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Per salvare i Pasdaran, il regime iraniano unisce le banche militari a quelle civili

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Sta passando sotto silenzio una notizia che, teoricamente, dovrebbe far accaponare la pelle: il regime iraniano ha deciso di unire alcune banche iraniane legate ai Pasdaran e al settore militare (Ansar Bank, Ghavamin Bank, Hekmat Bank, Mehr Qqtasad e l’Istituto finanziario Kowsar), con la Banca Sepah, banca nazionale iraniana con centinaia di sedi nel mondo (teoricamente una anche in Italia, a Roma).
La decisione è arrivata dopo le numerose proteste popolari scoppiate recentemente in Iran, figlie soprattutto di correntisti delle suddette banche legate ai Pasdaran, rimasti senza un soldo dopo il fallimento degli istituti finanziari. Teoricamente, quindi, questa unione permette al Governo di controllare meglio quanto avviene nel settore finanziario, con lo scopo di ridurre il potere dei Guardiani della Rivoluzione nel Paese.
Teoricamente, perchè ci sono una serie di importanti problemi. Il primo è proprio Bank Sepah, banca pubblica, che è da poco ritornata nella lista delle sanzioni americane. La Bank Sepah era finita già nella lista delle sanzioni prima del 2015 – anno della firma dell’accordo nucleare di Vienna – perchè accusata di sostenere il regime nello sviluppo del programma missilistico e nucleare. Considerando che il programma missilistico del regime va avanti spedito e che lo stesso capo dell’Agenzia Atomica iraniana Ali Akbar Salehi ha dichiarato, in una intervista TV, che Teheran ha violato l’accordo nucleare, la cosa non fa ben sperare…
Come non fa ben sperare il fatto che, ben cinque istituzioni finanziarie militari, entrino in una banca pubblica civile (invece di essere chiuse definitivamente, con tutele per i correntisti truffati). Nella Repubblica Islamica è in corso una vera e propria guerra tra fazioni, come le recenti dimissioni fake del Ministro Zarif hanno dimostrato. Una guerra in cui, proprio il duo Rouhani-Zarif, sta rimandendo sempre più solo. Accanto alla Guida Suprema Khamenei, ci sono proprio i Pasdaran e la potente magistratura iraniana che, a breve, dovrebbe ufficializzare la nomina dell’ultra conservatore Ebrahim Raisi, al vertice. Raisi è noto per essere personalmente coinvolto nella commissione speciale che ha eliminato migliaia di oppositori nel 1988 e nella repressione dell’Onda Verde nel 2009.
Ergo, questa fusione rischia di diventare un boomerang drammatico. Non solo perchè Rouhani stesso è tutto fuorchè uno stinco di santo, ma perchè – volendo anche dividere il regime tra buoni e cattivi (cosa folle) – Rouhani rischia seriamente di diventare un presidente privo di poteri reali. Con alle spalle la pesante ombra di Qassem Soleimani, terrorista e capo della Forza Qods, unità speciale dei Pasdaran incaricata di esportare la rivoluzione khomeinista nel mondo.
Per un regime che, ad oggi, non ha accettato i parametri richiesti dal Financial Task Force per riformare interamente il suo sistema bancario, il rischio di ritrovarci proprio i Pasdaran a capo delle banche pubbliche iraniane, non è assolutamente da sottovalutare…

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