China Virus

Covid: documenti che inchiodano Pechino nascosti dal Dipartimento di Stato

Aveva ragione Trump a chiamarlo China Virus. Il Dipartimento di Stato nasconde documenti che indicano “in modo credibile” l’origine da laboratorio

Il laboratorio del Wuhan Institute of Virology

La sottocommissione del Congresso Usa che indaga sulle origini della pandemia di coronavirus ha acquisito dal Dipartimento di Stato documenti classificati che indicano “in modo credibile” che il Covid ha avuto origine da un “incidente di laboratorio a Wuhan, in Cina” e che il Partito Comunista Cinese “ha tentato di insabbiarlo”.

In una lettera inviata martedì, il presidente della sottocommissione, Brad Wenstrup, chiede al segretario di Stato Antony Blinken di declassificare i documenti per “condividere la verità” sulle origini del Covid con il popolo americano.

I documenti

Wenstrup ha spiegato che i documenti erano in precedenza non classificati e sono stati rilasciati con molte parti “oscurate” per rispondere ad una richiesta a norma del Freedom of Information Act (FOIA), ma la versione non oscurata, che resta classificata, contiene “informazioni altamente pertinenti che suggeriscono in modo credibile che il Covid-19 ha avuto origine da un incidente di laboratorio a Wuhan, in Cina”.

Gli stessi documenti indicano inoltre che il Partito Comunista Cinese ha agito per “impedire, e di fatto ostacolare, un’indagine approfondita”, e che esiste una “relazione senza soluzione di continuità” tra l’Istituto di Virologia di Wuhan e l’Esercito popolare di liberazione cinese.

Quindi la richiesta di Wenstrup a Blinken di “declassificare queste informazioni in modo che il popolo americano abbia un quadro più completo delle prove del governo riguardo all’origine della pandemia”.

Inoltre, il presidente ha richiesto un “briefing a livello di staff” entro il 14 maggio e osservato che il briefing era stato precedentemente richiesto il 24 aprile di quest’anno, “con l’obiettivo che si svolgesse prima dell’audizione del presidente di EcoHealth Alliance, e noto collaboratore del WIV, Peter Daszak“, ma che “il Dipartimento ha risposto che non poteva sostenere un briefing con quella tempistica”.

L’insabbiamento

In effetti, quanto emerso sembra avvalorare il sospetto secondo cui almeno alcuni settori del governo federale, tra cui il Dipartimento di Stato, già nel 2020 fosse in possesso di prove più che convincenti delle responsabilità del regime cinese ma le abbia di fatto nascoste non solo al pubblico, ma anche ad altre agenzie dell’amministrazione e alla Casa Bianca.

Se nel 2020 il Dipartimento di Stato era in possesso di informazioni secondo cui la Cina aveva coperto la fuga del virus dal laboratorio di Wuhan e non le ha fornite all’allora presidente Donald Trump, che tra l’altro aveva fin dal principio puntato l’indice contro Pechino, e al pubblico americano, allora si è reso complice dell’insabbiamento da parte del PCC.

L’Ufficio del direttore dell’Intelligence nazionale ha pubblicato un rapporto declassificato nel giugno 2023 in cui si afferma che la comunità di Intelligence Usa non è giunta ad una conclusione sull’origine del Covid, se provocata da una fuga dal laboratorio o dall'”esposizione naturale” di un animale infetto.

Ma il Dipartimento dell’energia e l’FBI hanno stabilito che il Covid è probabilmente uscito da un laboratorio. Nel febbraio dello scorso anno, il direttore Christopher Wray ha confermato a Fox News che “l’FBI ha valutato ormai da tempo che le origini della pandemia sono molto probabilmente un incidente di laboratorio a Wuhan”.

“Stiamo parlando di una potenziale fuga da un laboratorio controllato dal governo cinese. Mi limiterò a osservare che il governo cinese, mi sembra, ha fatto del suo meglio per cercare di contrastare e offuscare il lavoro che stiamo facendo, il lavoro che il nostro governo degli Stati Uniti e i nostri stretti partner stranieri stanno facendo. E questo è un peccato per tutti”, aggiungeva.

Intanto, la stessa sottocommissione guidata da Wenstrup ha accusato il dottor David Morens, un ex consigliere di Anthony Fauci, di aver ostacolato la sua indagine e lo ha citato in giudizio una terza volta, per costringerlo a testimoniare davanti al suo ex capo.