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Non tutti i totalitarismi sono uguali: il regalo del governo Draghi per celebrare il comunismo

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Ormai siamo avvezzi all’esistenza di due tipologie di morti, quelli di serie A e quelli di serie B. Ecco, tutti quelli uccisi dai regimi comunisti vengono da sempre classificati in serie B. Perché dico questo? Perché ancora oggi, in una democrazia liberale come pretende di essere considerata quella italiana, vi sono politici che non solo negano la barbarie e le violenze perpetrate dai regimi comunisti, ma che addirittura finanziano le celebrazioni del Partito Comunista. Sì, avete capito bene: lo Stato italiano finanzia le celebrazioni per i 100 anni del PCI.

Questa brillante idea risale al 2019, quando Daniele Manca (senatore del Pd), Vasco Errani (esponente storico del PCI, ora in Articolo Uno) e Francesco Verducci (ex DS, ora nel Pd) presentarono un emendamento in legge di bilancio che stanziava la bellezza di 400 mila euro in due anni, cioè tra il 2020 e il 2021, per il centenario del PCI. Un favore ai soliti amici! Davanti alle critiche, alla fine l’emendamento venne riformulato ed eliminata la cifra iniziale.

Non è certo una novità che gran parte della sinistra italiana ancora oggi non riconosca che il comunismo sia da equiparare al nazismo e a tutti i sistemi totalitari. Infatti, già nel gennaio 2021 Francesco Giubilei, presidente del think thank Nazione Futura, sulle colonne de il Giornale, riportava il decreto firmato dall’allora ministro per le politiche giovanili e lo sport, il grillino Vincenzo Spadafora, il quale finanziava con 200 mila euro “i progetti per le iniziative culturali e celebrative del centenario della fondazione del Partito comunista italiano”. Un altro episodio che ben fa intendere quanto ancora oggi il comunismo riceva riconoscenza e apprezzamento.

Ma arriviamo alla notizia riportata da Elisa Calessi, su Libero: il decreto ministeriale che da attuazione all’emendamento del 2019 (quello sopra riportato). Non solo attua l’emendamento, ma (tenetevi forte!) addirittura lo raddoppia. Avete capito bene: passiamo, quindi, dai 400 mila euro del 2019 a ben 800 mila. Il merito, questa volta, è del ministro Fabiana Dadone, grillina, responsabile per le politiche giovanili, con anche la delega in materia di anniversari nazionali. Nel decreto si spiegano le finalità e i criteri per assicurarsi una parte dei fondi ministeriali: l’obiettivo deve essere la “promozione e divulgazione, a livello nazionale e/o internazionale – con particolare riguardo verso le giovani generazioni – degli eventi, delle personalità e delle motivazioni storico, sociali e culturali, che portarono alla fondazione dello stesso (il PCI, ndr)”, mentre il raggio delle iniziative finanziabili è molto ampio, da opere di musica a pubblicazioni, passando per il cinema e il teatro.

È surreale e offensivo nei confronti delle milioni di vittime cadute a causa della ferocia comunista. Cari Errani, Manca e Verducci, senza dimenticare la Dadone (divenuta nota ai più per le scarpe rosse sopra al tavolo del suo ufficio…), avreste il coraggio di parlare con i genitori dei ragazzi che nel ’68 protestavano a Praga e per il loro grido di libertà furono tremendamente uccisi dalle truppe sovietiche? Oppure, davanti ai parenti delle vittime della Rivoluzione ungherese del ’56? Senza dimenticare le atrocità dei partigiani comunisti perpetrate nei confronti dei civili italiani e non solo. È sufficiente aprire un libro di storia sul Dopoguerra e conoscere la realtà del comunismo: una realtà fatta di sangue e violenza, che con la democrazia mai niente ebbe a che fare.