La Via della Seta tecnologica: Pechino mira ad allargarsi nel commercio mondiale puntando su TikTok

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Mentre Amazon continua a crescere anche in periodo di serrata economica mondiale, Alibaba va a caccia di influencer per aumentare il suo giro d’affari sfruttando l’app del momento. Una Via della Seta tecnologica a portata di click, che si smarca dalle lungaggini politiche

Chi ha continuato a crescere mentre il resto delle attività economiche e commerciali era al palo per il lockdown, chi sta provando ad allargarsi nel mercato globale affidandosi all’applicazione del momento che spopola tra i giovani. Lo scenario dell’e-commerce nell’epoca della pandemia vede due protagonisti consolidati, l’americana Amazon e la cinese Alibaba, fare i conti con i propri guadagni e promuovere nuove strategie di crescita.

I numeri dell’azienda guidata da Jeff Bezos parlano chiaro. Ad aprile le azioni di Amazon hanno fatto segnare in un solo giorno un +5,3 per cento, raggiungendo il valore di 2.283 dollari per azione (una crescita di venti punti percentuali da inizio anno, a giugno fino a 2.650). Un aumento repentino, con i servizi di acquisto e consegna di Amazon attivi e presi d’assalto dagli utenti chiusi in casa: si è arrivati a calcolare una spesa di 11.000 dollari al secondo sulla piattaforma, giorno e notte, con un ricavo di 75 miliardi e mezzo di dollari nel primo quadrimestre 2020 mentre gli analisti ne prevedevano 73.

Tra gennaio e febbraio Bezos aveva anche venduto alcune azioni della società, una minima parte della sua quota, per un valore pari a 4 miliardi di dollari. La rivista Forbes attribuisce al fondatore di Amazon un valore netto di 158 miliardi di dollari (dati aggiornati alle scorse ore, destinati ad essere già aumentati), tenendosi alle spalle Bill Gates: i due concorrono da tempo per il gradino più alto sul podio degli uomini più ricchi al mondo. Con le assunzioni annunciate durante le settimane di chiusura totale nel mondo, la forza lavoro dell’azienda è ormai giunta a un milione di dipendenti.

Da Occidente a Oriente e, quindi, nel verso contrario. È il piano di Alibaba, la multinazionale cinese presieduta da Jack Ma, che può contare su una serie di società nei settori del mercato on line, compravendita e motori di ricerca per gli acquisti. L’intenzione è di piantare per bene i piedi a livello internazionale e per farlo la strategia prevede di far leva sul potere degli influencer che popolano il social network made in China che sta attirando sempre più utenti tra i giovanissimi: TikTok. Un vero e proprio arruolamento per vendere di più attraverso AliExpress, la piattaforma del gruppo Alibaba per consumatori internazionali con un totale di 180 milioni di utenti attivi all’anno.

Il piano prevede di affidarsi ad almeno 100.000 “ambasciatori” che sfruttino le vie del web per promuovere i venditori e marchi presenti su AliExpress – un reclutamento che l’azienda ha sponsorizzato come una seconda opportunità per chi nel frattempo, a causa del Covid-19, ha perso il lavoro: diventare social promoter per guadagnare ciò che si è perso. Una categoria considerata vitale dai vertici di AliExpress per parlare più lingue è quella degli influencer stranieri che risiedono in Cina: un passepartout al di là della madre patria.

Tra i canali più floridi per raggiungere il vasto pubblico c’è TikTok, app che consente di creare brevi video. Nato quattro anni come musical.ly, dal 2019 ha preso sempre più piede anche in Italia, arrivando a superare i 6 milioni di utenti, gran parte dei quali in una fascia d’età molto giovane: 3 su 10 hanno tra i 16 e i 24 anni. Quello americano rappresenta invece il mercato più grande e proficuo e c’è chi mette in conto che nei prossimi quattro anni TikTok avrà 60 milioni di utenti globali. Una strategia di vendita non nuova (come dimostra la partnership di WeChat con la città di Canton, alle porte di Hong Kong, per un live stream commerciale, ma dai confini internazionali). Filmo, pubblico, influenzo, vendo: una Via della Seta tecnologica, lontana dai dibattiti politici, dalle prassi diplomatiche e dagli intermediari istituzionali. La Cina è più che vicina, è a portata di un click.

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