Non ne parla nessuno, perché tutti si sono fermati al dato nazionale del 2 per cento (o poco meno), ma Matteo Renzi è sempre fortissimo nella città che lo ha visto sindaco: “Firenze secondo me”, nell’ultima puntata andata in onda su Canale Nove, in Toscana ha registrato uno share del 7 per cento, e nel capoluogo regionale addirittura ha toccato quota 21,4 per cento. I dati parlano da soli.
Una cifra degna di RaiUno e di Canale 5, che dimostra la straordinaria forza dell’ex presidente del Consiglio nel suo collegio. Dimostrata anche dalla vittoria di Simona Bonafé, nuovo segretario del Pd toscano, elezione renziana. Numeri, quelli della trasmissione televisiva, che fanno venire la pelle d’oca al successore di Renzi sulla poltrona di sindaco, Dario Nardella, uno che al quotidiano La Nazione ha detto, il giorno precedente l’ultima messa in onda, di non aver visto ancora il documentario di Matteo. Ogni tanto qualcuno agita lo spettro di una possibile voglia di Renzi di tornare a fare il primo cittadino, e il momento è quello giusto: tra poco a Firenze si vota per le comunali. Con Nardella che, dalle colonne del giornale più noto in città, dice che presenterà una lista con il suo nome, e che pensa “a una coalizione fortemente connotata col civismo che raccolga tutte le forze democratiche della città”. Aggiungendo una frase sibillina: “Voglio solo propormi ai fiorentini non come anti qualcosa ma come l’unica persona credibile quando si parla di trasformazione della città”. Sì, ha detto proprio “l’unica persona credibile”.
Parole pesanti, quelle di Nardella. Fatto sta che se lo avesse realizzato lui, il documentario, non avrebbe certo ottenuto i risultati di Renzi: e poi Lucio Presta e la sua famiglia hanno fatto un ottimo lavoro, grazie all’impegno qualitativo di professionisti di livello cinematografico. L’esperienza, positiva, sembra destinata a continuare, con una serie dedicata questa volta a Roma, con protagonista un altro ex sindaco, Francesco Rutelli. Ma sono numerosi i messaggi che Renzi ha voluto dare, nell’ultima puntata del suo lavoro, dando colpi al cerchio e alla botte: oltre all’elogio di Luigi Cherubini, che poi è il compositore al quale è dedicato il conservatorio dal quale è uscito il musicista Nardella, la
parte più vivace e personale è apparsa quella dove protagonista era il calcio storico fiorentino. Immagini di uomini pronti a combattere per vincere, con facce da film, braccia ipertatuate, dove il sentimento vince su tutto. Corredato dalla storia dell’assedio di Carlo V: il 17 febbraio 1530 i fiorentini giocarono a piazza Santa Croce per schernire le truppe situate fuori dalla città, una sfida plateale. Un racconto che è sempre piaciuto molto a Renzi, e che la dice lunga sul suo carattere.
Ecco perché Nardella può dirsi, a ragione, preoccupato: una guerra all’ultimo voto per la conquista del Comune, con un forte candidato delle forze che oggi si trovano insieme a Palazzo Chigi, ovvero grillini e salviniani, solo Renzi è in grado di vincerla. A Firenze lo sanno tutti. L’attuale primo cittadino, nell’intervista a La Nazione, in fondo lo ammette: “Il Pd deve smetterla di alzarsi ogni mattina e chiedersi cosa vuole fare Renzi. Lui prenderà le sue scelte”. Appunto.