazione? E agli occhi di chi?

Probabilmente ci si dimentica che la politica si fa nei territori, tra la gente e le imprese, non solo nei palazzi o nei salotti di qualche benpensante e, volenti o nolenti, la Lega, con il suo 25 per cento dei consensi, stando ai sondaggi, è il primo partito italiano e diretta espressione di quel ceto produttivo che è il locomotore del Paese. La cosiddetta “Italia che produce” sta con Salvini e con la Lega, forse si tende a dimenticare questo aspetto, ed è per questo che Salvini ha scelto di appoggiare, forse addirittura di partecipare al nascente Esecutivo Draghi. Il ceto produttivo torna ad essere rappresentato al governo del Paese ed è anche questa la grande responsabilità che si assume Salvini, il quale, con questa scelta riesce a dimostrare una grande maturità politico-istituzionale, pragmatismo, e la consapevolezza di rappresentare quel mondo di imprese che sono la vera e propria spina dorsale del Paese.

Molti non ricordano, o fanno finta di non ricordarselo, ma la Lega di Salvini è già da tempo una forza di governo, e percepita come tale, non solo perché ha già governato il Paese, ma anche perché governa moltissimi territori con i propri governatori, consiglieri regionali e sindaci. È utile ricordare ai lettori che la Lega, insieme a tutto il centrodestra, governa 14 Regioni su 20, ed ha 201 consiglieri regionali, a partire dal Friuli-Venezia-Giulia fino ad arrivare alla Sicilia. Inoltre, esprime moltissimi sindaci in tutto il Paese e negli ultimi anni è riuscita ad espugnare anche comuni considerati vere e proprie “roccaforti rosse”, basti pensare a Pisa o Siena, da sempre governate dalla sinistra.

Tenendo conto di tutto questo, di quale legittimazione esattamente avrebbe bisogno un partito che oltre ad essere la prima forza politica italiana, governa così tanti territori e rappresenta quel ceto produttivo che, come abbiamo già visto, sarà fondamentale per la ripartenza post-pandemia? Probabilmente Salvini è mosso dalla consapevolezza e dal senso di responsabilità di rappresentare molto. È anche e soprattutto per questo che il leader della Lega ha deciso di rimettersi in gioco, spiazzando molti, soprattutto a sinistra ma anche nel proprio campo. Adesso l’obiettivo è che la Lega sia fondamentale negli equilibri della maggioranza nascente e che faccia valere le sue istanze e le istanze di quel mondo dell’impresa che rappresenta.