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Pur di attaccare Salvini a volte si nega l’ovvio. Anche sull’Iran

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Quando parla di Iran, e di ciò che circonda questo regime fondamentalista, Salvini dice l’ovvio. In che senso? Semplice: quando visitando Israele il vicepremier ha affermato che Hezbollah è un gruppo terroristico, ha detto semplicemente l’ovvio.

Hezbollah è stato creato da una milizia pretoriana che ha come solo scopo la diffusione del khomeinismo, ovvero i Pasdaran; è stato formato militarmente dai gruppi terroristici palestinesi, riconosciuti come tali anche dall’Europa; ha preso in ostaggio mezzo Paese, il Libano, rifiutando di consegnare le armi (come richiesto dalle risoluzioni Onu) e minacciando di morte chi dissentiva dalla sua linea; ha organizzato attentati terroristici nel mondo (come quello contro l’Amia a Buenos Aires nel 1994), ha preso in ostaggio decine di persone innocenti e sparato missili contro i civili israeliani, con il solo scopo di compiere una strage di innocenti. Tutto questo senza contare l’ingresso di Hezbollah in Siria, dietro ordine di Teheran, allo scopo di sostenere un dittatore brutale, che non ha esitato ad usare le armi chimiche. Solo una Ue ipocrita e sotto scacco ha potuto pensare di approvare una norma che distingue tra l’ala politica di Hezbollah e quella militare. Una distinzione ridicola, che fa ridere solo a pensarla. 

Visitando gli Stati Uniti, quindi, Salvini ha aggiunto che non si possono avere rapporti normali con un Paese, l’Iran, che invoca la distruzione di un altro Paese, Israele. Anche qui, come per Hezbollah, il vicepremier ha semplicemente detto l’ovvio. Dovrebbe essere ovvio per tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite che, un Paese che invoca la distruzione di un altro Paese membro, deve essere messo ai margini internazionalmente, condannato senza remore e isolato commercialmente. Questo, chiaramente, sino a quando il suo comportamento non muta, il che non significa volere che l’Iran diventi “filo-israeliano”, ma semplicemente un Paese con un regime normale, che rispetta gli altri Stati in quanto tali.

Sintetizzando, quindi, il problema non è Salvini, ma tutti quelli che, pur di attaccare Salvini, sono disposti a negare l’ovvio. Una cosa tristissima, non solamente per le inezie politiche contemporanee, ma soprattutto perché rappresenta la negazione dei valori su cui sono fondate le Nazioni Unite e la stessa Unione europea. Ergo, il problema più profondo non è “l’ovvio Salvini”, ma la “non ovvia Mogherini” che, in questi anni di mandato europeo, ha preferito sognare il Nobel correndo dietro ai sorrisi beffardi di Zarif…