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La sinistra ossessionata dallo ius soli, risposta sbagliata al declino demografico

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Il Patito democratico rilancia ciclicamente la proposta dello ius soli, ma dietro un motivo banalmente elettorale (se il numero degli elettori del Pd diminuisce, ne creano di nuovi) e ipocritamente inclusivo (l’Italia è già la seconda in Europa per concessioni di cittadinanza dopo la Germania), viene taciuta la vera conseguenza di questo regalo di cittadinanze.

Nell’editoriale di Domani del 19 marzo, Enrico Deaglio si rammarica che il Pd sia “l’unico partito di sinistra in Europa che non ha un immigrato, di prima o di seconda generazione, tra i suoi dirigenti, che non ha mai candidato un immigrato a nessuna carica elettiva”. Non solo in dieci anni quasi ininterrotti di governo non sono riusciti ad approvare lo ius soli, ma non presentano nemmeno delle “quote etniche” accettabili all’interno del partito. A sinistra sono questi i temi che tolgono il sonno. Chissà quale sarà stata la reazione quando, nel 2018, ha scoperto (ma se ne sarà accorto?) che il primo senatore di origini africane è stato eletto nelle liste della Lega.

Deaglio continua chiedendosi se Letta “ce la farà a eleggere in Parlamento deputati e senatori immigrati, senza vergognarsi… Potrà diventare, vantandosene il ‘partito degli immigrati’? E prova a darsi una risposta: “Cosa può giocare a suo favore, e a favore degli immigrati? Il virus, e l’America, secondo me. Uno perché il virus è stata roba di noi bianchi e se siamo vivi lo dobbiamo alle infermiere africane e sudamericane nelle unità intensive, e quindi un po’ di riconoscenza. E l’America, dove Joe Biden ha vinto le elezioni con i voti degli immigrati e li ha ripagati con il più grande progetto di inclusione e di welfare che la storia di un Paese capitalistico abbia mai avuto”.

Mettendo da parte la sua uscita sul virus che è stata “roba di noi bianchi”, che non ha bisogno di commenti, Deaglio dimentica le parole di Biden, il quale qualche giorno fa invitava i messicani a “non lasciare le loro case”, proprio perché c’è stata un’impennata di migrazioni dal Messico verso gli Stati Uniti. Ricordiamo anche che con l’amministrazione Trump la disoccupazione era scesa al 3,5 per cento, non accadeva da 50 anni.

Perché sono importanti le parole di Deaglio e del neosegretario del Pd, che ha messo tra le priorità del partito lo ius soli? Perché denotano una vera e propria ossessione di una sinistra che non tiene conto dei numeri. L’Italia, come il resto dell’Europa, è in una fase di declino demografico che rischia di diventare letteralmente mortale. La sinistra non si preoccupa di tutelare la maternità, garantendo sicurezza e sostegno alle donne che dicono di voler difendere. Al declino demografico rispondono con la via più breve: importare esseri umani dall’Africa, con tanto di business legato ai centri di accoglienza che conosciamo bene.

I dati provenienti dalle Nazioni Unite ci dicono che nel 2050 Europa, Russia e Nordamerica conteranno 1,136 miliardi di persone e rappresenteranno appena un nono della popolazione mondiale (sono inclusi gli immigrati già presenti in Europa). Sempre meno e sempre più vecchi. L’Africa sub-sahariana raddoppierà la popolazione in trent’anni, passando da 1,066 miliardi a 2,118 miliardi con la popolazione più giovane del mondo (quella più disposta a emigrare). Questo significa che, salvo grossi cambiamenti, le migrazioni dall’Africa sono appena iniziate.

Occorre chiamare il fenomeno con il suo nome, senza timore: sostituzione etnica, ricordando alla sinistra che non c’è nulla di “razzista”, è semplicemente matematica e quest’ultima, com’è noto, non è opinabile.