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Jack Sensolini e Luca Mazza, un romanzo distopico, e una lingua magicamente “visual”, costruttrice di immagini

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Se avete voglia di un viaggio (linguistico, non solo narrativo) in un territorio sorprendente, spiazzante, del tutto inatteso, “Riviera Napalm” (aggiungono gli autori: “dove di liscio c’è solo il tuo teschio”) è quello che fa per voi.

Jack Sensolini e Luca Mazza vi portano in uno spazio intelligente, creativo, blasfemo ma innocente, disperato ma divertito (inevitabili gli ossimori), in quello che è davvero il romanzo distopico italiano del decennio: il lettore viene trascinato di prepotenza in una dimensione futura (ma a ben vedere già presente: è come se gli autori ci sussurrassero un avvertimento) e totalmente sfasciata, decomposta, l’equivalente (dis)umano, (ultra)moderno e “dopatissimo” di un quadro di Francis Bacon. Ma con in più un tocco di sorriso, di ironia, di accettazione perfino allegra del degrado. E forse è l’unica carta che può salvarci, sembrano suggerirci.

Intanto, un assaggio del plot (ma senza togliervi il piacere di scoprire quasi tutto per conto vostro). Siamo nel tempo del Crollo, del Mutagene, del Napalm, in balia – da un lato – degli inquisitori di un Papa più volte morto e risorto (Bonificato Primo, che ha un lanciafiamme come pastorale) e – dall’altro – di torme di ultrà culturisti. Tra cozze radioattive, inquietanti marchi Koop, necro-gabbiani, pirati albanesi, bagnini sceriffi e bagnine più o meno gonfiabili, sessioni di pugilato in palestra con sparring partner sanguinanti (“ridotti a parti anatomiche senza manuale di montaggio”), farete conoscenza con i due protagonisti: il Cinno (l’ultimo dei bolognesi) e il Gasato.

Il contenuto è tutto da leggere, pagina dopo pagina, tra escogitazioni, trovate multiformi, dettagli repellenti ma divertentissimi, e più di qualche personaggio reale da riconoscere. Memorabile ad esempio la telecronaca della gara motociclistica – anzi: “mortociclistica” – di Papa Meda con giaculatorie costruite sui cognomi dei piloti, fino all’inevitabile “DerapAmen” finale.

C’è anche un costante riferimento al sesso (gli autori scherzano immaginando una Collezione Hard-mony), in una dimensione di gioco e esagerazione, tra eccessi di palestrati forzuti, tecno-papponi, signorine volubili e generose, misteriosi e inquietanti “aiutini” chimici.

Ma il capolavoro è una lingua allucinata e allucinogena, una cifra stilistica originalissima e – direi – “visual”: è come se Sensolini e Mazza fossero riusciti a secernere (loro probabilmente correggerebbero: sborrare, ehm…) una lingua tratta da un mix di playstation, app di giochi, mostri del futuro, fumetti del passato, trash porno, e – in ultima analisi – adatta all’ogm umano che già siamo, a organismi modificati e ancora mutanti, geneticamente–psicologicamente-fisicamente in transizione.

E’ a suo modo un evento, non solo un libro, non perdetevelo.