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Steve Bannon a Oxford: se la libertà d’espressione è in pericolo nei più prestigiosi atenei occidentali

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Sabato scorso, Steve Bannon, personaggio controverso in quanto ritenuto eminenza grigia del trumpismo sia in America che all’estero, è stato invitato a parlare alla prestigiosa Oxford Union dell’Università di Oxford. Come tanti studenti di Oxford, mi sono recato sul posto con lo scopo di partecipare all’evento, un po’ per sentire le sue opinioni politiche in prima persona, un po’ per farmi un’idea del personaggio vedendolo dal vivo. Come era consueto aspettarsi, dato il livello di polemica suscitato da un personaggio del genere, l’evento è stato accompagnato da una manifestazione di protesta da parte di chi si oppone a Trump. Eppure, questa volta i manifestanti si sono spinti oltre la protesta pacifica (e dunque legittima): essi hanno attivamente sbarrato l’ingresso a chiunque volesse partecipare all’evento.

Per la prima volta devo confessare di avere provato un senso di vergogna mischiata a rabbia nei confronti della mia Università. Oxford si fregia del titolo di produrre l’élite intellettuale del pianeta (la lista di capi di stato, diplomatici e re che hanno studiato in quest’ateneo è troppo lunga per essere citata qui), eppure c’è una minoranza di studenti che impone con la forza la decisione su chi ha il diritto di parlare – diritto che dovrebbe essere universale ed universalmente difeso. Se c’è un personaggio con opinioni diverse da quelle di questa minoranza, questo deve essere silenziato ad ogni costo, o facendo pressioni perché si cancelli l’evento, come è recentemente successo al leader di Alternativ für Deutschland il cui invito alla Union è stato revocato, oppure impedendo l’accesso a chiunque voglia ascoltare lo speaker in questione, come nel caso di Bannon.

In questo modo però il confronto pubblico tra opinioni diverse viene meno e con esso si incoraggia il tribalismo, ovvero sentire ed ascoltare solo chi la pensa esattamente come noi per avere una implicita conferma delle nostre opinioni. Ma qualcosa di più sinistro è andato in scena ad Oxford con il restringimento della platea all’evento di Bannon: un po’ di democrazia è morta perché si è ristretta la libertà di chi ha voluto (ma non ha potuto) ascoltare le opinioni politiche di un’altra persona. Spero che questo sia un monito perché eventi del genere non si ripetano. A farne le spese sarebbe solo la libertà che a parole, ma sfortunatamente non nei fatti, è tanto cara anche a coloro che manifestavano contro Bannon.

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