Pubblichiamo un intervento di Giulio Centemero, deputato, capogruppo in Commissione Finanze e tesoriere della Lega
Quello che si sta verificando in queste settimane è emblema dello sgretolamento valoriale e istituzionale a cui stiamo oramai assistendo in questi anni. Non vi sono più confini tra pubblico e privato, tra reale e irreale, tra stato e substrato, tra ragione e torto. Tra Pd e 5 Stelle.
È un meccanismo che soggiace alle leggi ad personam della comunicazione mediatica fatta di microblogging capaci di sostituirsi prepotentemente alle arringhe forensi o alle sentenze dei giudici. Gli stessi che, proprio oggi, si ritrovano alla ribalta delle cronache per i demeriti di qualcuno che ha preferito determinare il proprio agire attraverso scambi illeciti di favori anziché secondo quando previsto dal proprio mandato.
Il problema reale dunque, non è solo nei confronti di Matteo Salvini e del nostro movimento che rappresentano a questo punto, per qualcuno, un pericolo imminente, ma la contrapposizione valoriale di quello che sta alla base di questi due poli. Perché l’atteggiamento di taluni giudici che con la connivenza della politica hanno in questi mesi attaccato, attraverso la magistratura, la Lega (primo partito italiano nonché primo partito dell’opposizione), non va a nuocere solo ad un movimento politico, ma danneggia l’Italia e le sue istituzioni, e soprattutto la fiducia che i nostri concittadini stessi ripongono nello Stato. Perché se lo Stato non è il primo garante dei sacrosanti diritti che dovrebbero tutelare gli individui e se lo Stato stesso non si fa portatore di giustizia e imparzialità, siamo davanti ad un pericolo ben più grande di quello che ci vogliono far credere. Abbiamo un problema.
Se poi a questo si aggiungono un premier non eletto e una maggioranza che va avanti a colpi di “marchette”, ministri che piagnucolano per la salvaguardia degli immigrati quando gli italiani aspettano da tre mesi la cassa integrazione… Insomma, non è per essere catastrofisti, ma il peggio deve ancora arrivare.
Inoltre, se il ministro della giustizia ha “dribblato” davanti al caso Di Matteo, non potrà altrettanto sottrarsi di fronte alla crisi che sta colpendo la magistratura e il Csm. E allora “via alla riforma”! Per ogni problema questo governo ha pronto un pezzo di carta, che poi sia inconsistente o non ancora pubblicato, non importa. Basta annunciarlo con un tweet e darlo in pasto alla stampa, che ne farà un capolavoro.
Ma quale sensibilità politica può avere il Movimento 5 Stelle, nell’affrontare un tema così delicato, se tra le fila dei propri enfant prodige vanta il sottosegretario – al Ministero dell’interno – Carlo Sibilla? Ai più forse conosciuto come colui che disconosce lo sbarco sulla luna, ma ahimè popolare anche per un articolo comparso su Libero nel lontano 2013 che riportava un post dell’oggi sottosegretario che definiva il Restitution Day del Movimento come “l’evento più rivoluzionario dagli omicidi di Falcone e Borsellino?”. Lascio a voi giudicare.
Ma la giustizia è cosa seria ed è necessario onorare tutti i giorni la memoria di coloro che hanno contribuito a sconfiggere la criminalità e pagato con la loro vita, vincendo la battaglia. Questi sono i giudici e i magistrati in cui dobbiamo continuare a credere e fare dei loro valori la vera rivoluzione.