L’ineguagliabile ipocrisia della sinistra, che sembra aver rimosso quando ordinava blocco navale e respingimenti

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Correva l’anno 1997, governo Prodi, Napolitano ministro dell’interno: “Blocco navale per gli albanesi”. Oggi Salvini è a processo per sequestro di persona… all’epoca morirono 81 persone nell’incidente della Katër i Radës, speronata da una corvetta della Marina italiana… La capacità di rimozione della sinistra è qualcosa di sconcertante. C’è poi lo strano fenomeno delle “elezioni senza sbarchi”: navi ong cariche di migranti tenute al largo prima del voto. La sinistra strumentalizza l’immigrazione a suo piacimento. C’è chi può e chi non può, la sinistra può perché agisce sempre e comunque per il Bene…

Matteo Salvini è accusato di sequestro plurimo di persona aggravato e abuso d’atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 131 immigrati tenuti per quattro giorni a bordo di una nave della Guardia costiera ad Augusta. La sinistra giustizialista esulta, dopotutto è noto che dove non arriva la politica, arrivano le toghe. In Italia non è la prima volta. L’entusiasmo tuttavia, potrebbe durare meno del previsto. Il pm Bonomo ha chiesto il “non luogo a procedere”, non solo, sono stati chiamati a rispondere anche Conte, Di Maio, Toninelli, la Trenta e l’attuale ministro dell’interno Lamorgese. Dopotutto Paolo Auriemma, capo della Procura di Viterbo, nelle intercettazioni con Palamara, scriveva a proposito della linea dura di Salvini sull’immigrazione: “Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando. Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il ministro dell’interno interviene perché questo non avvenga. E non capisco cosa c’entri la Procura di Agrigento”. “Hai ragione. Ma adesso bisogna attaccarlo”, rispondeva Palamara. In fondo tutti sanno che è un attacco politico, qualcuno non ci crede o finge di non crederci.

La capacità di rimozione della sinistra è qualcosa di sconcertante, come recita quel famoso passo evangelico “perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”. Tralasciando le contraddizioni, l’ipocrisia e il giro di denaro dietro l’immigrazione ricordiamo un paio di episodi.

Nel 1991, con la dissoluzione della Repubblica Popolare Socialista d’Albania, dalle coste albanesi partirono a ondate migliaia di persone per raggiungere l’Italia. Il 19 marzo 1997 venne adottato un decreto legge per i respingimenti (blocco navale) e pochi giorni dopo venne firmato un accordo con il governo albanese che prevedeva il pattugliamento delle coste adriatiche da parte della Marina italiana. All’epoca, il presidente del Consiglio era Romano Prodi e il ministro dell’interno era Giorgio Napolitano, quest’ultimo veniva da 46 anni di militanza nel Partito comunista italiano.

È curioso leggere dall’archivio di la Repubblica un articolo pubblicato il 25 marzo 1997 firmato da Domenico Castellaneta “Blocco navale per gli albanesi”, l’articolo si apre così:

Brindisi – Gli albanesi sparano con un kalashnikov, la Marina risponde con un blocco navale: da ieri è scattata la linea dura. Non sono più profughi, ma immigrati non in regola. E quindi vanno respinti. Ma l’Italia non si limiterà a ‘blindare’ il canale d’Otranto; invierà anche cibo e medicinali in Albania, oltre a impegnarsi per la ricostruzione delle strutture statali. Ieri sera il presidente del Consiglio Romano Prodi e il premier albanese Bashkim Fino hanno trovato a Roma un accordo per un piano anti-esodo: pattugliamento e aiuti, appunto, con l’obiettivo finale “di ripristinare il funzionamento della vita civile, economica e politica del Paese fino alle libere elezioni politiche che dovranno presumibilmente avvenire nel prossimo mese di giugno”, dice Prodi. Aggiunge Fino: “Noi siamo d’accordo che l’Italia pattugli tutto l’Adriatico per fermare questo esodo, perché i problemi albanesi devono risolverli gli albanesi stessi in Albania”.

Pochi giorni dopo, il 28 marzo, avvenne anche un terribile incidente tra la Katër i Radës, una nave albanese che trasportava immigrati, e la corvetta Sibilla della Marina Militare italiana, che nel tentativo di bloccare l’imbarcazione sovraccarica di albanesi, entrò in rotta di collisione con essa facendola affondare. Morirono 81 persone, se ne salvarono 34.

Prodi qualche giorno prima disse che “la sorveglianza dell’immigrazione clandestina rientra nella doverosa tutela della nostra sicurezza e del rispetto della legalità e della giustizia che il governo ha il dovere di perseguire a difesa non solo dei nostri concittadini ma degli stessi cittadini albanesi, troppo spesso vittime di sfruttatori e di delinquenti”. Le stesse parole se pronunciate da Salvini, per fermare un flusso di immigrati clandestini di gran lunga più grande di quello che portò tanti albanesi in Italia, oggi è considerato razzismo. Per non parlare del “aiutiamoli a casa loro” che all’epoca la sinistra ha giustamente messo in atto e che oggi, dalla stessa sinistra è considerato riprovevole.

C’è poi lo strano fenomeno delle “elezioni senza sbarchi”. Nell’ottobre 2019, a ridosso delle elezioni in Umbria, la nave Ocean Viking gestita da SOS Méditerranée e Medici senza Frontiere ha dovuto aspettare ben 11 giorni in mare prima di ricevere l’ok per lo sbarco da parte del Ministero dell’interno. Stessa situazione per le regionali di inizio anno in Emilia-Romagna e Calabria, il 25 gennaio la Ocean Viking chiede di sbarcare a Taranto, ma l’autorizzazione da parte del Ministero dell’interno arriva 72 ore dopo, il 27 gennaio, all’indomani delle elezioni. Tempismo perfetto. Forse siamo noi un po’ maligni a pensare che far sbarcare immigrati nei giorni caldi delle elezioni potrebbe condizionare l’opinione pubblica.
La sinistra utilizza lo strumento dell’immigrazione a suo piacimento. C’è chi può e chi non può, la sinistra può perché agisce sempre e comunque per il bene, gli altri no. Così è (se vi pare).

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