La pandemia da coronavirus ha messo nuovamente in luce la mancanza di trasparenza e le tentazioni egemoniche della Cina, il Paese da cui il mayhem si è generato. Di fronte a un governo italiano che flirta con il totalitarismo comunista di Pechino, si impongono delle scelte di segno opposto in materia di tutela della democrazia e della libertà, i valori su cui si fondano l’Occidente e l’Alleanza Atlantica.
Peraltro, la Cina sta approfittando del focus globale sul Covid-19 per proseguire nella sua operazione di espansione dei propri interessi nella regione dell’indo-pacifico, senza che vi sia una reale opposizione da parte della comunità internazionale. Sta approfittando, inoltre, della crisi per minacciare Taiwan e reprimere le libertà religiose del popolo tibetano e degli uiguri, i diritti civili dei cittadini di Hong Kong, già messi a dura prova da Pechino negli ultimi tempi.
Atlantico Quotidiano ha conversato con il deputato Paolo Grimoldi (Lega), presidente della delegazione italiana del Parlamento presso l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), da tempo attivo nella tutela dei diritti delle popolazioni schiacciate dal Dragone e dai suoi alleati all’estero… Vero, onorevole? “L’Italia è stato l’unico Paese a non condannare la repressione a Hong Kong. L’atteggiamento tenuto dal nostro governo e dal ministro degli esteri Di Maio è stato semplicemente assurdo e vergognoso. Di fronte a una simile posizione non si può che esprimere ammirazione per il presidente Trump, sempre pronto a difendere i manifestanti contro il regime e pro democrazia. Lo stesso Matteo Salvini si è espresso in tal senso”.
Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha anche voluto mettere il naso nel Parlamento italiano, condannando l’incontro via web alla Camera con uno dei capi della rivolta, il giovane Joshua Wong. Come possiamo mettere Pechino di fronte alle sue malefatte e dare una mano ai giovani che reclamano diritti, democrazia e libertà? “Con una forte azione politica e diplomatica”, ci ha detto Grimoldi. “Io stesso ho più volte richiesto il rispetto dell’accordo sino-britannico sul passaggio di consegne tra Londra e Pechino nel 1997 a Hong Kong, il rispetto dei diritti dell’uomo così come tutelati dalla Carta delle Nazioni Unite, il rilascio dei prigionieri e un visto per Wong perché possa venire a fare le sue conferenze nel nostro Paese. Certo, la mia azione avrebbe sicuramente più forza se ci fosse un interessamento diretto del nostro governo. Ma a quanto pare dovremmo farne a meno…”
Ma se Hong Kong ha fatto il giro delle tv mondiali, con le immagini delle proteste nei centri commerciali, degli aeroporti occupati dai manifestanti e la costante repressione del partito-stato cinese, non molto diverso è il caso di Taiwan, dove nello scorso mese di gennaio si sono tenute le elezioni che hanno portato alla vittoria di Tsai Ing-Wen, leader del partito Progressista Democratico. Tsai ha più volte sostenuto la protesta dei giovani di Hong Kong e ha affermato che “Taiwan non farà la stessa fine”. “Le elezioni di Taiwan sono state una grande prova di democrazia e libertà”, secondo Grimoldi, “ma dobbiamo tenere sempre alta la guardia. Ci siamo incontrati con il ministro degli esteri di Taiwan, Joseph Wu, e anche una seconda volta insieme ai nostri colleghi del Congresso americano, per dimostrare la nostra vicinanza al popolo taiwanese”. Una questione che nella Lega è molto sentita, e che ha visto l’ex ministro dell’agricoltura Gianmarco Centinaio visitare i ministeri della salute e degli esteri taiwanesi, e incontrare il vice-presidente della Repubblica, con cui ha discusso di rapporti commerciali e internazionali. Tra gli altri deputati leghisti coinvolti negli incontri anche i lombardi Elena Lucchini e Toni Iwobi.
Sebbene Taiwan sia un piccolo Paese minacciato da un impero, la nazione è più che capace di governarsi autonomamente e di lottare contro il comune nemico mondiale: il coronavirus. “Il modello applicato dalle autorità taiwanesi brilla per trasparenza e ha dato risultati concreti, impedendo il contagio di massa nonostante la vicinanza all’epicentro della pandemia. Ritengo assurdo che un Paese che può dare un contributo così prezioso alla sanità mondiale sia escluso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il premier giapponese, Shinzo Abe, ha chiesto che Taiwan sia ammesso almeno come osservatore: è questa la giusta via da percorrere”. Ma il popolo taiwanese ha già dimostrato la sua generosità nei confronti del nostro Paese con la donazione di mezzo milione di mascherine, macchinari e altro materiale medico-sanitario. “Si è trattato di un gesto nobile e disinteressato. Ho scritto alla presidente taiwanese Tsai per esprimere tutta la gratitudine mia e del popolo italiano. Saremo riconoscenti. Nel frattempo, continueremo a sostenere la battaglia per la libertà di Taiwan e di tutti coloro che lottano contro la dittatura cinese”.
Grimoldi ha il coraggio delle sue azioni: come segretario della Lega Lombarda ha affermato che “la Lombardia manderà all’ambasciata cinese una richiesta danni da 20 miliardi di euro come acconto” e che “nella prossima seduta del Consiglio regionale lombardo la Lega presenterà un atto di indirizzo per dare mandato alla Giunta in tal senso”. Da Hong Kong, passando per Taiwan e arrivando fino a Milano, il faro della libertà continua a risplendere. Il governo prenda appunti.