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Un autocrate da reality: strage della Costituzione per cinici calcoli politici, nel silenzio-assenso del Colle

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Ho 55 anni, sono quello che i giovani chiamano boomer, sono cresciuto negli anni di piombo, respirando terrorismo, abitavo in via Montenevoso, di fronte al covo brigatista, mio vicino di casa era Fausto Tinelli, il giovane del Leoncavallo trucidato insieme all’amico Lorenzo Iannucci due giorni dopo via Fani. Nel mio quartiere, Lambrate, c’era di tutto, estrema sinistra, estrema destra, servizi, e c’era pure Vallanzasca. Ricordo lo sbando delle istituzioni, la rabbia della gente, i cortei urlanti, pieni di paura e di rabbia, di impotenza e disperazione. Ricordo il povero Sergio Ramelli, che stava in viale Romagna, a un chilometro da casa mia, e i ragazzini ultraborghesi di Avanguardia Operaia gli aprirono la testa a sprangate e il cervello schizzò sul marciapiede. Ricordo una classe politica sinistra, opaca, ambigua, inetta, ed è quella della prima Repubblica che molti rimpiangono. Dentro di me custodisco ogni sorta di trauma.

Ma non mi era mai successo – non lo avrei creduto neanche possibile – di assistere a una scena come quella dell’altra sera: un presidente del Consiglio, legittimato da nessuno, creato in laboratorio da una società di profilazione dati che ha generato un movimento-setta, blindato da un capo dello Stato assai indulgente con le sue oscillazioni di potere, il quale si rivolge a me ed altri sessanta milioni di connazionali con toni che neanche il dittatore cinese a vita, ma forse dai mesi contati, Xi Jinping: “Io vi concedo… io vi autorizzo… nessuno si creda libero… nessuno pensi di… Lo faccio per voi… Sono preoccupato quanto voi ma è per il vostro bene… Attenzione: concedere [la passeggiatina] non significa poterne abusare…”. Siamo allo stato etico, il tutto a mezzo di decreti personali ampiamente fuori dalle facoltà previste in Costituzione. Il tutto con riguardo a libertà personali, del corpo, della mente, dell’individuo, che figurano come la prima, inderogabile dimensione, garantita da un’aura quasi sacrale (La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale o domiciliare, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge). Il tutto dopo due mesi di sistematici abusi. Proiettato su un altro mese, e poi un altro, e un altro, e un altro…

Non avevo mai assistito a niente del genere, neppure nei passi più torbidi della prima Repubblica. Un disprezzo per le garanzie, per le norme, per la stessa Costituzione, oltretutto da un avvocato, che, per citare Pasolini, “mi ha più che scandalizzato: mi ha quasi spaventato”. Senza quasi. La tendenza patologica, di chi ha scoperto l’orgasmo del potere, e lo trasforma in orgia, che ormai percepisce i cittadini come servi della gleba, il loro pacifico riunirsi come “assembramenti” – quelli dei balordi, dei violenti. E vede che può fare quello che vuole, perché il comune sentire, benché esasperato, è prostrato e non si pone più il problema di come uscirne: sprofonda nel fatalismo, nell’apatia. Ne ride su Twitter, accetta che un Paese intero stia finendo a puttane per un isolamento che non porta frutti, che dipende da lugubri calcoli politici.

È l’incubo nell’incubo di questa detenzione infinita, detenzione senza colpe, tanto assurda da sembrare impossibile e invece è più vera ad ogni risveglio dopo una notte bruciata a chiedersi se tutto questo sia reale. Non ci sono fasi, uno, due, tre; non ci sono programmi, idee, protocolli: c’è solo una torbida lotta di potere, Conte contro gli “usurpatori”, i Colao, i Draghi e quelli che verranno; c’è il calcolo, gelido e raggelante, per cui più li teniamo sotto chiave, con la complicità delle guardie virologhe, delle task force parassitarie, e più mi premiano, così risaliamo nei sondaggi e ammazziamo le opposizioni.

Conte è un megalomane. La creazione algoritmica del potere, prima di Villa Nazareth, poi della Casaleggio Associati. Blindato da Bergoglio, tante grazie, e da Mattarella, di nuovo tante grazie. Ma se certi avvertimenti della CEI possono essere messi in conto, del genere noi ti teniamo su ma non possiamo sputtanarci così, fingi almeno che siamo entità distinte, porta rispetto, sconcerta il silenzio del Colle, invero avvilente: davvero lassù questa strage della Costituzione non preoccupa neanche un po’? Davvero questo piglio da autocrate di reality è ammissibile? Davvero da quelle parti c’è chi è d’accordo con questo truce e sgangherato esperimento sociale, quanto a dire la nostra cinesizzazione? Perché nessuno batte un colpo, da nessuna parte, non la più alta carica, non l’informazione unica che si è immediatamente precipitata ad avvertire che Conte non va in alcun modo sindacato, gli va solo obbedito? Dovremo fare da noi opposizione, in modo civile, non violento, legale, ma con la decisione del nostro corpo inerte e già sfibrato?

Ho 55 anni, posso ricordare e raccontare l’incredibile vivere del mio essere italiano, ma una scena come quella di domenica sera non avrei mai creduto di ricordarla. Non avrei voluto ricordarla.