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Sardine in barile, disinformate o in malafede: la causa di Hamas è la distruzione di Israele

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Abbiamo appreso da Open che Lorenzo Donnoli è la “sardina” che ha invitato sul palco a Roma Nibras Asfa, la cui presenza, come noto, sta facendo molto discutere, non solo perché Nibras si è presentata sul palco velatissima, ma anche e soprattutto per le posizioni politiche del marito, Sulaiman Hijazi, aperto sostenitore del gruppo terroristico palestinese Hamas.

Nell’intervista ad Open e in un post pubblicato sul suo profilo Facebook, Donnoli difende a spada tratta la scelta di invitarli e sostiene che ciò per cui si battono Nibras e Sulaiman è la “causa del popolo palestinese contro l’occupazione di nuove terre che sta calpestando i diritti umani”. Nel suo post su Facebook, esprime il suo amore per lo Stato di Israele, che intende difendere strenuamente perché, dice sempre Donnoli, “mi sento ebreo, mi sento israeliano”.

Ora, senza entrare nel merito dei cosiddetti territori occupati, su cui ci sarebbe tanto da dire – a cominciare dal fatto che, proprio a Hebron (città natale di Sulaiman Hijazi), gli ebrei rappresentano meno del 3 per cento della popolazione e non possono girare liberamente se non sotto scorta – gli argomenti usati da Donnoli indicano più che un generale preconcetto, la sua estrema ignoranza della questione di cui si sta parlando.

Se avesse aperto un libro sul conflitto israelo-palestinese, avrebbe scoperto facilmente che, quando si parla di Hamas, la questione dell’occupazione e l’idea stessa di due Stati per due Popoli, non c’entra nulla. Hamas è una organizzazione islamista, apertamente votata alla jihad, che per Statuto (a proposito degli Statuti, tanto cari a Nibras…) non solo ha come obiettivo l’eliminazione dello Stato di Israele (che Donnoli dice di amare), ma anche quello di eliminare completamente gli ebrei dalla faccia della Terra.

E badi bene: questa affermazione, caro Donnoli, non è una interpretazione personale, ma semplicemente quanto scritto nero su bianco nell’articolo 7 del suddetto Statuto di Hamas che, alla fine, riporta testualmente:

“L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo; ma l’albero di Gharqad non lo dirà, perché è l’albero degli ebrei”.

È proprio per questo che Hamas, pur essendo una organizzazione sunnita, non si fa problemi a ricevere armi e soldi da chiunque abbia come obiettivo dichiarato la distruzione dello Stato di Israele, in primis dall’Iran islamista sciita, un regime teocratico, misognino e terrorista.

Questo è Hamas. Hamas non è purtroppo quanto scritto da Sulaiman Hijazi nel 2014, ovvero “un partito non di estremisti e preti come viene detto in Occidente ma di persone con alto livello di studi e intelligenza”. No, caro Donnoli: i miliziani di Hamas hanno usato i loro “studi e intelligenza” non al servizio della pace e della convivenza nella regione, ma al servizio della jihad islamica, non solo contro gli ebrei, ma anche contro i cristiani della Striscia di Gaza, che da anni ormai hanno quasi totalmente abbandonato l’area per paura delle repressioni interne.

Dunque, caro Donnoli, le critiche che Nibras e Sulaiman stanno ricevendo non sono il frutto di un “gomblotto” della destra, come lei ha lasciato intendere nel suo commento su Facebook. Sono semplicemente il risultato del piatto che il signor Sulaiman Hijazi si è cucinato da solo, con i suoi post pubblici su Facebook (profilo che ora ha reso privato…), capaci di attirare persino i like e i cuoricini di Francesco Giordano, già terrorista rosso mai pentito e apertamente sostenitore del gruppo terroristico palestinese Fronte Popolare di Liberazione della Palestina.

Infine, visto che il movimento delle “sardine” predica l’europeismo, cogliamo l’occasione per farle presente che Hamas è un gruppo terroristico non solo per i “cattivoni” negli Stati Uniti e in Israele, ma anche per la stessa Unione europea…

Concludendo, caro Donnoli, ci permettiamo di darle qualche suggerimento, al di là delle questioni politiche interne che possono unirci o dividerci: studi, si informi e non si faccia prendere in giro da chi usa la nostra bella Costituzione per difendere la libertà e i diritti civili solo quando fa comodo ad una fazione, per giunta portartice di una ideologia criminale e anti-occidentale. Fino a quel momento, se può, resti fuori dalle questioni di politica estera. Sono troppo serie per lasciarle a Facebook… e alle Sardine, evidentemente.