Una storia assurda ci viene raccontata dal sito internet Radio Free Europe. Una storia dai contorni ancora da spiegare, che riguarda direttamente l’Italia e l’Iran, o meglio un medico iraniano, studente PhD in virologia in Italia, e l’ambasciata iraniana a Roma.
Partiamo dall’inizio: qualche giorno fa, Farzan Beikpour, medico iraniano che vive a Roma, PhD in virologia e, secondo Radio Free Europe, consulente per l’emergenza Covid del Ministero della salute, ha pubblicato un tweet in farsi per ribadire l’efficacia scientifica del vaccino Pfizer, criticando duramente la scelta di Teheran di vietarlo per ragioni prive di fondamento. Nel tweet, Beikpour sottolineava come fosse legittimo opporsi ai vaccini stranieri, ma non negarli agli altri.
Il suo tweet ha scatenato una serie di reazioni sui social media, venendo ripreso non solo su Twitter ma anche altrove, per esempio su Telegram. Il tweet, neanche a dirlo, chiamava in causa la decisione della Guida Suprema iraniana di vietare l’importazione nella Repubblica Islamica dei vaccini “occidentali”.
Fin qui tutto parte del gioco. Ma ciò che lascia attoniti e dovrebbe essere chiarito, è quanto avvenuto successivamente. Il 10 gennaio, improvvisamente, Beikpour decide di cancellare il tweet, dicendosi dispiaciuto per l’uso che ne è stato fatto sui social. Il 16 gennaio, sempre su Twitter, Beikpour riporta di aver avuto un incontro all’ambasciata iraniana a Roma con il signor Sahebi – che dal libro della Farnesina risulta essere primo consigliere dell’ambasciata di Teheran a Roma.
Durante l’incontro, sempre secondo quanto riporta Beikpour, il consigliere Sahebi si sarebbe detto estraneo alle reazioni politiche ricevute dal tweet scritto da Beikpour, mentre il medico iraniano si sarebbe dispiaciuto (o peggio pentito) per l’effetto avuto dal suo tweet sui social. Il risultato è stato che Beikpour ha cancellato il tweet a difesa della validità dei vaccini occidentali. E con un altro tweet ha anche ringraziato il signor Safari, terzo consigliere dell’ambasciata iraniana a Roma e, pare, responsabile degli affari studenteschi dell’Iran in Italia.
Si tratta di una vicenda che lascia aperti alcuni interrogativi. In primis: la cancellazione del tweet da parte di Beikpour avvenuta il 10 gennaio è stata frutto di una libera scelta del medico iraniano, o di pressioni politiche? Seconda domanda: con quale autorità l’ambasciata iraniana ha convocato il Beikpour, un medico iraniano che vive in Italia e che deve sentirsi libero di esprimersi? Terza domanda: se veramente è un consulente del Ministero della salute italiano (ripetiamo: notizia riportata da Radio Free Europe), il Ministero era informato della sua convocazione in ambasciata? E infine, al di là del Ministero della salute, ne era al corrente la Farnesina? È così che i diplomatici stranieri sono legittimati a comportarsi sul territorio dove sono ospiti?