- Distanziamento sociale non basato su dati scientifici
- L’ipotesi fuga da laboratorio non era complottismo
- Gli obblighi vaccinali aumentano l’esitazione vaccinale
Ben 14 ore in due giorni, tanto è durata la testimonianza a porte chiuse di Anthony Fauci davanti alla Commissione sulla pandemia di coronavirus istituita dal Congresso Usa. Molte le ammissioni, le mezze verità, le giravolte, e un centinaio di “non ricordo”, che provano sostanzialmente due cose che avevamo a lungo sostenuto: molte delle politiche sanitarie adottate, di grande impatto economico e sociale, non erano supportate da basi scientifiche e sull’origine del virus è stata fatta una vera e propria opera di disinformazione.
Obblighi vaccinali
Il presidente della Commissione, Brad Wenstrup, che è anche medico, ha concluso che la testimonianza “ha rivelato fallimenti sistemici nel nostro sistema sanitario pubblico e ha fatto luce su gravi problemi procedurali con la nostra autorità sanitaria pubblica”.
Tra questi fallimenti, l’imposizione di obblighi vaccinali nelle scuole e nelle imprese, che potrebbero aumentare l’esitazione vaccinale nei prossimi anni, ammette oggi Fauci, mentre nel 2021 sosteneva che “quando si rende difficile la vita alle persone, queste dimenticano le loro stronzate ideologiche e si vaccinano”.
Ed è chiaro che “le opinioni dissenzienti spesso non venivano prese in considerazione o venivano soppresse completamente. Se dovesse verificarsi una futura pandemia, la risposta dell’America dovrà essere guidata da fatti scientifici e dati certi”, ha aggiunto Wenstrup.
Distanziamento sociale
Il dottor Fauci ha ammesso che la raccomandazione sul distanziamento sociale di due metri sostenuta da lui e da alti funzionari della sanità pubblica “probabilmente non era basata su dati scientifici“: semplicemente sembrava avere senso. Eppure, proprio in conseguenza di quelle regole, contestate sia da studi che da altri scienziati e funzionari sanitari, le scuole a livello nazionale sono rimaste chiuse fino al secondo anno di pandemia.
“Decisioni prese dai distretti scolastici”, si è difeso Fauci. I distretti però si sarebbero esposti a cause legali se non avessero seguito le indicazioni fornite dal governo federale.
Alla domanda su uno studio del 2021 condotto nelle scuole del Massachusetts che ha rilevato che solo un metro di distanza tra gli studenti aveva portato a tassi di infezione “simili”, ha risposto che lo stesso mese i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie stavano esaminando “molto attentamente” i dati e “probabilmente” li avrebbero aggiornati.
L’origine del virus
Fauci ha poi riconosciuto che l’ipotesi della fuga dal laboratorio del Wuhan Institute of Virology non era affatto una teoria del complotto, come invece veniva affermato nel famigerato articolo “Proximal Origin” fatto pubblicare quattro anni fa, il cui scopo era proprio delegittimare e diffamare quell’ipotesi.
Fauci ha inoltre rivelato di essere stato d’accordo con il divieto di viaggi dalla Cina imposto dall’ex presidente Donald Trump, nonostante inizialmente si fosse opposto, e di aver sostenuto le radicali restrizioni di viaggio nei confronti dei Paesi europei all’inizio della pandemia.
Gli esperimenti di Wuhan
Fauci ha invece difeso la sua precedente controversa testimonianza in cui aveva affermato che il National Institutes of Health (NIH) non ha finanziato ricerche sul guadagno di funzione a Wuhan, pur giocando con la definizione di guadagno di funzione nel tentativo di evitare di ammetterlo. “Quindi quello che hai fatto è cambiare la definizione sul tuo sito web per cercare di pararti il culo, in pratica”, lo ha incalzato il senatore Rand Paul, protagonista di altri epici scontri con Fauci.
Il dottor Fauci è apparso non essere nemmeno pienamente a conoscenza di cosa accadesse al National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) sotto la sua guida. Ha ammesso infatti di aver firmato ogni sovvenzione NIAID straniera e nazionale senza rivedere le proposte e non è stato in grado di confermare se il NIAID avesse un qualsiasi meccanismo per condurre la supervisione dei laboratori stranieri finanziati.