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Tocilizumab efficace: Parigi adotta la cura del Pascale di Napoli, presto diverrà protocollo sanitario nazionale

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Il farmaco Tocilizumab ha dimostrato la sua efficacia nel prevenire la “tempesta infiammatoria” nei pazienti di Covid-19 in gravi condizioni: a dirlo è uno studio francese effettuato su 129 pazienti in 13 ospedali del gruppo AP-HP-Hopitaux de Paris, che sarà pubblicato la settimana prossima, ma i cui primi risultati sono stati appena presentati alla stampa francese. Si tratta specificamente del famoso protocollo dell’oncologo del Pascale di Napoli Paolo Ascierto che lo ha sperimentato con successo a Napoli, primo Italia e in Europa. Ora viene preso a modello anche dai sanitari parigini che hanno scritto proprio all’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli per iniziare una collaborazione tra i due istituti.

A suggellare il nuovo legame scientifico tra Parigi e Napoli, la lettera inviata ieri dal direttore della medicina interna dell’ospedale parigino Foch Felix Ackermann al direttore generale del Pascale di Napoli Attilio Bianchi: “Siamo impegnati nella lotta contro il Covid-19 ed usiamo, come voi, il  Tocilizumab dal 20 marzo – ha scritto Ackermann a Bianchi – La mia squadra ed io stesso siamo pronti per una cooperazione tra i nostri ospedali per massimizzare il nostro atteggiamento terapeutico”. Lo studio, spiega Ackerman, è il “primo studio comparativo a sorteggio” che “dimostra un beneficio clinico” di questo trattamento nei pazienti che soffrono di una grave infezione dovuta al Covid-19. Risultati certo che devono ancora essere consolidati e che saranno pubblicati su una rivista scientifica entro poche settimane. Ma l’AP-HP spiega che ha deciso di renderli pubblici fin da ora per motivi di salute pubblica, a causa del contesto della crisi pandemica, e ha voluto rapidamente comunicarli alle autorità sanitarie francesi e all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Il Tocilizumab appartiene alla famiglia degli anticorpi monoclonali – anticorpi creati in laboratorio, derivati da un singolo ceppo di linfociti e progettati per rispondere a un target specifico. Tipicamente utilizzato nel trattamento dell’artrite reumatoide, funziona bloccando il recettore di una proteina del sistema immunitario che svolge un ruolo importante nel processo infiammatorio. I pazienti affetti da coronavirus subiscono un brusco peggioramento della loro condizione dopo diversi giorni, con un acuto disagio respiratorio, probabilmente legato all’eccessiva risposta immunitaria dell’organismo.

I risultati dell’utilizzo del Tocilizumab su 129 pazienti in 13 diversi ospedali parigini sono molto promettenti. La metà dei partecipanti ha ricevuto una o due iniezioni di Tocilizumab in aggiunta al trattamento standard (ossigeno, antibiotici e anticoagulanti), mentre l’altra metà ha ricevuto solo le cure standard. Sono stati poi seguiti per 14 giorni per ottenere questi risultati intermedi, con un follow-up che ha continuato a confermare i risultati positivi sui pazienti trattati col Tocilizumab. In questa fase, i ricercatori non hanno osservato alcun effetto collaterale negativo nei pazienti che hanno ricevuto l’immunomodulatore rispetto a quelli che hanno ricevuto un trattamento standard”, ha detto il prof. Mariette, co-autore dello studio. Intanto un altro farmaco comparabile, il Sarilumab (Kevzara), sviluppato da Sanofi e Regeneron, è anch’esso in fase di sperimentazione nello stesso programma di sperimentazione clinica, chiamato Corimmuno, e i primi risultati dovrebbero essere noti nei prossimi giorni.

Il Tocilizumab è prodotto in Francia da Roche Chugai, joint venture di due aziende farmaceutiche che sviluppano e commercializzano insieme il farmaco per la sua azione immunosoppressiva nell’artrite reumatoide. Nel 2013 il gruppo ha realizzato un fatturato di 46,7 miliardi di franchi svizzeri (circa 38 miliardi di euro). Se confermati e convalidati i risultati dello studio, il Ministero della salute francese ha già intenzione di trasformarlo in protocollo sanitario nazionale per i pazienti più gravi ricoverati in ospedale. Insomma, l’Italia continua ad esportare idee e genio in tutti i campi della scienza mentre per quanto riguarda la statura politica dei nostri governanti Machiavelli resusciterebbe volentieri per venirci a dare una mano.