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È la libertà di stampa, bellezza: informazione e responsabilità

La “legge bavaglio” accusata di minacciare la libertà di stampa e di espressione, ma è proprio così? Il problema dell’informazione è la sua qualità

Rai

I giornalisti Rai che si fermano per lo sciopero proclamato dal sindacato Usigrai, che segnale è? Una protesta contro la cosiddetta – erroneamente – “legge bavaglio”. L’Italia scende al 46mo posto nell’Indice della libertà di stampa, perdendo 5 posizioni. Tra “i governi” che “non riescono a proteggere il giornalismo” viene menzionato anche quello di Giorgia Meloni. Governo che, invece è proprio quello che ha pensato di tutelare la libertà di stampa, tutelando anche l’etica e l’attendibilità dell’informazione.

In generale, la situazione internazionale desta qualche preoccupazione per quanto riguarda il fenomeno della disinformazione crescente e del diritto del pubblico ad avere notizie e informazioni affidabili, indipendenti e diversificate.

La “legge Costa”

Ma che significa “proteggere”, se non (appunto) il diritto-dovere di tutelare l’informazione da fake news e disinformazione? La “legge Costa”, contro la quale è stato indetto lo sciopero Rai, fa riferimento ad una serie di disposizioni introdotte in Italia nel 2019 con l’obiettivo di contrastare la diffusione di notizie false e la disinformazione online, in particolare durante le campagne elettorali.

Tuttavia, questa legge è stata oggetto di critiche e controversie, e alcuni l’hanno ribattezzata “legge bavaglio”, accusandola di minacciare la libertà di stampa e di espressione. Tra le disposizioni più discusse, l’obbligo per i giornalisti e i blogger di rettificare eventuali notizie false entro 48 ore dalla richiesta delle persone coinvolte.

Inoltre, la legge prevede sanzioni finanziarie per i gestori di piattaforme online che non rimuovono tempestivamente contenuti considerati diffamatori o falsi. Alcuni critici sostengono che questa legge potrebbe avere un effetto intimidatorio su giornalisti e media, spingendoli a evitare la pubblicazione di notizie che potrebbero essere soggette a contestazioni legali.

A preoccupare sono il potenziale impatto sulla libertà di espressione online e la censura preventiva dei contenuti online. Tuttavia, alcuni sostengono che sia necessario trovare un equilibrio tra la tutela della libertà di stampa e la lotta alla disinformazione online, specialmente in contesti come le elezioni dove la manipolazione dell’informazione può influenzare il risultato elettorale.

I sostenitori della legge Costa argomentano che sia necessario intervenire per contrastare la diffusione della disinformazione, specialmente durante le campagne elettorali, al fine di proteggere l’integrità del processo democratico. Ritengono che le disposizioni della legge siano proporzionate e mirate a garantire una maggiore trasparenza e responsabilità nell’informazione online.

È evidente che questa legge solleva importanti questioni riguardo alla libertà di stampa e di espressione, e sarà fondamentale monitorare attentamente il suo impatto sulla pratica giornalistica e sulla libertà di informazione in Italia. In ultima analisi, il bilanciamento tra la necessità di combattere la disinformazione e il rispetto dei principi democratici fondamentali sarà cruciale per determinare il successo e la legittimità di tali misure legislative.

Qualità dell’informazione

Quindi, è il potere della stampa ad avere un problema, o la sua qualità? Perché se guardiamo bene, la tutela della informazione ha a che fare con la sua qualità. In un mondo dove regna il caos, ogni mercante vende la propria verità. Ma non è detto lo sia davvero. Perché quindi lanciare un allarme per una legge studiata proprio per fornire maggiori garanzie di un accesso plurale e democratico all’informazione e alla cultura, sebbene con ripercussioni per chi commette gravi errori? Evidentemente mamma Rai ha paura, sì, di perdere quella egemonia da sempre baluardo politico.

In ogni caso, questa proposta ha suscitato un ampio dibattito sulla libertà di stampa e di espressione in Italia, e resta da vedere come verrà applicata e interpretata nel corso del tempo. Ma è indubbia la necessità di un processo di riforma del diritto all’informazione. Vera, puntuale, corretta. E non indenne da responsabilità