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Suppletive e giornata di “Conservative bonding”: il piano di Johnson per rilanciarsi

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Il caso Paterson. Le accuse di “sleaze”. Le polemiche sull’inflazione, che ha raggiunto il 4 per cento. E, infine, i sondaggi, che per la prima volta hanno segnalato il Labour in vantaggio di un punto sui Tories. Ce n’è da far tremare i polsi a chiunque, eppure Boris Johnson vuole ripartire. Lunedì si è dato un gran daffare nel presiedere il COBRA dopo il caso di terrorismo allo Women’s Hospital di Liverpool e, in serata, ha pronunciato un ambizioso discorso sulla politica estera britannica alla Mansion House di Londra in cui ha lanciato una Östpolitik inglese in salsa conservatrice. Ma è nel periodo di avvicinamento al Natale e all’inizio del nuovo anno che Johnson ha in mente l’offensiva di più ampia portata per riprendersi il comando del partito e imporre, come aveva fatto brillantemente sino a poco tempo fa, la sua agenda politica a Westminster.

Innanzitutto, ci sono le due elezioni suppletive. Il 2 dicembre a Old Bexley and Sidcup si voterà per il nuovo parlamentare che subentrerà a James Brokenshire, deceduto di recente. I Tories schiereranno Louie French, un consigliere comunale locale, con il compito di mantenere gli oltre 18 mila voti di vantaggio nella constituency del sud-est di Londra. Johnson si è già recato nella zona a fare canvassing e i Tories si aspettano una vittoria in una campagna che ha già preso una dimensione nazionale sul gradimento del governo e che Laburisti e LibDems vogliono trasformare in un giudizio sul presunto malaffare in casa conservatrice.

Poi, sarà la volta, il 16 dicembre, della by-election di North Shropshire dove in ballo c’è il seggio del dimissionario Owen Paterson, la pietra dello scandalo che sta travolgendo la politica britannica al coro di “sleaze”, “corruzione”. Paterson deteneva il seggio dal 1997 , anche in questo caso con un’ampia maggioranza. Per confermarsi i Tories puntano su Neil Shustri-Hurst, medico in forza alla Royal Army.

Ma se Johnson dimostra di non temere una eventuale caduta per i casi di malaffare, sta comunque pensando a come recuperare un partito che ultimamente è parso in subbuglio sulla sua linea politica. I conservatori thatcheriani non hanno ancora digerito il rialzo delle tasse per finanziare la riforma dell’assistenza sociale e dell’NHS, e, allo stesso modo, tra la nuova anima nordista dei parlamentari eletti nel 2019 e la tradizionale base sudista del partito non c’è ancora quell’amalgama che ci si aspetterebbe da un gruppo parlamentare che fornisce a Johnson la più ampia maggioranza assoluta ai Tories dal 1997.

Il magazine online PoliticsHome ha riportato che, tramite il Conservative Central HeadQuarters (CCHQ), parlamentari e staff del partito si troveranno a inizio anno – possibile data 7 gennaio – per una giornata di “bonding conservatore” e discutere di politica e dei problemi del Paese e del partito. Anche Johnson e il suo Cabinet vi prenderanno parte. La location è ancora misteriosa ma si parla di un posto nelle West Midlands. 

Il piano di Johnson è chiaro: ricompattare il partito nel 2022 per andare al voto anticipato nel maggio 2023, come da indiscrezione dei giornali. La nomina di un nuovo capo della comunicazione del partito, Alex Wild, è stata vista anche in questo senso.

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