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La natura sfugge all’ideologia di Greta e dei suoi follower

Zuppa di Porro: rassegna stampa del 14 giugno 2020

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Viviamo in un’epoca di social network e di fenomeni mediatici, e non occorre quindi meravigliarsi se a volte la realtà rischia di essere oscurata dai fenomeni suddetti. E’ inoltre evidente che sui social si abbattono spesso ondate emotive che risultano irrefrenabili, al punto che è difficile per tutti resistere alla loro potenza.

Tali riflessioni sorgono spontanee – almeno al sottoscritto – quando si parla del caso di Greta Thunberg, la 19enne attivista svedese che sta spopolando sui mass media e viene ricevuta in pompa magna da papi, presidenti e potenti vari.

Senza dubbio l’ecologismo è una cosa seria e ad esso vanno riconosciuti meriti enormi. In particolare, quello di aver stimolato la riflessione sull’ambiente naturale che ci circonda e la sensibilità ai problemi creati dal progresso scientifico e tecnologico che ha rivoluzionato le nostre vite nel corso degli ultimi secoli.

Come tutti gli “ismi”, tuttavia, anche questo può facilmente prendere pieghe demagogiche se l’emotività sostituisce il raziocinio, e se le emozioni prevalgono in modo troppo netto sulla logica. Soprattutto se si sposa in pieno, senza un minimo di ragionamento, la tesi adesso prevalente secondo cui i mutamenti climatici sono “totalmente” addebitabili a noi.

Tale tesi viene ormai data come scontata (e scientificamente dimostrata) senza tener conto delle obiezioni che una minoranza, nella quale vi sono anche scienziati, osa ancora rivolgerle. Giacché è noto che la Terra è periodicamente soggetta a mutamenti climatici. Alcuni di piccola portata, altri invece di grande rilevanza. E questi ultimi – per esempio glaciazioni o epoche assai calde – sono avvenuti anche in tempi relativamente recenti.

Ciò significa che la realtà naturale, che non va mai confusa con quella linguistica e sociale propria degli esseri umani, segue logiche che non sono da noi determinate. Non è una realtà prodotta dagli uomini e non è neppure prevedibile in modo completo, come dimostra l’impossibilità di predire terremoti ed eruzioni vulcaniche. Del resto, la stessa pandemia di Covid-19 dimostra i nostri limiti cognitivi. La realtà naturale non segue logiche di alcun tipo, tranne quelle che noi le imponiamo con i nostri schemi concettuali.

Strano a dirsi, ma pare proprio che l’ambientalismo estremo creda invece all’idea che gli esseri umani riescano a controllare totalmente la realtà naturale, al punto da poter invertire il corso degli eventi. E questo rammenta da vicino tesi di Karl Marx e della tradizione marxista che ne ha seguito la lezione. Dunque un po’ di prudenza non guasterebbe, evitando di adottare in modo acritico delle tesi soltanto perché prevalgono a livello di mass media. Inoltre, anche se la competenza non è più, oggi, un valore apprezzato, mentre spopolano ovunque incompetenza e pressappochismo, ci si può chiedere quali siano per l’appunto le competenze in materia di un’attivista così giovane. A costo di risultare impopolare, credo che simili quesiti vadano posti.

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