Tempo di elezioni e, come prevedibile, tempo di Covid. Quando si vuole abbinare le due tematiche in un unico articolo si dovrebbe quantomeno usare un po’ di precauzione. Invece il Corriere della Sera ti sbatte in faccia senza ritegno un titolo così: “Elezioni 2022, quanto vale il partito dell’anti-scienza?”. [1]
Anti-scienza, con quella parola usata come un’etichetta da attaccare a chi non si conforma, come le campanelle al collo dei lebbrosi. Come osate, voi comuni mortali, mettere in dubbio efficacia e sicurezza dei vaccini contro il Covid? Siete contro la Scienza (con la S maiuscola) per caso?
Sembra quasi di vederlo il dito accusatore di Milena Gabanelli e Simona Ravizza, pronte a mettere nella stessa minestra terrapiattisti e no-vax. Che poi cosa vuol dire no-vax? Opposizione a tutti i vaccini o solo a quelli contro il Covid? Non è dato saperlo.
Tutti contro la Scienza?
Vallo a spiegare alla redazione del quotidiano milanese che ancora un anno fa erano oltre 45 mila gli operatori sanitari in Italia che avevano rifiutato il vaccino [2]. Sono 4 mila i medici italiani che non si sono ancora vaccinati [3], così come (dati del novembre 2021) uno su tre fra infermieri e medici americani [4], mentre centinaia di professionisti della salute australiani hanno perso il lavoro per non essersi sottoposti all’iniezione obbligatoria [5].
Sono tutti contro la Scienza? L’endocrinologo Giovanni Frajese, che nel corso di una conferenza tenuta al Senato ha spiegato di non aver fatto vaccinare la figlia, è anche lui anti-scienza? [6]
Pensate un po’: uomini e donne che hanno studiato per anni sui libri e passato ore in corsie di ospedali a contatto con i pazienti o su un microscopio, devono ora farsi fare la morale da chi a malapena sa che il cuore sta a sinistra e il fegato a destra.
Che fine ha fatto il bollettino?
Non che il Corriere della Sera sia nuovo a queste cadute di stile (stiamo pur sempre parlando del giornale che nel 1944 raccontava di come gli americani fossero stati respinti dai tedeschi nel corso dello sbarco in Normandia!), tuttavia non si può fare a meno di notare la sparizione del bollettino Covid dalla homepage del più importante quotidiano italiano.
Vi ricordate le tabelline multicolore aggiornate ogni giorno come fossero un notiziario della Borsa di Milano, con le azioni che vanno su e giù? Mostravano numero di casi e morti. Ebbene, queste famose tabelline sono sparite dalla homepage.
Sono rimaste nella sola sezione chiamata Bollettino Covid. Sarebbe lecito chiedere alla redazione il motivo, altrimenti saranno i lettori a domandarsi se per caso le tabelline siano passate in secondo piano perché raccontano di contagi e morti in aumento nonostante i vaccini, come vedremo in seguito.
Le bufale mainstream
Intendiamoci, non è un problema del solo Corriere della Sera. È quantomeno ironico constatare come vere e proprie bufale vengano diffuse proprio da chi si fregia, forse più a torto che a ragione, del titolo di paladino della verità e correttezza giornalistica.
Su Open, la testata online fondata da Enrico Mentana, un articolo dichiarava in modo tronfio e compiaciuto che la proteina spike non è tossica, facendo inoltre intendere che rimane nel luogo dell’iniezione [7]
Uno studio sino-americano ha dimostrato esattamente il contrario, evidenziando come la proteina spike vada invece a danneggiare i vasi sanguigni [8].
Tesi confermata di fatto anche da uno studio tedesco, i cui autori hanno trovato la proteina spike nei tessuti cardiaci dei soggetti vaccinati che hanno poi sviluppato miocardite. Miocardite che non è altro che il risultato di una reazione autoimmune innescata proprio dalla proteina spike prodotta dal vaccino [9].
Una ulteriore ricerca ha rilevato la presenza della proteina spike nel sangue dei vaccinati, quindi chiaramente non solo nel luogo dell’iniezione [10]. Tesi ribadita anche in questo articolo [11], che evidenzia possibili rischi per il sistema nervoso a seguito della somministrazione dei vaccini mRNA.
Toc toc? C’è qualcuno in Open che stia pensando di chiedere scusa?
Per rimanere in zona, Mentana si è vantato di non aver mai avuto in studio i cosiddetti no-vax.
Quando molti anni fa mi dilettavo col giornalismo per un quotidiano locale, non mi sono mai permesso di censurare o alterare le parole di consiglieri comunali che esprimessero idee molto diverse dalle mie, in qualche caso persino odiose alle mie orecchie. Evidente dunque che Mentana deve avere una opinione tutta sua dell’etica e della deontologia professionale.
Emblematico anche il caso di Ilaria Capua, che in un intervento nel programma DiMartedì in onda su La7, ha lasciato intendere di voler far pagare le cure ospedaliere ai non vaccinati che vengono ricoverati per Covid e sostenuto che l’Ivermectina sarebbe un farmaco per cavalli pericoloso per l’uomo [12].
Capua che, giova ricordarlo, è veterinaria e non virologa, non può non sapere che l’Ivermectina è impiegata per uso umano già da tempo. Basta una semplice ricerca su Wikipedia per verificarlo [13].
Così come dovrebbe sapere che una ricercatrice italiana, Eloise Mastrangelo, da molti anni ormai ha scoperto il potere antivirale dell’Ivermectina (e la malattia, lo ricordiamo, è causata da un coronavirus), parlando di decine di studi che dimostrano l’efficacia di questa sostanza nel trattare il Covid [14].
Nel corso della trasmissione televisiva, Ilaria Capua si è poi lasciata andare ad affermazioni a dir poco sconclusionate su ospedali americani intasati da pazienti in overdose da Ivermectina. Una vera e propria bufala ampiamente smentita [15].
È lecito chiedersi se ci siano interessi poco chiari dietro quella che si potrebbe definire per difetto opacità dell’informazione mainstream.
Si prenda ad esempio uno studio canadese [16] commentato dal sito Eventi Avversi [17], che dimostrerebbe l’aumento dei decessi dopo l’introduzione dei vaccini per il Covid. Sullo studio ed il suo autore si sono scagliati prontamente i fact-checkers di Reuters. [18]
Se però si scava un po’ a fondo, si scopre che nel board di Pfizer siede James C. Smith, guarda caso ex ceo di Reuters [19] [20].
Giusto sollevare perplessità e critiche nei confronti di questo così come di qualsiasi altro studio: la discussione è l’essenza della scienza. Un po’ meno che a farlo sia chi non sembrerebbe essere estraneo a qualche forma di conflitto di interessi.
I vaccini non bloccano il virus
Un luogo comune vede gli italiani come teatrali e sopra le righe nell’esprimere i loro sentimenti. Ci siamo certamente superati, ed abbiamo superato ogni soglia del ridicolo, quando sono stati inviati persino i carabinieri a scortare le prime dosi di vaccino in arrivo in Italia. Una sceneggiata a beneficio delle telecamere ed al livello delle peggiori telenovelas, che ha trasformato una situazione tragica in tragicomica.
A questo punto vale dunque la pena parlare del potere salvifico di farmaci così preziosi da richiedere una scorta armata, visto che ancora oggi vengono strombazzati come unica ed indiscutibile soluzione alla pandemia di Covid.
Il virologo Francesco Broccolo, intervenendo nel programma Piazzapulita in onda su La7, ha spiegato che i vaccini non bloccano il virus e la sua trasmissione.
Rochelle Walensky, direttrice dei CDC di Atlanta, ossia l’agenzia federale americana che si occupa di salute pubblica e prevenzione delle malattie, l’ha detto chiaramente: i vaccinati che vengono infettati dal Covid sviluppano la stessa carica virale dei non vaccinati, diventando a tutti gli effetti contagiosi [21].
Che la carica virale sia la stessa per vaccinati e non lo afferma anche una ricerca preliminare uscita sul The British Medical Journal [22]
Rincara la dose The Lancet, con uno studio secondo cui vaccinati e non vaccinati hanno valori simili per quanto riguarda i contagi, senza differenze tra gli uni e gli altri nel picco di carica virale.
Sotto esame tra l’altro un focolaio di casi in un ospedale israeliano causato da un paziente vaccinato: i vaccinati non solo si sono ammalati ma, rispetto ai non vaccinati, hanno sviluppato una forma più grave della malattia, con esito in qualche caso fatale [23].
Come se non bastassero studi scientifici usciti su pubblicazioni specialistiche, ci si mettono anche i fatti di cronaca ad incrinare una narrazione vaccinista sempre più traballante, con la notizia di quasi 5 mila contagi nel Regno Unito ad un concerto riservato ai soli inoculati [24].
Più ci si vaccina più ci si ammala
Ci sarebbe poi il curioso caso della Mongolia. Nel Paese asiatico si è registrato un aumento esponenziale di casi a partire da metà aprile 2021, ossia poco dopo l’intensificarsi della campagna vaccinale. Coincidenza senza dubbio, senonché la stessa cosa sembra essere accaduta a Mauritius.
La genetista Alexandra Henrion Caude nota come ad un maggior tasso di vaccinazione corrispondano più casi e più morti [25].
Tesi confermata anche da uno studio pubblicato su Science, secondo il quale dosi ripetute di vaccino mRNA indurrebbero il sistema immunitario ad assuefarsi alla proteina spike e a non combattere più il virus. Risultato? Più ci si vaccina più ci si ammala [26].
Invito i lettori ad avvalersi di questi link che rimandano a Google [27], Worldometer [28] e Our World in Data [29] per verificare direttamente loro stessi gli andamenti giornalieri. In sostanza, salvo alcune eccezioni, con più vaccinati abbiamo anche più casi di Covid, più ricoveri, più morti. Si tratta peraltro di un trend comune a molti altri Paesi.
Insomma, dati ed elementi scientifici sono fin troppo numerosi per non generare almeno qualche dubbio sulla reale efficacia dei vaccini. È anti-scientifico e cospirazionista chiedere una spiegazione su questi valori ai vaccinisti duri e puri?
Efficacia negativa
Quando le certezze sull’efficacia dei vaccini nel prevenire i contagi hanno iniziato ad incrinarsi, qualcuno ha pensato di correre ai ripari dicendo più o meno così: “Ho preso il Covid da vaccinato. Senza vaccino sarei morto”.
Caustica a riguardo la battuta di un ospite su un programma in onda su Fox News: “Ho fatto l’amore con mia moglie ed è rimasta incinta. È la prova che i preservativi funzionano, perché adesso aspetta un bambino, mentre senza protezione sarebbero due gemelli”.
Il medico e biochimico Robert Malone da parte sua fa giustamente presente che chi sostiene di essersi salvato grazie al vaccino, non è in grado di portare nessun elemento per dimostrarlo.
Ci sarebbero invece ragioni per ritenere vero il contrario: senza vaccino i sintomi sarebbero stati forse più lievi. Secondo Malone, coloro che sono stati vaccinati dopo essere stati infettati dai primi ceppi del Covid-19 non producono abbastanza anticorpi per combattere la variante Omicron, contribuendo a spiegare in tal modo quella che viene definita efficacia negativa.
In sostanza il vaccino, oltre a non prevenire minimamente i contagi, renderebbe non meno ma più vulnerabili alla malattia.
Lo sostiene anche una ricerca islandese, secondo cui la probabilità di reinfezione da Omicron dopo una prima infezione da un’altra variante di Covid-19 è più alta nei vaccinati con due dosi rispetto a chi ha ricevuto una sola dose o nessuna [30].
Un commento su dati provenienti dalla Danimarca è ancora più esplicito, parlando apertamente di efficacia negativa da vaccino nel caso della variante Omicron [31].
Paul E. Alexander, professore associato alla McMaster University in Canada ed ex consigliere per il Covid nell’amministrazione Trump è arrivato alle stesse conclusioni dopo aver esaminato dati provenienti da Danimarca e Regno Unito. Secondo lui i numeri parlano chiaro: chi si vaccina ha maggiori possibilità di ammalarsi [32].