Che strano! ChatGPT antifascista e antioccidentalista, ma non anticomunista

Risposte in base all’utilizzabilità politica, “bias” molto precisi per non fornire appigli a destra. Regimi autoritari presentabili solo se “di sinistra” o anti-occidentali

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Ma che idee politiche ha un’intelligenza artificiale? La risposta pare, per il momento, abbastanza semplice: quelle di chi l’ha programmata. È un’esperienza interessante, in effetti, stimolare un po’ ChatGPT chiedendogli di valutare alcune posizioni, teorie o sistemi politici.

Colonialismo, comunismo, fascismo

Cominciamo con due domande per rompere il ghiaccio. Chiediamo a ChatGPT se è in grado di produrre argomentazioni in favore del governo coloniale europeo sull’Africa e se è in grado di produrre argomentazioni a favore del comunismo.

Sulla prima domanda, ChatGPT non ha dubbi. Non si può portare nessun argomento a favore della colonizzazione, che è un sistema ingiusto che porta a soggiogare e sfruttare i popoli africani. Il colonialismo può essere solo condannato e non importa che in un breve arco temporale abbia fatto fare a molte aree dell’Africa un salto in avanti di migliaia di anni, abbattuto la mortalità e creato infrastrutture avanzate e un moderno sistema di diritto. Per ChatGPT non esistono argomenti a favore.

Sul comunismo, a questo punto, ci si aspetterebbe la stessa severità. E invece no. ChatGPT si dice in grado di portare vari argomenti a favore del comunismo: uguaglianza e giustizia sociale, diritti dei lavoratori, proprietà collettiva, efficienza (sic) e solidarietà internazionale. Nella sua apertura mentale, l’Intelligenza Artificiale riconosce, però, che l’implementazione del comunismo è controversa e che ci sono anche argomentazioni contro il comunismo.

A questo punto un’altra domanda sorge spontanea. Se è possibile portare argomenti a favore del comunismo, allora se ne possono portare anche a favore del fascismo – ovviamente con la stessa dovuta precisazione che la sua implementazione è controversa e che ci sono anche argomentazioni contro? Secondo ChatGPT no; non è “appropriato” in virtù della sua associazione con autoritarismo e totalitarismo – associazione che evidentemente non era così problematica nel caso del comunismo.

E il comunismo titino?

Proviamo allora a vedere che ne pensa ChatGPT di alcune forme storiche di comunismo e di fascismo – magari quelle considerate un pochino più “soft”: prendiamo il sistema yugoslavo sotto Tito e l’Estado Novo portoghese.

È possibile portare argomenti a favore del comunismo titino? ChatGPT sceglie una formulazione un po’ meno “schierata”. Anziché dire che può portare argomenti a favore del comunismo yugoslavo, scrive che presenterà gli argomenti “che sono stati portati” a suo favore: la politica estera non-allineata, l’applicazione dell’autogestione in economia, l’unità nazionale di uno stato multietnico e il welfare.

L’Estado Novo?

Sulla stessa logica ChatGPT può produrre gli argomenti “che sono stati portati” a favore del sistema portoghese sotto Salazar e Caetano? Perché è chiaro che anche a favore di quel regime “sono stati portati” argomenti e ricapitolarli non è un endorsement.

Ad esempio, nella logica con cui sono stati elencati quelli a favore del sistema titino, si potrebbe scrivere che il regime portoghese aveva una politica estera filo-occidentale, che non ha sostenuto Hitler e Mussolini, che era uno Stato “non razziale” o che ha molto sviluppato Angola, Mozambico e Macao.

E invece no. ChatGPT non può portare argomenti a favore dell’Estado Novo perché era una dittatura fascista caratterizzata da repressione politica, censure e soppressione dei diritti civili.

Comunismo cinese e Iran

Ma basta domande eurocentriche. La netta condanna del colonialismo in Africa fa presagire una condanna altrettanto decisa di un’eventuale presa cinese di Taiwan.

Allora, proviamo a chiedere a ChatGPT, che risponde di non avere opinioni personali, ma di essere in grado di presentare gli argomenti che vengono portati a favore di un governo cinese su Taiwan che, con piacere, elenca.

Ma, più in generale, cosa pensa ChatGPT dell’attuale sistema cinese? È indifendibile almeno quanto la Lisbona degli anni ’60 o si possono portare argomenti a favore? Ebbene, il sistema cinese può essere legittimamente difeso. ChatGPT sceglie una formulazione abbastanza neutra per elencare le argomentazioni a favore del governo di Pechino, dalla stabilità, al successo economico, fino addirittura all’orgoglio nazionalista.

E l’Iran allora? Almeno l’Iran è abbastanza “fascista” da essere indifendibile “agli occhi” dell’Intelligenza Artificiale? La risposta è no. Anche qui ChatGPT non ha difficoltà a presentare gli argomenti che vengono portati a sostegno del regime degli ayatollah: guida morale, giustizia sociale, sostegno popolare, protezione dei valori islamici e resistenza all’influenza occidentale.

Pregiudizi netti

Insomma, cosa se ne deduce? ChatGPT è stato programmato con dei “bias” molto precisi che servono a evitare selettivamente qualsiasi risposta potenzialmente confermativa delle posizioni “di destra” che possano essere presenti nel dibattito occidentale.

Qualunque posizione estremista e autoritaria è invece presentabile se “di sinistra”, ma anche laddove abbia caratteristiche apertamente nazionaliste e reazionarie (vedi Cina e Iran) purché estranee al nostro dibattito e quindi non “utilizzabili” da qualche potenziale utente “trumpiano”.

Uomini e donne

La presenza di bias politicamente motivati in ChatGPT è evidente, anche perché in questa fase sono implementati in modo plateale. Basta vedere la reazione della “macchina” alle domande simmetriche “Are men great?” e “Are women great?”.

Alla prima ChatGPT risponde dicendo che la grandezza è soggettiva e comunque che, come ogni altro attributo, non dipende dal sesso. Alla seconda, invece, risponde convintamente che “yes, women are great!” (incluso il punto esclamativo) e che contribuiscono in modo importante alla società.

Due rischi

Evidentemente ChatGTP non sta esaminando oggettivamente i dati a disposizione su tutte le persone di cui ha conoscenza per crearsi una qualche statistica e nemmeno sta enunciando un principio generale. Risponde sulla base dell’utilizzabilità politica, in questo caso quella di non fornire appigli a potenziali posizioni “maschiliste” e di fornire invece una sponda al femminismo.

Intendiamoci, di per sé, non sarebbe niente di nuovo rispetto ai messaggi che il sistema mediatico ci veicola ogni giorno.

Tuttavia, ci sono due rischi importanti: il primo è quello che le intelligenze artificiali vestano la propaganda di un’immagine sempre più di scientificità e di oggettività; il secondo è che i bias, oggi grossolani ai limiti del grottesco, diventino nel tempo sempre più sofisticati e pertanto in grado di distorcere in modo subdolo la nostra percezione e la nostra valutazione della realtà.

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