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Lamorgese assente ingiustificata all’incontro con i sindacati: migliaia di agenti rischiano di non poter lavorare

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L’Italia ha un ministro dell’interno? È questa la domanda da porsi dopo l’ennesima figuraccia della Lamorgese, l’ex prefetto di Milano, già ministro dell’interno durante il Conte 2, riconfermata nuovamente al Viminale da Mario Draghi. È la figura che dovrebbe garantire sicurezza ai cittadini italiani, ma più che garantire la sicurezza, è garanzia di figuracce. Vi chiederete cos’ha combinato nuovamente il ministro, ma, attenzione, questa volta siamo alla totale mancanza di rispetto.

Da oggi, 15 ottobre, come sappiamo, è obbligatorio il Green Pass sul posto di lavoro. Quindi, vaccino, guarigione o tampone devono far parte della vita di tutti noi. Non stiamo qui a discutere se si tratta di una misura giusta o ingiusta, liberale (sicuramente no!) o illiberale. Il punto è un altro: all’interno del corpo di polizia ci sono circa 18 mila agenti non vaccinati (secondo l’agenzia di stampa Adnkronos) che, arrivati a questo punto, non sembrano intenzionati a farsi vaccinare. 

Davanti alle resistenze dei cittadini, uno Stato, che non ha il coraggio di introdurre l’obbligo vaccinale ma lo impone surrettiziamente tramite il certificato verde, non può fare altro che avviare un dialogo tra le parti, in questo caso il Ministero e i sindacati della polizia, e trovare un accordo. Appunto con questo fine, l’11 di questo mese si è tenuto un incontro al Viminale con i sindacati della polizia, che avevano richiesto la presenza del ministro Lamorgese. Un incontro decisivo per evitare ciò a cui presumibilmente andremo incontro. 

Il segretario Fsp, Valter Mazzetti, utilizza parole forti quando sottolinea quanto sia “… desolante dover constatare, ancora una volta, quella che riteniamo un’assoluta, totale mancanza di rispetto che il ministro dell’interno Lamorgese riserva alle rappresentanze sindacali”. Si, è proprio andata come state immaginando: il ministro ha disertato l’incontro senza rilasciare nessuna dichiarazione.

Il ministro Lamorgese forse non percepisce la gravità del fatto. Abbiamo 18 mila agenti che rischiano da oggi di non poter lavorare. In più, mettiamoci che l’età media dei poliziotti italiani è molto alta, viaggia intorno ai 50 anni, e l’equipaggiamento di cui sono dotati lascia molto a desiderare. Ora, addirittura non si prova nemmeno a risolvere questo gravissimo problema causato da una decisione del governo. Il primo pensiero è rivolto al premier Draghi: cosa aspetta a rimuovere il ministro e a sostituirlo con una figura che per lo meno non fugga dai problemi, ma li affronti?

Anche il segretario del sindacato Polizia Italia Celere, Andrea Cecchini, intervistato da il Giornale, esprime tutta la rabbia per il muro che il ministro ha posto tra lei stessa e i poliziotti. Non ha ascoltato il corpo di polizia nemmeno quando le ha notificato la pericolosità delle manifestazioni dovuta all’infiltrazione di personaggi che non sono lì per manifestare pacificamente ma solo per inneggiare alla violenza.

E così, ancora una volta, il governo non dà il giusto riconoscimento alle nostre forze dell’ordine, maltrattate e sottopagate. Prima, quando c’era Salvini, il Viminale era guidato da una figura che rispettava e ammirava i nostri poliziotti. Ora, addirittura il ministro non si presenta agli incontri coi sindacati. A voi il giudizio…