C’era un tempo in cui Matteo Salvini non era ancora Salvini. Il tempo in cui – non ere geologiche fa, forse al massimo 25 anni, comunque un quarto di secolo – come ha raccontato in uno splendido ritratto dal vero il caporedattore di Panorama web Andrea Soglio, il giovanissimo Salvini si faceva a Milano tre mercati, un consiglio comunale nel pomeriggio e un comizio finale. Girava, stile Umberto Bossi delle origini, con una vecchia auto, dove era possibile trovare manifesti, volantini, secchi di colla, stampelle con abiti per poi indossarli a Palazzo Marino. Una sorta di roulotte politica. “Matteo – racconta alla sottoscritta sua collega a Panorama di allora – è rimasto come lo conosco da un quarto di secolo. Un giovane politico entusiasta, che ha sempre amato il contatto fisico con le persone. Lo ricordo nei quartieri, dove citofonava anche allora, per prendere contatti, capire i problemi, si segnava in modo meticoloso ogni cosa, nomi e cognomi, ai quale cercava di dare risposta. Era solo, non un autista, non una segretaria”. Molte cose ricordano l’Umberto e la sua vecchia Citroen, di fatto prima sede della Lega lombarda, federatrice di tutte le Leghe con la Lega Nord, al congresso di Pieve Emanuele.
Ma, avverte Soglio, “attenzione Salvini è così perché è Salvini di suo, non solo perché è allievo di Bossi”. Confermo. Era il 2006, poco prima delle elezioni politiche: l’allora presidente della Provincia di Varese, a 31 anni il più giovane presidente di Provincia anche rispetto a Matteo Renzi che doveva ancora arrivare, poi capogruppo della Lega Nord alla Camera, big esponente bossiano, denigrato dai giornaloni come capo del cosiddetto cerchio magico, ovvero l’ingegner Marco Reguzzoni, accompagnandomi con la sua auto privata a Gemonio per la seconda intervista esclusiva a Bossi per Panorama dopo la prima malattia del 2004, su Salvini mi disse parole illuminanti. “Vedi, c’è questo, quell’altro, bravissimi, ma nessuno di loro e di noi tutti era finora riuscito a sfondare come Salvini tra i ragazzi bene di Via della Spiga a Milano, non a caso Matteo è stato eletto al consiglio comunale. Oh, renditi conto, non è mica roba semplice. La Lega (allora Nord) non aveva mai così sfondato nel centro bene di Milano. Tienilo d’occhio, Matteo”.
Infatti, ne stiamo parlando ora come del capo del primo partito italiano. Che ha unito il linguaggio del territorio, dell’uomo del bar, inaugurato da Bossi, con il linguaggio di internet. Bossi ora è in polemica con lui. Ma è illuminante la notazione del giornalista di Panorama Soglio: “Attenti, Salvini è uomo di se stesso, certo allievo di Umberto, ma è un leader nato, di suo”.