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Le ultime due pericolose illusioni sul regime iraniano

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Un paio di notizie, questa settimana, hanno infiammato i cuori di chi sostiene il regime iraniano. La prima è la decisione della Corte penale internazionale dell’Aja di richiedere la rimozione delle sanzioni Usa su beni umanitari e aviazione civile. Una decisione a cui gli Stati Uniti non sono obbligati ad attenersi, ma che ha fatto cantare alla “vittoria di Teheran” da parte di tutti gli anti-trumpiani presenti, soprattutto in Europa.

La seconda notizia è il recepimento da parte del Parlamento iraniano della Convenzione Onu contro il finanziamento del terrorismo. Una recezione che, dopo essere stata approvata in Parlamento, dovrà passare al vaglio del Consiglio dei Guardiani. Si trattava di una delle richieste del FATF, l’organizzazione intergovernativa che monitora il rischio di riciclaggio di denaro nel mondo.

Apparentemente due ottime notizie: come non concordare con la volontà di non imporre sanzioni su beni umanitari e aviazione civile? Come non concordare con il diritto di un qualunque passeggero del mondo di viaggare in aereo in sicurezza? Come non apprezzare la volontà di uno Stato di non finanziare più il terrorismo internazionale?

Il problema è che, tutto quanto suddetto, rischia di rivelarsi un clamoroso assist per il regime iraniano, garantendo a Teheran di estendere il suo potere, con il beneplacito della comunità internazionale. Esattamente come accadde quando fu firmato l’accordo nucleare nel 2015. Anche in quel caso, infatti, le voci contrarie sottolinearono che l’accordo si sarebbe rivelato un boomerang, ma furono silenziate come “posizioni estremiste”. A distanza di soli tre anni, Teheran ha milizie sparse per tutto il Medio Oriente e un programma missilistico che va avanti senza limite alcuno…

Stessi effetti potrebbero produrre le decisioni dell’Aja e del Parlamento iraniano. La decisione del Tribunale dell’Aja, infatti, non tiene in alcun conto il fatto che il regime iraniano usa gli aerei civili per trasferire jihadisti sciiti all’estero, soprattutto in Siria. Lo fa in particolare usando i vettori della Mahan Air e della Iran Air. Così, mentre la Corte prende posizione contro alcune sanzioni americane, nulla dice sulle violazioni del regime iraniano, permettendo a Teheran di dichiarare una vittoria politica assai contestabile.

Per quanto concerne la decisione del Parlamento iraniano – che vedremo se non sarà cassata dal Consiglio dei Guardiani – a poco vale recepire una normativa Onu, se non si ha con Teheran una comune concezione di cosa è o non è il terrorismo. Per il regime iraniano, infatti, organizzazioni come Hezbollah e Hamas non sono terroristiche. Al contrario, sono membri del cosiddetto “asse della resistenza” che si oppone a Stati Uniti e Israele. Così come Teheran non considera terroristi tutti i gruppi paramilitari sciiti che oggi occupano paesi come la Siria e l’Iraq, con un’influenza diretta non solo sulla destabilizzazione della regione mediorientale, ma anche di quegli stessi Paesi (in Iraq, questa influenza, sta avendo un effetto al limite della guerra civile).

A cosa serviranno quindi queste decisioni? Non lasciamo fuori dal range delle possibilità il fatto che ci possa essere un effetto positivo di questi avvenimenti. Tutti speriamo che l’Iran la smetta di usare i vettori civili per fini militari e che la smetta di finanziare il peggior terrorismo internazionale (come tra le altre cose richiesto da numerosi iraniani, durante le manifestazioni di piazza).

Permetteteci però di dubitare che un Paese come l’Iran – fondato su un principio “rivoluzionario” che impone la diffusione dell’ideologia khomeinista ovunque e su una mentalità imperialista – sia realmente intenzionato a rinunciare a tutto questo, ovvero a rinchiudersi buono buono nei suoi confini. Permetteteci di pensare che, tutte queste cose, siano solamente degli specchietti per le allodole, per continuare “vendere” il regime, ad una schiera di progressisti europei pieni di illusioni (capitanati dall’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini)… e di qualche interesse economico…

Perché si sa, a pensar male si fa peccato ma…