Roma a Pasqua celebra il suo miglior primo cittadino: il sindaco Nathan

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Roma a Pasqua celebra il sindaco Nathan, ricordato come il miglior primo cittadino dell’Urbe. Con una mostra allestita nelle sale della comunale Galleria d’Arte Moderna di via Crispi, ecco un tributo alla capitale d’Italia attraverso gli artisti che l’hanno vissuta e gli stili con cui si sono espressi: Roma città moderna. Da Nathan al Sessantotto è una rassegna unica nel suo genere che ripercorre le correnti artistiche novecentesche. Quelle presentate sono oltre 180 opere, tra dipinti, sculture, grafiche e fotografie, di cui alcune mai esposte prima, provenienti dalle collezioni d’arte contemporanea capitoline. Una cronologia che si svolge fra modernità e tradizione, partendo da Ernesto Nathan, sindaco di Roma (1907-1913) e mazziniano. Tante le opere proposte, che riproducono paesaggi e figure con valenze simboliste e decadenti realizzate tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del XX secolo: Duilio Cambellotti, Onorato Carlandi, Nino Costa, Adolfo De Carolis, Camillo Innocenti, Auguste Rodin, Adolf Wildt, Ettore Ximenes. Lavori che anticipano quella voglia di rinnovamento e modernità fondamentale per il lavoro degli esponenti della Secessione romana negli anni Dieci, sottolineando il ruolo di Felice Carena, Nicola D’Antino, Arturo Dazzi e Arturo Noci, così come per il gruppo dei futuristi e degli aeropittori degli anni Venti e Trenta: Benedetta Cappa Marinetti, Tullio Crali, Sante Monachesi, Enrico Prampolini, Tato. E il percorso prosegue citando il recupero, spesso teorico oltre che concettuale, dell’antico e della tradizione dell’arte italiana che caratterizza le molteplici correnti artistiche degli anni venti e trenta, dal Tonalismo al Realismo Magico, dalla Metafisica al Primitivismo, tramite le quali gli artisti “guardano” Roma con un nuovo seppur “antico” sguardo: Giacomo Balla, che è anche l’autore di uno straordinario ritratto di Nathan datato 1911, Giuseppe Capogrossi, Felice Casorati, Emanuele Cavalli, Giorgio de Chirico, Achille Funi, Franco Gentilini, Arturo Martini, Roberto Melli, Fausto Pirandello, Mario Sironi.

Si prosegue con l’approfondimento della Scuola Romana che offre una notevole rosa di capolavori dell’arte italiana del Novecento con focus sulle demolizioni che hanno caratterizzato Roma nella distruzione e rapida ricostruzione del centro città e il conseguente sviluppo delle periferie, tra i lavori di Afro, Mario Mafai e Scipione, per immettersi nella fase della figurazione e dell’astrazione che ha caratterizzato la cultura post-bellica degli anni Quaranta, Cinquanta e primi Sessanta con Renato Guttuso, Leoncillo, Carlo Levi, Gastone Novelli, Achille Perilli, Giulio Turcato, Lorenzo Vespignani e Alberto Ziveri. Per poi chiudere con i riscontri urbani della Pop Art romana e delle sperimentazioni concettuali della seconda metà degli anni Sessanta che hanno definitivamente dilatato il centro dell’arte e del pensiero artistico capitolino, da Roma oltre la stessa città, grazie ai nomi di Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa, Mario Schifano, Pino Pascali, Luca Maria Patella e Mimmo Rotella. Imperdibile la sezione dedicata alla fotografia, dove l’archivio del Campidoglio sfodera alcune immagini rarissime in bianco e nero, tra periferie appena costruite e con strade percorse da centinaia di pecore e inaugurazioni d’altri tempi.

La mostra, a cura di Claudio Crescentini, Federica Pirani, Gloria Raimondi e Daniela Vasta, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Fino al 28 ottobre: una data forse scelta non a caso, parlando di Roma.

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