L’ennesima tribuna concessa ad un esponente del regime iraniano per diffondere la sua propaganda. Stiamo parlando del webinar organizzato il 6 luglio scorso dall’Ispi con il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif. L’evento era moderato da Paolo Magri, che di fatto ha condotto un’intervista a Zarif, seduto nel suo studio nel Ministero degli esteri a Teheran.
Nulla degno nota, se non l’ennesima occasione offerta ad un alto rappresentante del regime iraniano di diffondere liberamente la sua propaganda, fondata sulla celebrazione della Repubblica Islamica e la demonizzazione dei nemici. Non solo senza un reale contraddittorio, ma con Magri a dare supporto a Zarif nella denuncia del doppio isolamento in cui vive il popolo iraniano: quello prodotto dalle sanzioni e quello del coronavirus. Nessun accenno al fatto che da oltre quarant’anni il popolo iraniano vive sì isolato, ma perché prigioniero di un regime islamista, corrotto e repressivo.
Nulla di nuovo, dunque. La solita passività delle istituzioni italiane, in particolare della Farnesina, che con l’Ispi organizza ormai annualmente i Med-Dialogue.
Nuovamente, aprendo e chiudendo il webinar, Paolo Magri ha voluto ringraziare il think tank iraniano Ipis, noto al mondo per aver organizzato nel 2006 una conferenza internazionale a Teheran il cui preciso scopo era mettere in dubbio l’Olocausto. E noto in Italia per l’audizione del 2018 in Commissione Affari esteri della Camera, in cui ha negato il diritto di Israele ad esistere come istituzione nazionale.
A quanto pare questo flirt tra l’Ipis e le nostre istituzioni, in primis la Farnesina, va avanti: nel luglio del 2019 l’attuale ambasciatore italiano a Teheran, Giuseppe Perrone, ha incontrato nella capitale iraniana il presidente dell’Ipis Kazem Sajjadpour, come avevamo già riportato su Atlantico.
E a quanto pare personalità come Zarif continuano ad esercitare un certo fascino sugli “analisti” italiani. Zarif non è che lo specchio sorridente del regime, mai dissociatosi dalle tesi negazioniste della Guida Suprema Ali Khamenei. Lo stesso Khamenei che, appena un giorno dopo il webinar dell’Ispi, rispondendo ad una lettera del leader di Hamas Hanyeh, ha ribadito il totale impegno di Teheran alla distruzione del “diabolico nemico sionista”. Ma naturalmente la preoccupazione di Magri durante il webinar è stata chiedere a Zarif cosa pensasse del progetto di annessione di parte della Cisgiordania da parte di Israele, non del “progetto” di distruzione di Israele coltivato e sbandierato dal suo governo. Né di interrogarlo sulla Shoah e le ripetute affermazioni negazioniste della Guida Suprema.
Oltre che viziata dal punto di vista scientifico, la linea smaccatamente filo-iraniana dell’Ispi contrasta con i valori su cui la Repubblica italiana è fondata. Problemi dell’Ispi… Ma se preferisce genuflettersi a Teheran e cooperare persino con l’Ipis, qualche riflessione dovrebbe farla il Governo italiano sull’uso dei loghi ministeriali e dei fondi pubblici per promuovere le attività dell’Ispi.