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“Patria senza Mare”: tradendo il suo mare l’Italia ha tradito se stessa

Nel libro di Marco Valle (il Giornale), il progressivo disamore dell’Italia per il suo mare, unica carta da giocarsi per ambire a un ruolo geopolitico da media potenza

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L’estate volge al termine, ma la passione per le acque cristalline non si spegne facilmente. Leggere per apprendere, nutrendo gli occhi di opere buone e utili. L’intelletto richiede conforto e alimento, parole in grado di dischiudere prospettive, idee e autentiche occasioni di crescita.

Il libro di Marco Valle, autorevole firma de Il Giornale, intitolato “Patria senza Mare. Perché il mare nostrum non è più nostro. Una storia dell’Italia marittima” (ed. Signs BooKs), si presenta come uno scritto solido e molto ben documentato. La penna dell’autore si fa talvolta dura, critica, sprezzante e ironica, spesso impietosa.

La grandezza e l’originalità del saggio risulta evidente nella capacità straordinaria dell’autore di abbracciare polemica politica e seria ricostruzione storica, alternando i criteri metodologici, spesso ritenuti agli antipodi, della distanza e della vicinanza.

Valle segue l’andamento cronologico delle vicende riguardanti il controverso rapporto tra il mare e la Patria natia, dall’epoca di Dante e Boccaccio sino ai giorni nostri. Un viaggio entusiasmante tra personaggi noti e grandi avvenimenti, ma senza dimenticare i piccoli, gli sconfitti, quelle figure condannate frettolosamente all’oblio storiografico.

Accanto allo sguardo tipico dello storico è possibile cogliere quello dell’uomo esperto delle vicende umane del proprio tempo. Di chi è stato testimone oculare di quel progressivo disamore dell’Italia per il suo mare, unica carta da giocarsi per ambire a un ruolo geopolitico da media potenza.

Pur circondati dall’acqua, manchiamo di prospettiva, ripiegandoci all’interno, condannandoci, di fatto, all’irrilevanza, alla decadenza economica, culturale e militare. Valle racconta e argomenta, non giudica senza avanzare soluzioni, coniugando con maestria cause e fini, passato e futuro.

Il ritmo del libro è godibilissimo, tra rallentamenti e precipitose corse in avanti, tra tuffi all’indietro e posizionamenti strategici. Il tutto studiatissimo e voluto, mai lasciato al caso. Un esempio di letteratura fresca, intelligente e decisamente moderna. Da leggere, da ascoltare tramite eBook e da consigliare.