Le spese allegre per le iniziative politicamente corrette negli Stati governati dai Democratici a scapito di posti letto e forniture sanitarie che oggi sarebbero state molto utili per affrontare il coronavirus
Quanti tra i leaders, i politici, i governi e le autorità sanitarie internazionali sono stati perfetti, finora, nella gestione del cigno nero che va sotto il nome di coronavirus? Nessuno, a quanto pare, anche se qualcuno si è comportato molto peggio della media e qualcun altro molto meglio. Il caso italiano si è rivelato disastroso dal punto di vista della leadership politica di Giuseppe Conte e delle forze di governo, mentre lo score fatto registrare dalle amministrazioni regionali del nord (soprattutto del Veneto) e dalle forze politiche di opposizione è risultato decisamente più positivo. Quanto agli altri Paesi d’Europa, non sembra che la situazione sia stata gestita granché meglio che in Italia. Negli Stati Uniti, a loro volta, non sono stati esenti da errori, anche perché, come tutti, hanno subito i contraccolpi delle menzogne cinesi (e delle mezze verità dell’OMS), che hanno reso tutta questa materia alquanto scivolosa e “fluida”. Insomma, che ci possano essere state sottovalutazioni da parte dell’amministrazione Trump, almeno inizialmente, non deve meravigliare più di tanto, ma il presidente ha saputo prendere ben presto in mano la situazione effettuando due mosse di grande rilievo ed efficacia: il divieto dei voli dalla Cina e, successivamente, con il deteriorarsi della situazione in Europa, anche dei voli dal Vecchio Continente. Poi, ha sbaragliato le pastoie burocratiche che complicavano la vita agli operatori sanitari e rendevano la fruizione di test per il coronavirus esageratamente macchinosa. Dopodiché è arrivato il famoso pacchetto “da tempo di guerra” che sappiamo, con un’iniezione di 2.000 miliardi di dollari per superare la crisi del coronavirus.
Il tutto, naturalmente, mentre il Governatore di New York, Andrew Cuomo, incolpa il presidente e il governo federale per la mancanza di letti e ventilatori nel suo stato, anche se si dà il caso che il potere di determinare il numero di queste forniture mediche critiche negli ospedali di New York ricade esattamente sulle spalle del governatore. E qui arriviamo al più serio dei problemi del sistema sanitario americano: semplicemente non ci sono abbastanza posti letto negli ospedali per gestire l’afflusso previsto di pazienti affetti da Covid-19. Ma attenzione, in molti luoghi, tra cui New York, quella carenza è il risultato di normative statali – note come certificate-of-need (CON) laws, che limitano artificialmente la fornitura di attrezzature mediche. Lo scopo dichiarato di tali leggi, come chiarisce Reason, è quello di impedire agli ospedali di spendere eccessivamente, ma di fatto esse “aiutano le catene ospedaliere politicamente più potenti a limitare la concorrenza regionale e gonfiare i costi dell’assistenza sanitaria,” creando tuttavia, nel contempo, “carenze di attrezzature mediche che potrebbero rivelarsi disastrose durante una pandemia.”
Insomma, le leggi CON di Cuomo sono il problema. Anche il famoso conduttore radiofonico Mark Levin ha fatto riferimento a queste leggi durante un’intervista con il Dr. Anthony Fauci (direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, nonché, dal gennaio 2020, capo del White House Coronavirus Task Force). “Abbiamo quelle che vengono chiamate leggi CON in 36 stati e nel Distretto di Columbia, queste sono le leggi in base alle quali i governatori e gli stati decidono quanti posti letto in terapia intensiva ci saranno. […] Ho visto il governatore di New York dire che abbiamo bisogno di più letti e gli ho detto: ‘Beh, perché non vai a prenderli?’” La risposta, ovviamente, è che sono le leggi CON che glielo impediscono, non l’amministrazione Trump.
Ma non è tutto: secondo uno studio del Mercatus Center presso la George Mason University, gli stati con leggi CON hanno un tasso di mortalità del 2,5-5 per cento superiore rispetto a quelli senza. Chiaramente, anche i tempi di attesa sono stati influenzati. Cuomo, che incolpa il governo federale per la mancanza di letti e ventilatori nel suo stato, fa finta di non sapere che alla base di queste carenze c’è soprattutto la sua cattiva gestione. Secondo RealClearPolitics, “dopo aver appreso che la scorta statale di attrezzature mediche aveva 16.000 ventilatori in meno di quelli di cui i newyorkesi avrebbero avuto bisogno in una grave pandemia, il Governatore Andrew Cuomo è arrivato a un bivio nel 2015. Avrebbe potuto scegliere di acquistare più ventilatori. Invece, ha chiesto al suo commissario per la salute, Howard Zucker, di assemblare una task force e di redigere regole per il razionamento dei ventilatori che già avevano.” Cuomo avrebbe potuto spendere i necessari 576 milioni di dollari in ventilatori per prepararsi allo scenario peggiore, ma invece ha optato per investire 750 milioni in una fabbrica di pannelli solari.
Se dalla East Coast passiamo alla West Coast, le cose cambiano di poco, o quanto meno in maniera non sostanziale. Red State ha riassunto molto bene ciò che è accaduto in California: se Eric Garcetti, sindaco di Los Angeles, avesse accesso a tre ospedali mobili da 200 posti letto con unità di terapia intensiva e suite chirurgiche, 50 milioni di respiratori N95, 2.400 ventilatori portatili e kit per installare 21.000 letti di pazienti aggiuntivi ovunque fossero necessari (cioè quella che era la dotazione effettiva della California nel 2006, per volontà dell’ex governatore Arnold Schwarzenegger nel 2006), probabilmente si sentirebbe un po’ più pronto a gestire l’assalto previsto. L’ex star di Hollywood al tempo era turbato dalla sofferenza che aveva visto lungo la costa del Golfo dopo Katrina ed era preoccupato per una possibile pandemia di influenza aviaria. Il dottor Carlos Aristeguieta, che è stato direttore medico d’emergenza di Schwarzenegger dal 2005-2007, ha così descritto gli ospedali mobili da 200 letti: “Non erano come una tenda MASH in tv … Erano tende semi-permanenti completamente isolate, dotate di HVAC [sigla che sta per Heating, Ventilation and Air Conditioning, ovvero riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria, n.d.r]. Avevano ventilatori, una gamma completa di farmaci e sarebbero sbarcati su 18 ruote con la scorta di una pattuglia della Polizia stradale”.
Purtroppo, durante la recessione del 2008, le entrate dello stato sono crollate e Schwarzenegger ha lasciato l’incarico con un deficit di bilancio di 26 miliardi di dollari. Il suo successore, Jerry Brown, ha tagliato il sistema nel 2011, osservando sarcasticamente che “i programmi erano stati istituiti per contrastare ‘una potenziale pandemia di influenza’ che non si è verificata”. Nel frattempo, la California ha trovato il modo di spendere oltre 5 miliardi di dollari per la sua ferrovia ad alta velocità, e questo è solo l’inizio: il piano sarebbe di collegare Los Angeles alla Bay Area di San Francisco, ma sono state posate solo poche miglia di pista e lo stato ha ancora bisogno di circa 75 miliardi di dollari per completare il progetto. Una bazzecola, in fondo, per uno stato che spende oltre il 17 per cento del suo budget per gli stranieri illegali ed è così a fondo impegnato nelle politiche di cambiamento di sesso dei suoi cittadini che ha provveduto a finanziare il relativo intervento chirurgico effettuato su un detenuto.
“Priorità”, queste ultime (immigrati illegali e cambi di sesso) che accomunano i due stati, California e New York. Mentre nel 2015 la New York State Task Force on Life and the Law si vantava che “lo Stato di New York ha accumulato 1.750 ventilatori per aiutare a ridurre la necessità di ventilatori di fronte allo scenario moderato”, non ha potuto fare a meno di ammettere che non aveva “piani aggiornati per acquistare abbastanza ventilatori per il modello più grave”. In ogni caso, aggiungevano, senza personale sufficientemente addestrato per lavorare su nuovi ventilatori, ogni ulteriore acquisto sarebbe uno spreco di denaro. Naturalmente non è lecito parlare di sprechi di denaro quando si tratta degli oltre 750.000 stranieri illegali che affollano lo stato, e neppure quando si tratta di pagare per interventi di cambio di sesso. Le priorità sono priorità, giusto? Come Andrea Widburg ha annotato il 30 marzo scorso, “il nostro sistema federale si basa sul fatto che gli Stati sono responsabili di se stessi, mentre il governo federale è responsabile dell’intera nazione. Gli stati gestiti dai democratici, tuttavia, sono stati così impegnati a finanziare ogni tipo di iniziativa politicamente corretta che hanno dimenticato che la loro responsabilità principale è quella di essere lì per i loro cittadini nelle emergenze.” Suppongo che queste considerazioni della neo vicedirettrice di American Thinker potrebbero far fischiare le orecchie a qualcuno nel governo italiano, o a qualche sindaco e governatore liberal. Sempre che da quelle parti ci siano ancora orecchie per sentire e occhi per vedere. Il che non è affatto scontato.