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Effetti avversi

Miocarditi da vaccini anti-Covid e morti improvvise: cosa dicono gli studi più recenti

Rischio miocardite dopo la vaccinazione anti-Covid di gran lunga maggiore rispetto a quello da Covid. A più alto rischio adolescenti e giovani adulti

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La miocardite non è altro che un’infiammazione del muscolo cardiaco, una condizione pericolosa per la vita umana. Ci sono molte cause accertate per questa patologia cardiaca. La causa principale, secondo le scoperte più recenti della scienza moderna, sono i virus; ma, dall’inizio dello scorso anno, i vaccini anti-Covid a mRna si sono guadagnati un posto tra i principali responsabili di miocardite.

Un importante studio francese peer-reviewed pubblicato il mese scorso sulla prestigiosa rivista Nature, dal titolo “Age and sex-specific risks of myocarditis and pericarditis following Covid-19 messenger RNA vaccines”, ha concluso che, per i vaccini Pfizer e Moderna, il rischio di miocardite sale alle stelle una settimana dopo la vaccinazione. Insomma, per i vaccini anti-Covid – come si suol dire – “piove sul bagnato”, poiché le evidenze sui danni prodotti da questi vaccini si vanno sempre più accumulando [9, 25].

Appena la settimana scorsa, fra l’altro, abbiamo presentato su Atlantico Quotidiano un lavoro scientifico – svolto da un team guidato da Stephanie Seneff, direttrice di ricerca al famoso MIT di Boston – nel quale si evidenziano i principali “forti segnali” presenti nei dati del database VAERS sugli effetti avversi, fra cui quello di una possibile correlazione fra la vaccinazione con vaccini anti-Covid a mRna (quali Pfizer e Moderna) e l’accelerazione nella progressione del cancro, che avrebbe un impatto sanitario notevole sui soggetti già malati [10].

Il rischio di miocardite e pericardite

La prima ricerca che presento oggi, svolta da esperti d’oltralpe e il cui primo nome è il dr. Stéphan Le Vu, epidemiologo della sanità pubblica francese e ricercatore dell’Imperial College di Londra, ha mirato invece a fornire una valutazione completa dell’associazione – per vaccino, per sesso ed età – fra vaccini anti-Covid a mRna (di nuovo, Pfizer e Moderna) e l’insorgenza di miocardite e/o pericardite. È quindi una tessera assai importante nella valutazione rischi-benefici dei vaccini anti-Covid.

Utilizzando i dati sulle dimissioni ospedaliere e sui vaccini a livello nazionale, gli autori hanno analizzato tutti i 1.612 casi di miocardite e 1.613 casi di pericardite verificatisi in Francia nel periodo dal 12 maggio al 31 ottobre 2021, coinvolgendo 32 milioni di persone di età compresa tra 12 e 50 anni che hanno ricevuto 46 milioni di dosi di vaccini a mRna, giungendo a interessanti conclusioni che appaiono tutt’altro che tranquillizzanti, soprattutto alla luce delle sempre più innocue varianti del virus.

Eseguendo studi caso-controllo abbinati, Le Vu e collaboratori hanno trovato maggiori rischi di miocardite e pericardite durante la prima settimana dopo la vaccinazione, e in particolare dopo la seconda dose: per le miocarditi, in particolare, il rischio è risultato essere più grande di 8,1 volte con Pfizer, e di ben 30 volte con Moderna, rispetto al rischio del gruppo di controllo non vaccinato.

Le associazioni più grandi sono state osservate per la miocardite dopo la vaccinazione con Moderna in persone di età compresa tra 18 e 24 anni: per loro, l’associazione dose-sviluppo della patologia era 44 volte più grande [4], un fattore che andrebbe senza dubbio considerato nella valutazione del rapporto rischi-benefici. Le stime dei casi in eccesso attribuibili alla vaccinazione hanno rivelato, però, un carico sostanziale di miocarditi e pericarditi anche in altri gruppi di età, e in entrambi i sessi.

Dopo un follow-up di 30 giorni a partire dalla dimissione dall’ospedale, si sono avuti 4 decessi (pari allo 0,24 per cento) tra i casi di miocardite (nessuno tra quelli esposti al vaccino) e 5 decessi (0,31 per cento) tra i casi di pericardite (incluso un paziente che ha ricevuto un vaccino da 8 a 21 giorni prima della diagnosi). Potrebbe sembrare una percentuale accettabile, ma di solito con queste patologie il peggio viene con il passare del tempo.

Cosa rischia chi sviluppa una miocardite

Infatti, come è ben noto ai medici, il tasso di mortalità delle miocarditi virali (le infezioni virali sono la causa più frequente della miocardite) sale al 20 per cento ad un anno e a ben il 50 per cento (la metà!) a 5 anni [2].

La miocardite è un processo infiammatorio del miocardio, dunque una cosa molto seria; e, nonostante una gestione medica ottimale, la mortalità complessiva per queste patologie non è cambiata negli ultimi 30 anni. Inoltre, come vedremo, può essere la causa sottostante delle “morti improvvise” oggi sempre più frequenti.

Perciò, quando certi medici “da poltrona” onnipresenti nelle trasmissioni televisive – alcuni dei quali neppure virologi, ma fatti passare per tali dai media pur di giustificarne la presenza – tentano di minimizzare sui rischi legati a queste patologie, la domanda che mi pongo è sempre la stessa: sono “semplicemente” ignoranti (in fondo, non sono certo dei cardiologi), incapaci di analizzare i numeri, oppure hanno dei conflitti di interesse?

Una cosa che fa rabbia e dovrebbe indignare chiunque è che la maggior parte dei pazienti con miocarditi e/o pericarditi causate dai vaccini anti-Covid sono giovani e sani, o meglio erano sani, poiché in molti casi quello è solo l’inizio di un calvario che porta a disabilità (in molti casi, anche svolgere normali attività diventa un’impresa, e lavorare o studiare è impossibile) e spese mediche abnormi. Gli individui che sono suscettibili includono bambini, donne in gravidanza ed immunocompromessi.

“Sia l’infezione da Sars-CoV2 che i vaccini anti-Covid a mRna sono stati associati alla miocardite. Conoscendo l’affinità della proteina spike ai recettori Ace2 nel cuore e la lesione della proteina spike ai cardiomiociti (cellule del cuore), l’associazione della miocardite con il virus Sars-CoV2 o con i vaccini a mRna a base di proteine ​​spike non era del tutto inaspettata”, ha affermato il dr. Sanjay Verma, un rinomato cardiologo statunitense, commentando a caldo lo studio francese [4].

“Il follow-up dei pazienti in questo studio è stato limitato a un mese dopo la dimissione. Tuttavia, un precedente studio di risonanza magnetica cardiaca ha rilevato che circa il 75 per cento dei pazienti con miocardite associata al vaccino può presentare anomalie della risonanza magnetica persistenti 3-8 mesi dopo la diagnosi iniziale”, ha affermato ancora Verma. Ma queste potrebbero durare anche più a lungo: semplicemente, non è ancora passato abbastanza tempo per avere dati sul lungo termine.

Ad esempio Roberto, operatore sanitario di 26 anni, sta ancora male per una pericardite a 14 mesi dalla vaccinazione, come ha raccontato nella puntata di Fuori dal Coro del 24 maggio [8]. Ha continue fitte al petto, su cui avverte una sensazione di peso, accompagnata da una mancanza di fiato. Roberto faceva trekking, ma ora fa le scale solo con delle pause, perché va in dispnea. E dal Servizio Sanitario Nazionale non ha ricevuto alcun aiuto: tutte le visite le fa privatamente, a proprie spese.

Per dare un’idea di ciò che questi vaccini sono capaci di fare a persone sane – diversamente da quanto sostenuto dalle case farmaceutiche – bastano le testimonianze di chi ha perso un proprio caro. Ad esempio quella di un giovane: “Mia sorella minore, morta lo scorso febbraio, era sopravvissuta al cancro per molti anni. Dopo aver preso le dosi di Pfizer, il suo cancro è tornato alla grande, ha sviluppato problemi cardiaci dove prima non ne aveva, anche coaguli di sangue… il tutto nel giro di pochi mesi” [13].

I dati falsati forniti da FDA, CDC, NEJM

Lo studio finanziato dall’FDA (l’Agenzia regolatoria americana, notoriamente influenzata dalle lobby farmaceutiche [16]) sui possibili rischi di sviluppare miocardite e pericardite dopo una dose di vaccino anti-Covid – e basato sui database dell’assicurazione sanitaria per identificare i ricoveri per miocardite o pericardite verificatisi in persone di età compresa tra 18 e 64 anni, da 1 a 7 giorni dopo un vaccino Pfizer o Moderna – è definibile come “fortemente imperfetto” [6].

Si tratta di un classico “studio confondente”, in quanto ha utilizzato un limite di 7 giorni per gli “esiti finali (endpoint) clinici” per eventi di miocardite o pericardite dopo la vaccinazione, mentre il continuo aumento del rischio di miocardite o pericardite “è stato riscontrato dai rapporti (MMWR) dei Centers for Disease and Prevention (CDC) anche a 21 giorni dalla vaccinazione”, ha spiegato Verma. Inoltre, non ha incluso i giovani di età compresa tra 12 e 17 anni, “che sono la coorte a più alto rischio”.

Il dr. Verma fa notare che anche l’analisi del CDC sul tema [11] bara, “suggerendo erroneamente” che il rischio di miocardite dopo l’infezione da Sars-CoV2 sia maggiore rispetto a quello successivo alla vaccinazione con vaccini anti-Covid a mRna: “per i casi di miocardite dopo Sars-CoV2, il CDC utilizza ‘casi’ ufficialmente confermati con tamponi molecolari, anche se i propri dati sulla sieroprevalenza dimostrano che molte più persone sono state infettate rispetto ai ‘casi’ positivi ai tamponi molecolari ufficialmente conformi”.

“Ad esempio”, spiega Verma, “i dati sulla sieroprevalenza al 21 febbraio 2022 rivelano che negli Stati Uniti il 75 per cento (circa 54 milioni) di tutti i bambini è stato infettato rispetto ai soli 12 milioni di ‘casi’ ufficialmente confermati con i tamponi molecolari (ovvero, il numero effettivo di bambini infetti è 4,5 volte maggiore dei “casi” ufficiali). Pertanto, calcolando il rischio di miocardite dopo l’infezione da Sars-CoV2, il tasso rilevato dal CDC dovrebbe essere ridotto di 4,5 volte, ma il CDC non ha adeguato di conseguenza i suoi dati” [4].

Anche uno studio simile pubblicato dal New England Journal of Medicine [22] era viziato da un grave errore di fondo, perché nella sua analisi combinava tutti i gruppi di età: “è risaputo che i ricoveri per Covid-19 sono prevalentemente composti da persone di età superiore ai 65 anni. L’analisi del CDC rivela che il 91 per cento di tutti i ricoveri per Covid si è verificato in persone con condizioni mediche di base. Pertanto, i casi di miocardite da Covid probabilmente si verificano nelle persone anziane con condizioni mediche di base” [13].

Pure secondo una recente meta-analisi pubblicata sul British Medical Journal, sono “gli adolescenti ed i giovani adulti ad essere a più alto rischio di miocardite dopo la vaccinazione con vaccini a mRna (in pratica, Pfizer e Moderna) e l’incidenza della miocardite potrebbe raggiungere i 140 casi per milione” [21]. Inoltre, se si guarda ai dati sulle segnalazioni di mio/pericarditi al VAERS, esse sono cresciute dalla prima dose alla terza (v. figura) nella fascia di età 30-75 anni, il che è decisamente un pessimo segnale.

Il numero di rapporti di segnalazione di mio/pericarditi al VAERS nelle varie fasce di età dall’inizio della vaccinazione anti-Covid fino al 1° luglio 2022
(Fonte: OpenVAERS)

Rischio miocardite maggiore dopo i vaccini

Gli autori dello studio francese di Le Vu et al. non hanno analizzato l’effetto della vaccinazione con il booster (cioè con la famose terza dose, o dose di richiamo) poiché essa non è ancora raccomandata per i giovani adulti in Francia. Negli Stati Uniti, tuttavia, le iniezioni di richiamo sono obbligatorie dal college fino alle università, ed inoltre datori di lavoro e persino alcuni dipartimenti di salute pubblica statali la richiedono, indipendentemente dall’età o dall’eventuale infezione precedente.

Ma “in un prosieguo britannico – attualmente allo stadio di preprint [7] – dello studio francese peer-reviewed sulla miocardite dopo la vaccinazione, l’analisi ha rilevato un rischio incrementale continuo di miocardite dopo la vaccinazione booster, o terza dose, specie con Pfizer. Infatti, mentre molti Paesi si sono astenuti dal raccomandare la vaccinazione contro il Covid nei bambini molto piccoli perché i rischi non giustificano i benefici, gli Stati Uniti sono gli unici a raccomandarla” [4, 6], ha affermato Verma.

In un altro studio di Patone et al. [23], uscito su Nature Medicine, è stato dimostrato che, per le persone di età inferiore ai 40 anni, il rischio di miocardite dopo la vaccinazione anti-Covid è di gran lunga maggiore rispetto a quello dopo l’infezione da Covid-19. Esso ha rilevato che, rispetto al tasso di fondo nella popolazione generale, c’era un rischio aumentato di 3,4 volte dopo una dose di Pfizer e di 20,71 volte dopo una di Moderna, mentre il rischio dopo l’infezione da Covid era di 4,06 volte il tasso di fondo.

Ma quando questo gruppo è ulteriormente stratificato per il rischio, il gruppo di età compresa tra 16 e 29 anni ha avuto un rischio ancora maggiore di miocardite dopo la vaccinazione, in particolare per il vaccino Moderna: l’infezione da Covid-19 ha prodotto un rischio 2,83 volte maggiore, mentre il vaccino Moderna un rischio 74,39 volte maggiore e Pfizer un rischio 2,88 volte maggiore (e che cresce con il booster) rispetto al tasso di fondo nella popolazione generale [13].

“Di solito non vediamo così tanti problemi cardiaci in un anno”, ha detto Verma basandosi sulla propria esperienza clinica (visita infatti alcune centinaia di pazienti al mese), aggiungendo che prima della pandemia “ne vedeva molti meno”. Egli, inoltre, è perplesso sul motivo per cui i media hanno prestato maggiore attenzione ai problemi di coagulo di sangue da vaccino Johnson & Johnson quando ci sono stati almeno 10 volte più casi di miocardite, secondo il suo osservatorio privilegiato.

Nel dicembre 2021, la FDA aveva chiesto a un giudice di concedergli 75 anni per produrre dati sulla sicurezza relativi al vaccino Pfizer e BioNTech, ma all’inizio di gennaio di quest’anno alla FDA è stato ordinato di rilasciare i relativi documenti in circa 8 mesi. È stato così svelato, in un report riservato [19], che ben 1.223 decessi e 42.086 eventi avversi sono stati segnalati a Pfizer dal lancio del proprio vaccino in un periodo di 3 mesi – dal 1° dicembre 2020 al 28 febbraio 2021 – con le prime poche iniezioni.

Le morti cardiache improvvise

Il VAERS è un sistema di segnalazione volontario degli effetti avversi nato nel 1990 e si stima rappresenti solo l’1 per cento dei danni da vaccino [18, 29]. Le segnalazioni al VAERS di miocardite e pericardite sono aumentate drasticamente nel 2021: 24.084 e 16.417 casi al 6 maggio 2022. La maggior parte di queste (31.501) sono legate al vaccino Pfizer (mentre i media, in Europa, hanno preso di mira solo il vaccino Astrazeneca). I numeri precedenti vanno quindi moltiplicati per 10 o finanche per 100 per avere stime realistiche.

Naturalmente, le miocarditi e le pericarditi non sono gli unici effetti avversi prodotti dai vaccini anti-Covid sul sistema cardiovascolare e che possono causare la morte delle persone. Ne trovate vari altri sul sito openvaers.com (realizzato dalle vittime di effetti avversi dei vaccini), che fornisce al grande pubblico una serie di utili grafici riassuntivi degli effetti avversi segnalati al relativo database, il VAERS appunto, dai cittadini Usa. E chiunque può usarlo anche per fare delle ricerche autonome di dati rilevanti.

Il numero di rapporti di segnalazione di attacchi di cuore al VAERS a vari giorni distanza da una dose di vaccino, dall’inizio della vaccinazione anti-Covid fino al 1° luglio 2022. La maggior parte degli eventi si verificano entro 48 ore dall’inoculo, suggerendo un rapporto di causa-effetto
(Fonte: OpenVAERS)

Recentemente, sui media è stata messa in evidenza una nuova patologia: “sindrome della morte improvvisa dell’adulto” o, con l’acronimo inglese, SADS. I fattori alla base della SADS includono miocardite non diagnosticata, condizioni infiammatorie e altre condizioni che causano irregolarità nel sistema elettrico del cuore, innescando così l’arresto cardiaco. Ma, ovviamente, è impossibile dimostrare l’esistenza di una miocardite da vaccino sottostante se non si procede a un’autopsia.

I dati forniti da una meta-analisi della letteratura sportiva [14] svolta dal Centro Ospedaliero Universitario di Losanna, in Svizzera, mostrano 1.101 morti improvvise in atleti di età inferiore ai 35 anni tra il 1966 e il 2004, con un tasso medio annuo di 29, in tutti gli sport. Ma poi, solo tra marzo 2021 e marzo 2022 – ovvero in un solo anno – almeno 769 atleti hanno subìto un arresto cardiaco, sono crollati o sono morti sul campo, in tutto il mondo [15], come mostrano i relativi articoli reperibili nelle cronache online.

Tra gli atleti dell’Ue aderenti alla FIFA (la federazione internazionale che governa il calcio), la morte improvvisa è aumentata di ben il 420 per cento nel 2021. Storicamente, circa cinque calciatori sono morti durante la partita ogni anno; mentre, tra gennaio e metà novembre 2021, 21 giocatori FIFA sono morti per morte improvvisa [4]. E tutti ricorderanno il calciatore danese vittima, in diretta tv, di un arresto cardiaco durante la partita dell’Europeo di calcio tra Danimarca e Finlandia, il 12 giugno 2021.

Inoltre, da gennaio a maggio del 2021 (cioè in piena campagna vaccinale), le chiamate ai servizi medici di emergenza israeliani per arresto cardiaco (CA) e per sindrome coronarica acuta (ACS) sono aumentate di oltre il 25 per cento rispetto al 2019 e al 2020: è il dato fornito da uno studio retrospettivo pubblicato ad aprile da Nature Scientific Reports, dal titolo “Aumento degli eventi emergenti sulla popolazione di età inferiore ai 40 anni in Israele durante l’introduzione del vaccino e la terza ondata di Covid-19” [17]. Come spiegano gli autori di questo studio:

“Pur non stabilendo relazioni causali, i risultati sollevano preoccupazioni per quanto riguarda gli effetti collaterali cardiovascolari gravi indotti dal vaccino ma non altrimenti rivelati, e sottolineano la relazione causale già stabilita tra vaccini e miocardite, una causa frequente di arresto cardiaco inaspettato nei giovani. La sorveglianza dei potenziali effetti collaterali del vaccino dovrebbe incorporare tali dati e indagare prontamente le cause sottostanti”.

Legame fra morti improvvise e miocardite da vaccino

In effetti, ci sono state numerosissime news di morte cardiaca improvvisa dopo la vaccinazione Covid-19, negli Stati Uniti, in Italia e nel resto del mondo: riguardo uno di questi casi, di un adolescente americano morto dopo la vaccinazione contro il Covid-19, il CDC ha dichiarato [26]: “Questo caso è attualmente sotto inchiesta e, fino al completamento dell’indagine, è prematuro assegnare una causa specifica di morte”. Tuttavia, nessun rapporto formale è stato poi rilasciato sui loro risultati, nemmeno sei mesi dopo.

Un altro studente universitario adolescente si è ammalato gravemente pochi giorni dopo la seconda dose di vaccinazione anti-Covid ed è morto poco dopo [27]. In quest’ultimo caso, la causa ufficiale della morte è ancora sconosciuta; tuttavia, secondo il dr. Verma, il corso degli eventi sembra essere coerente con la miocardite fulminante acuta [24]. Dunque anche i casi del VAERS supportano il probabile legame fra vaccini e morti improvvise dovute, in molti casi, a miocarditi da vaccino non diagnosticate.

Un altro caso, denominato con l’identificativo VAERS ID 1764974 (il relativo rapporto può essere visionato da chiunque acceda al database) riguarda un quindicenne morto sei giorni dopo aver ricevuto la vaccinazione Pfizer (l’autopsia avrebbe rivelato miocardite). Un altro ragazzo di 26 anni è morto quattro giorni dopo aver ricevuto la dose di richiamo della vaccinazione Pfizer anti-Covid. Secondo la famiglia, l’autopsia ha dimostrato una miocardite comprovata dalla biopsia [28].

Il direttore del CDC Rochelle Walensky ha dichiarato: “Ognuna di quelle morti viene giudicata”. Ma giudicata da chi? E come? Finora nessun rapporto formale è stato pubblicato dal CDC che descriva in dettaglio tale processo di giudizio. L’approccio del CDC sembra ignorare del tutto la valutazione del cardiologo o del patologo, senza fare un’indagine più approfondita e metodica, comprese autopsie e biopsie con valutazione specifica della patologia immunitaria e mediata dalla proteina spike [24].

Infine, anche gli anziani potrebbero aver subìto una morte prematura dopo la vaccinazione anti-Covid per motivi analoghi. Uno studio sul tema conclude [29]: “La maggior parte dei pazienti delle case di cura ha una breve aspettativa di vita residua, ma la vaccinazione potrebbe, in alcuni casi, aver accelerato un processo di morte che era già iniziato. Ai pazienti in casa di cura dovrebbe ancora essere data la priorità per la vaccinazione, ma i benefici rispetto al rischio devono essere valutati attentamente per i pazienti più fragili” .

Infine, capite bene che se i vaccini producono così tanti effetti avversi mortali sul breve termine – e per di più difficilmente distinguibili dalle morti “normali” – si dovrebbe osservare un eccesso di mortalità della popolazione, almeno in alcune classi di età. E, in effetti, questo eccesso era già emerso vari mesi fa [9], ma rimando la trattazione aggiornata dell’argomento a un futuro articolo. Qui mi limito ad anticipare che le conferme ed i pessimi segnali arrivano anche da quel versante.

La proteina spike da vaccino può causare Long Covid

Non esiste ancora un meccanismo definito per spiegare i casi di miocardite o pericardite da vaccino, sebbene vi siano ben 16 diverse ipotesi [21]. Ad esempio, potrebbero essere autoanticorpi contro la proteina spike. Potrebbe essere un danno diretto alla proteina spike. Oppure una combinazione di entrambi. Di certo, però, non è sbagliato concentrarsi sui problemi cardiaci, poiché questi sono maggiori in numero e hanno un impatto maggiore sull’esitazione al vaccino. Vale dunque la pena cercare di capirne un po’ di più.

La miocardite virale, che naturalmente è quella che conosciamo meglio e interessa 1-2 persone su 10.000 ogni anno, inizia con l’invasione diretta di un agente infettivo e la sua successiva replicazione all’interno o intorno al miocardio causando mionecrosi [2]. Ciò porta alla distruzione del tessuto cardiaco per l’infiltrazione e la replicazione dell’agente infettivo. In seguito, l’immunità cellulare dell’ospite risponde e gli effetti citotossici dell’immunità dell’ospite vengono attivati dall’agente incriminato.

Nel caso delle miocarditi e degli infarti da vaccino, invece, un recente studio attualmente ancora alla fase di preprint [3], condotto da ricercatori statunitensi, sembra fornire degli indizi importanti sui possibili processi di fondo coinvolti. Infatti, ha scoperto che la proteina spike della vaccinazione anti-Covid può persistere nei tessuti e nelle cellule immunitarie di una persona per mesi dopo la vaccinazione, ed è associata a un’infiammazione in corso del sistema immunitario e a sintomi debilitanti.

Oltre a livelli elevati di proteine ​​spike, nelle persone con sintomi post-vaccinazione i ricercatori hanno trovato indicatori di infiammazione del sistema immunitario. Sulla base di ciò, suggeriscono un meccanismo per cui la proteina spike persistente nelle cellule immunitarie innesca una risposta infiammatoria del sistema immunitario che causa i sintomi. Gli autori entrano in qualche dettaglio (che qui tralascerò) sui particolari percorsi biologici che potrebbero essere coinvolti.

Inoltre, gli autori concludono che la persistenza della proteina spike dal momento della vaccinazione sembra essere un “contributore principale” di sintomi simili a quelli del Long Covid post-vaccino, e che potrebbe anche essere un “contributore importante” dei sintomi di Long Covid post-infezione, “dato che la sola proteina spike rilasciata dalla vaccinazione può causare caratteristiche patologiche simili”. In altre parole, il Long Covid dopo l’infezione può essere causato o prolungato dal vaccino piuttosto che dall’infezione.

ISS e Ministero della salute latitanti

La scoperta che la proteina spike può persistere nel corpo per mesi dopo la vaccinazione, causando apparentemente un’infiammazione continua del sistema immunitario e sintomi debilitanti, è altamente “inquietante” – come sottolineato anche dal prof. Mariano Bizzarri, oncologo della “Sapienza” [12] – e dovrebbe preoccupare le autorità sanitarie del nostro Paese, che appaiono invece interessate solo a “piazzare” i vaccini, neanche fossero dei rappresentanti delle case farmaceutiche.

Infatti, come osservano gli autori dello studio, “ciò suggerisce un possibile meccanismo per gravi eventi avversi che colpiscono il sistema cardiovascolare, come infiammazioni cardiache e coaguli di sangue, per alcuni mesi dopo la vaccinazione. Alla luce dell’alto tasso di decessi per cause cardiovascolari negli ultimi 18 mesi, la possibilità che i vaccini possano essere coinvolti dovrebbe essere indagata senza indugio” [5]. Invece, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il Ministero della salute sembrano essere “latitanti”.

Riferimenti bibliografici

[1] Le Vu Sthéphan et al., “Age and sex-specific risks of myocarditis and pericarditis following Covid-19 messenger RNA vaccines”, Nature, 25 giugno 2022.

[2] Kang M. & An J., “Viral myocarditis”, National Library of Medicine, 5 gennaio 2022.

[3] Bruce E. et al., “SARS-CoV-2 S1 Protein Persistence in SARS-CoV-2 Negative Post-Vaccination Individuals with Long COVID/ PASC-Like Symptoms”, Research Square preprint, 12 luglio 2022.

[4] Trigoso E., “Moderna Vaccine Increases Myocarditis Risk by 44 Times in Young Adults: Peer-Reviewed Study”, The Epoch Times, 28 giugno 2022.

[5] Jones W., “Spike Protein From Vaccine Can Persist in the Body For Months and Cause Debilitating Symptoms, Study Finds”, The Daily Sceptic, 15 luglio 2022.

[6] Trigoso E., “‘Severely Flawed’: Cardiologist Criticizes FDA-Funded Study Suggesting Myocarditis, Pericarditis Risks from COVID-19 Vaccines”, The Epoch Times, 18 giugno 2022.

[7] Patone M. et al., “Risk of myocarditis following sequential COVID-19 vaccinations by age and sex”, medRxiv preprint, 25 dicembre 2021.

[8] Redazione, “Fuori dal coro, il vaccino e Roberto: ‘Effetto collaterale’, la sua vita rovinata”, liberoquotidiano.it, 25 maggio 2022.

[9] Menichella M., “Una stima realistica degli effetti avversi dei vaccini anti-Covid e del rapporto rischi-benefici”, Fondazione David Hume, 9 novembre 2021.

[10] Seneff S. et al., “Innate immune suppression by SARS-CoV-2 mRNA vaccinations: The role of G-quadruplexes, exosomes, and MicroRNAs”, Food and Chemical Toxicology, giugno 2022.

[11] Kimball S., “Myocarditis risk higher after Covid infection than Pfizer or Moderna vaccination, CDC finds”, cnbc.com, 1° aprile 2022.

[12] Canè M., “Quarta dose? Per smaltire le scorte”, Intervista al prof. Mariano Bizzarri (Università “La Sapienza”), La Verità, 13 giugno 2022.

[13] Trigoso E., “COVID Vaccine Blood Clot Issue ‘May Be in the Hundreds,’ but ‘Heart Issue Is in the Thousands’: Cardiologist”, The Epoch Times, 17 giugno 2022.

[14] Bille K. et al., “Sudden cardiac death in athletes: the Lausanne Recommendations”, Eur. J. Cardiovasc. Prev. Rehabil., dicembre 2006.

[15] OAN Newsroom, “Hundreds Of Professional Athletes Collapsing On Field, Dying From Mysterious Heart Complications”, One America News Network, 10 aprile 2022.

[16] Bonaccorsi M. & , Vendemiale L., “Non c’è due senza tre”, puntata della trasmissione Report del 1° novembre 2021, rai.it, 2021.

[17] Sun C.L.F., “Increased emergency cardiovascular events among under-40 population in Israel during vaccine rollout and third COVID-19 wave”, Nature Scientific Reports, 28 aprile 2022.

[18] Ross L. et al., “Electronic Support for Public Health–Vaccine Adverse Event Reporting System”, Agency for Healthcare Research and Quality, settembre 2010.

[19] Pfizer, “Cumulative Analysis of Post-Authorization Adverse Event Reports of PF-07302048 (BNT162B2) received through 28 Feb 2021”, phmpt.org, 30 aprile 2021.

[20] Shimabukuro T.T. et al., “Safety monitoring in the Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS)”, Vaccine, 22 luglio 2015.

[21] Pillay J. et al., “Incidence, risk factors, natural history, and hypothesised mechanisms of myocarditis and pericarditis following Covid-19 vaccination: living evidence syntheses and review”, The British Medical Journal, 25 maggio 2022.

[22] Mevorach D. et al., “Myocarditis after BNT162b2 mRNA Vaccine against Covid-19 in Israel”, The New England Journal of Medicine, 6 ottobre 2021.

[23] Patone M. et al., “Risks of myocarditis, pericarditis, and cardiac arrhythmias associated with COVID-19 vaccination or SARS-CoV-2 infection”, Nature Medicine, 14 dicembre 2021.

[24] Verma S., “Mandating COVID-19 Vaccinations for Everyone is Unethical and Not Scientifically Justified – Risks and Complications associated with COVID-19 Vaccines”, medium.com, 16 gennaio 2022.

[25] Donzelli A., “Slide e relativi commenti video dal 9 gennaio al 19 giugno 2022”, Commissione Medico Scientifica Indipendente, https://cmsindipendente.it/infovax, 2022.

[26] Impelli M., “13-Year-Old Dies in Sleep After Receiving Pfizer COVID Vaccine; CDC Investigating”, Newsweek, 7 febbraio 2021.

[27] McCrabb R., “Mother of Mason graduate ‘looking for answers’ after her daughter’s illness and death”, journal-news.com, 16 giugno 2021.

[28] Redshaw M., “Exclusive: Autopsy Confirms 26-Year-Old’s Death From Myocarditis Directly Caused by Pfizer COVID Vaccine”, 1° novembre 2022.

[29] Wyller T.B. et al., “Nursing home deaths after COVID-19 vaccination”, Tidsskr Nor Legeforen, 19 maggio 2921.