Covid, due fughe dal laboratorio di Wuhan. Poi il depistaggio di Fauci & Co.

Le conclusioni di un rapporto del Senato Usa e l’audizione dell’ex DNI John Ratcliffe. Oltre all’insabbiamento di Pechino, il fallimento dell’Intelligence Usa

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Non uno ma due leak, due fuoriuscite dal laboratorio del Wuhan Institute of Virology (WIV) nell’autunno del 2019 sarebbero all’origine della pandemia di Covid-19, secondo un rapporto del Senato Usa presentato dal senatore Roger Marshall in una conferenza stampa seguita da Zachary Stieber per The Epoch Times.

“La preponderanza di informazioni supporta la plausibilità di un incidente non intenzionale correlato alla ricerca e che probabilmente è il risultato di falle nella biosicurezza”, conclude il rapporto di 301 pagine, pubblicato il 17 aprile.

L’incidente di laboratorio

L’indagine – durata 18 mesi e condotta da un team di esperti e membri dello staff della Commissione Salute, guidato dal dott. Robert Kadlec, un ex funzionario sanitario governativo di lunga esperienza, che ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo dei vaccini anti-Covid – ha preso in esame anche l’ipotesi dell’origine naturale, cioè di un passaggio di specie, da un animale all’uomo, valutando “ogni prova e ogni testimonianza” disponibile.

E l’ipotesi più probabile, come riporta Stieber nel suo articolo, è che si sia verificata una perdita di aerosol che ha causato un’infezione del personale di laboratorio, o che il virus sia stato rilasciato nell’ambiente esterno a causa di falle nel biocontenimento. Difetti noti da anni a organismi Usa e internazionali, come documentato nel rapporto.

Nel quale si ricorda come nel laboratorio del WIV si conducessero anche esperimenti di “guadagno-di-funzione” sui virus dei pipistrelli. Il rifiuto dell’istituto di rivelare i risultati completi dei suoi esperimenti ha indotto i funzionari Usa a porre fine ad un finanziamento secondario dopo l’inizio della pandemia.

Comunicazioni e avvisi cinesi avvalorano le conclusioni del rapporto, compreso un tentativo nel novembre 2019 di procurarsi un inceneritore d’aria presso il laboratorio. Ciò ha suggerito “una certa preoccupazione per il rischio di una fuga di aerosol infettivo“, affermano i ricercatori.

Le caratteristiche del virus

Anche le caratteristiche del virus suggeriscono che sia stato creato dall’uomo, inclusa la presenza di un sito di scissione della furina nella stessa posizione che risulta in una proposta di finanziamento della EcoHealth Alliance, l’associazione guidata dal dottor Peter Daszak che ha incanalato i soldi dei contribuenti americani agli scienziati di Wuhan.

L’ipotesi di due fughe

La novità, secondo il rapporto, è che più di una fuoriuscita si sarebbe verificata dal laboratorio del WIV. A indicarlo sono i dati delle infezioni a Wuhan all’inizio della pandemia, da cui emerge che c’erano diversi modelli epidemiologici. I primi ceppi di Covid-19 presentavano differenze, incluso un numero diverso di mutazioni, “suggerendo che due linee dello stesso virus potrebbero essere emerse simultaneamente e poi progredite su percorsi diversi, oppure in sequenza separate da un certo periodo di tempo”.

Secondo i rapporti dell’Intelligence Usa declassificati e notizie di fonte cinese, i primi casi sono stati registrati nel novembre 2019. I modelli indicano che l’epidemia è iniziata nell’ottobre o novembre 2019. I funzionari cinesi hanno cominciato a intraprendere azioni specifiche anche prima: il 18 settembre un’esercitazione in cui si simulava la scoperta di un passeggero infetto con coronavirus a bordo di un aereo e subito dopo l’ordine di accumulare test.

Kadlec e gli altri ricercatori della Commissione affermano che un primo leak del virus dal laboratorio potrebbe essersi verificato prima di settembre 2019. Quindi, una seconda fuoriuscita alla fine del 2019, ipotizzano, poco prima che i ricercatori cinesi iniziassero probabilmente a sviluppare un vaccino.

Il senatore Marshall ha riconosciuto che potrebbe esserci stato un solo incidente, ma ha affermato che altre prove supportano la tesi delle due perdite, incluso il modo in cui i dati genomici del WIV sono stati portati offline nell’autunno del 2019, più o meno nello stesso periodo in cui gli atleti stranieri che si erano recati a Wuhan per le Olimpiadi militari si sono ammalati con sintomi da Covid-19.

L’insabbiamento di Pechino

“Molte delle lacune probatorie nella comprensione mondiale” dell’origine del virus, sottolineano i ricercatori nel rapporto, sono “il risultato della censura della Repubblica Popolare Cinese e della deliberata distruzione e occultamento di prove“. Sebbene il laboratorio del WIV abbia contatti regolari con alti funzionari del Partito Comunista Cinese, non ci sono invece indicazioni che il virus sia stato rilasciato intenzionalmente, ha precisato il senatore Marshall.

Nessuna delle prove disponibili supporta la teoria dell’origine naturale, conclude il rapporto. Non c’è prova che un qualche animale sia stato infettato da Covid-19 prima dei primi casi umani.

Il depistaggio dei virologi

E qui ricorderete che all’inizio della pandemia, appena cominciò ad affacciarsi nel dibattito pubblico l’ipotesi della fuga da laboratorio, alcuni scienziati pubblicarono una lettera per stroncarla, bollandola come “teoria del complotto”.

Questo passaggio è stato oggetto delle audizioni del 18 aprile della Sottocommissione sulla pandemia da coronavirus della Camera dei Rappresentanti. Ascoltati dalla commissione l’ex direttore della National Intelligence John Ratcliffe e l’ex sottosegretario al Dipartimento di Stato David Feith, entrambi dell’amministrazione Trump.

Nella sua testimonianza l’ex direttore Ratcliffe ha affermato che il direttore del CDC, il segretario di Stato e il direttore dell’Intelligence Nazionale erano tutti convinti che molto probabilmente il Covid-19 era stato creato nel laboratorio di Wuhan, ma il dottor Anthony Fauci ha etichettato l’ipotesi dell’origine da laboratorio come una “teoria del complotto” per allontanare lo sguardo da una ricerca che aveva indirettamente finanziato:

Avevi il vertice della diplomazia, il vertice della comunità dell’Intelligence, il massimo funzionario della sanità pubblica che ti dicevano tutti con un certo livello di sicurezza che l’origine più probabile di tutto fosse una fuga dal laboratorio. (…) Alcuni di quegli individui, incluso il dottor Fauci, stavano promuovendo l’idea che si trattasse di origine naturale e si riferivano pubblicamente a questo come a una teoria del complotto in alcune conversazioni e interviste. (…) La migliore prova sono le loro stesse conversazioni, che indicano che non volevano attenzioni indesiderate sulle relazioni tra i virologi occidentali e coloro che lavoravano all’interno del Wuhan Institute of Virology e sulle fonti di finanziamento per parte di quella ricerca.

Ratcliffe ha quindi aggiunto di concordare con l’ex direttore del CDC sul fatto che Fauci abbia mentito al Congresso sotto giuramento riguardo il finanziamento della ricerca sul guadagno-di-funzione presso il laboratorio di Wuhan:

Alcune delle testimonianze del dottor Fauci sono in contrasto con alcune delle informazioni che abbiamo ma che restano classificate, così come in contrasto con alcune informazioni pubblicamente disponibili.

Prove schiaccianti

Riguardo l’origine del virus, Ratcliffe ha risposto che ci sono prove schiaccianti che il Covid-19 sia stato prodotto nel laboratorio di Wuhan, mentre non è mai stato scoperto il presunto ospite intermedio a sostegno di un’origine naturale:

La mia valutazione informata, come persona con accesso all’Intelligence nell’anno iniziale della pandemia… è che una fuoriuscita dal laboratorio è l’unica spiegazione supportata in modo convincente dalle nostre informazioni, dalla scienza e dal buon senso.

Siamo a tre anni e mezzo e ogni giorno che passa rende meno probabile che ci sia qualcosa che possa mai legare questo alla natura. Mentre dall’altra parte, (le prove, ndr) sono schiaccianti, quando si guardano le azioni della Cina e le circostanze intorno a ciò che stava accadendo dal punto di vista della biosicurezza a Wuhan. L’enorme numero di coronavirus. L’enorme numero di pipistrelli portatori di coronavirus che sono stati portati a Wuhan. Tutto ciò pesa molto nel portare a concludere con un certo livello di sicurezza che una fuga da laboratorio sia stata l’origine di questa pandemia.

Intelligence infedele

Ma se queste erano fin da subito le informazioni, perché solo ora le 18 agenzie di intelligence Usa stanno convergendo sull’ipotesi della fuga dal laboratorio? Ancora più inquietante, se possibile, la risposta di Ratcliffe a questa domanda.

Le sfide che io e altri alti funzionari dell’amministrazione Trump abbiamo incontrato mentre eravamo in carica includono preoccupazioni legittime circa le fonti strettamente riservate delle nostre informazioni e i metodi sensibili utilizzati per ottenerle, nonché blocchi illegittimi dovuti a conflitti di interesse professionali e politica di parte. Inclusi i venti contrari creati quando l’ipotesi della fuga da laboratorio fu inizialmente etichettata e falsamente riportata quasi all’unanimità come una “teoria del complotto” da scienziati in conflitto di interesse e stampa mainstream, mentre veniva anche censurata come “disinformazione” dai giganti dei social media. Internamente, anche motivazioni di politica nazionale ed elettorale stavano influenzando l’analisi delle nostre informazioni sulla Cina all’interno dell’Intelligence Community, come si evince dal rapporto del 6 gennaio 2021. In qualità di funzionario non-politico di carriera incaricato di arbitrare controversie interne sulle valutazioni dell’intelligence, il difensore civico ha rilevato che “gli analisti sembravano riluttanti a far avanzare la loro analisi sulla Cina perché tendevano a non essere d’accordo con le politiche dell’amministrazione Trump, affermando: “Non voglio che la nostra intelligence venga utilizzata per sostenere queste politiche”.

Da parte sua, Feith ha osservato che almeno due prove chiave rimangono classificate: se uno dei ricercatori del WIV che si è infettato nell’autunno del 2019 fosse il “paziente zero” e perché il Dipartimento dell’energia ha cambiato la sua valutazione trovando ora probabile l’origine da laboratorio.

L’ampio consenso scientifico

Feith ha ricordato anche la “rara” dichiarazione pubblica del 30 aprile 2020, tra le polemiche, dell’Ufficio del direttore dell’Intelligence nazionale: la Intelligence Community “concorda con l’ampio consenso scientifico secondo cui il virus Covid-19 non è stato creato dall’uomo o geneticamente modificato” ma “continuerà a esaminare rigorosamente le informazioni e l’intelligence per determinare se l’epidemia è iniziata attraverso il contatto con animali infetti o se è stata il risultato di un incidente in un laboratorio di Wuhan”.

Ma non c’era alcun “ampio consenso scientifico”, solo un’apparenza di esso fabbricata da alcuni scienziati interessati con la lettera di Lancet e il paper “Proximal Origin”. Due degli autori del paper avevano legami con il WIV e tre – Andersen, Holmes e Garry – poco prima avevano sostenuto di trovare il virus “incoerente con le aspettative della teoria evoluzionistica”.

Guardando indietro, ha osservato Feith, sembra che la dichiarazione “possa essersi basata per i suoi giudizi su alcuni degli stessi esperti non governativi che avevano conflitti di interesse personali e il cui commento pubblico era caratterizzato da una divulgazione non completa. Essendo una dichiarazione dell’Ufficio del direttore dell’Intelligence nazionale, tuttavia, ha avuto un peso significativo ed è stata ampiamente interpretata come un colpo alla validità della teoria della fuga da laboratorio“.

Probabilmente il più grave fallimento dell’intelligence Usa dopo l’11 Settembre.

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