La Germania prende un provvedimento apparentemente logico, ma che in Europa purtroppo fino ad oggi sembrava fuori discussione: Berlino ha deciso di inserire tutta l’organizzazione libanese Hezbollah nelle liste delle organizzazioni terroristiche. Si tratta di una decisione storica, perché i Paesi dell’Unione europea, contro ogni evidenza e con una certa dose di ipocrisia, hanno sempre considerato terroristica solo l’ala militare di Hezbollah, non anche quella politica. Una distinzione ipocrita, appunto, che ha permesso ai terroristi di Hezbollah di viaggiare liberamente in Europa, creando solidi network politici e ideologici.
Dopo aver annunciato l’inserimento di Hezbollah nelle liste delle organizzazioni terroristiche, Berlino ha reso noto che le forze di sicurezza sono entrate nelle moschee e nelle associazioni legate al “Partito di Dio”, trovando oltre mille persone facenti parte integrante di Hezbollah e operanti in Germania per conto di Nasrallah e del regime iraniano.
Ricordiamo che la Germania aveva da tempo messo sotto osservazione le attività del regime iraniano sul suo territorio e diversi report dell’intelligence tedesca avevano rilevato un pericoloso aumento dei membri di Hezbollah nel Paese, soprattutto nella regione del Renania Settentrionale-Vestfalia. Non solo: in Germania era ancora possibile assistere alla celebrazione della “Giornata per Gerusalemme”, in cui veniva annualmente invocata la distruzione di Israele e venivano bruciate le bandiere dello Stato ebraico e degli Stati Uniti. Dalla Germania sono partiti verso Israele terroristi quali Steven Smyrek e Khaled Kashkush che, dopo essersi radicalizzati a Berlino, hanno raggiunto Israele per provare a compiere un attentato (fortunatamente arrestati, il primo nel 1997 e il secondo nel 2008). Sempre in Germania, ancora oggi era possibile vedere il canale televisivo di Hezbollah al-Manar, grazie a due network satellitari egiziani e sauditi. Una televisione attraverso cui Hezbollah diffonde le sue fake news e la sua ideologia fondamentalista filo iraniana.
Qui su Atlantico Quotidiano siamo stati i primi, e forse i soli, in Italia, a riportare il tentativo del regime iraniano di penetrare in Germania, e in Europa, per mezzo del Centro Islamico di Amburgo (IZH), organizzazione religiosa che è finora riuscita ad avere un contatto diretto anche con il mondo istituzionale tedesco grazie alla sua appartenenza all’IGS, una istituzione che raccoglie le varie comunità islamiche sciite in Germania.
La decisione tedesca, seppur tardiva, va nella giusta direzione per contrastare l’influenza e le attività destabilizzanti di Teheran in Europa, contribuendo all’isolamento del regime iraniano e dei suoi proxies in tutto il mondo. Non solo in chiave anti-terrorismo internazionale, ma anche nell’ottica di liberare Paesi come il Libano dalla morsa di Hezbollah, vero e proprio Stato nello Stato che ne impedisce da ormai oltre trent’anni lo sviluppo politico e economico. Seguiranno altri stati europei, e la stessa Ue, le orme di Berlino?