Palazzo Strozzi a Firenze presenta fino al 14 luglio Beyond Performance, un progetto prodotto e organizzato da Fondazione Palazzo Strozzi, Fondazione Cr Firenze e Osservatorio per le Arti Contemporanee e a cura di Alberto Salvadori, con interventi site specific degli artisti Cally Spooner e Mario García Torres (fino al 12 maggio negli spazi della Strozzina) e del collettivo Opavivarà! (dal 16 maggio al 14 luglio nel cortile di Palazzo Strozzi). Il progetto propone tre distinte modalità di rielaborare l’idea di performance nella produzione artistica di oggi, esaltando il suo essere forma espressiva interdisciplinare attraverso la sperimentazione con media e contesti diversi e il coinvolgimento del pubblico in una riflessione sul rapporto tra realtà e finzione e sul concetto di partecipazione. Celebre per la sua capacità di combinare spazio, performance e scrittura, Cally Spooner (Regno Unito, 1983) presenta And You Were Wonderful, On Stage (“Ed eri meraviglioso, sul palcoscenico”), installazione video che nasce da un’omonima opera musicale del 2013 proposta dall’artista come performance dal vivo in numerosi musei e spazi espostivi internazionali. Con un approccio meta‐narrativo l’opera mostra la costruzione di un film tratto dal musical, in un’immersione emotiva e concettuale per il pubblico che si ritrova al centro di cinque grandi proiezioni. La musica scorre su immagini girate in presa diretta, in cui si susseguono varie azioni di attori e performer colti in un continuo avvicendamento tra palco e backstage, creando una forte tensione per i visitatori costantemente posti dentro e fuori lo spettacolo. Protagonista è un coro femminile che trasforma in canto gli appunti di una riunione di una agenzia pubblicitaria in cui si discute di come trasformare fatti personali in potenziali spot dell’azienda. Citando anche figure della cultura pop come Beyoncé e Justin Bieber o politici come Michael Gove e Jon Favreau, il testo e l’installazione diventano una ironica riflessione su come l’utilizzo di media, tecnologie o mezzi di informazione possono nascondere, manipolare o trasformare la realtà. Mario García Torres (Messico, 1975) propone Falling Together in Time (“Ritrovarsi nel tempo”), un’installazione in cui video, pittura, musica, scultura e performance interagiscono al fine di creare una serie di rimandi e connessioni trasfigurando lo spazio espositivo in un’ambientazione ispirata a un’arena per concerti. Il titolo è ripreso da uno dei video presentati in mostra: partendo dalla Los Angeles dei primi anni Ottanta sono raccontati fatti di cronaca e storie della cultura popolare e musicale che si intrecciano e si collegano tra loro attraverso una serie di connessioni casuali tra tempo, spazio e cultura pop. A questo video si affianca l’installazione sonora This Sound Makes Me Think Something Great Is About to Happen (“Questo suono mi fa pensare che qualcosa di importante sta per accadere”) e una serie di cinque dipinti monocromi neri, ognuno dotato di una luce led sulla tela, collegata a un dispositivo elettronico che riproduce sotto forma di impulsi luminosi il ritmo di diverse canzoni presenti nel video, tra cui (Madonna, Holiday; Daft Punk, Instant Crush; Japan, Gentlemen Take Polaroids; Van Halen, 1984; Olivia Newton‐John, Physical). Come ideale conclusione del progetto, il collettivo Opavivarà! (Brasile 2005) trasforma il cortile di Palazzo Strozzi in un grande spazio di partecipazione e coinvolgimento attraverso l’installazione Rede Social, una grande e coloratissima amaca di oltre 10 metri in cui il pubblico sarà invitato a salire per vivere lo spazio e l’architettura del palazzo da un punto di vista e da una posizione inconsueta. L’opera è stata pensata e disegnata appositamente per il Cortile di Palazzo Strozzi, luogo racchiuso nel cuore del Palazzo ma nel contempo aperto alla città. Ispirato dalla cultura brasiliana, aperta, libera e fortemente collettiva, Rede Social (in inglese Social Network, ma anche con un doppio senso delle parole “rete” e “sociale”) consiste in una struttura simile ad un tunnel aperto, che sostiene una unica amaca colorata con 12 postazioni collegate insieme che permetterà al pubblico di abbandonare temporaneamente il ruolo sociale che ognuno ha nella vita di tutti i giorni, rilassandosi e prendendosi una pausa dal mondo esterno al fine di concentrarsi sulle cose più essenziali della vita e sulle relazioni umane. “Anche nel periodo in cui protagonista è la grande mostra Verrocchio, il maestro di Leonardo, abbiamo voluto sottolineare come l’arte contemporanea rimanga parte integrante dell’identità di Palazzo Strozzi: uno stimolo per mettere in dialogo passato e presente”, afferma Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi. “Dopo il successo della mostra Utopie Radicali nel 2017, questo nuovo progetto di collaborazione tra Fondazione Palazzo Strozzi, Fondazione Cr Firenze e Osservatorio per le Arti Contemporanee conferma l’impegno alla produzione e alla ricerca nell’arte contemporanea delle due fondazioni, permettendo una rinnovata riflessione sullo spazio della Strozzina e del cortile di Palazzo Strozzi come luoghi vivi e dinamici, in cui sollecitare una fruizione attiva da parte del pubblico”.
L’American Academy in Rome (AAR) ha annunciato i vincitori del Rome Prize 2019–20 e gli artisti e studiosi italiani vincitori delle Italian Fellowship. Queste borse di studio supportano la ricerca indipendente e più avanzata nel campo delle arti e degli studi umanistici. I borsisti italiani sono Zeno Baldi (Marcello Lotti Italian Fellow in Music), Corinna Gosmaro (Fondazione Sviluppo e Crescita Crt Italian Fellow in Visual Arts), Eugenia Morpurgo(Tiffany & Co. Italian Fellow in Design), Giuliana Mosca (Franco Zeffirelli Italian Fellow in Renaissance and Early Modern Studies), Federica Nicolardi (Franco Zeffirelli Italian Fellow in Ancient Studies) e Giovanna Silva (Enel Foundation Italian Fellow in Architecture, Urban Design, and Landscape Architecture). Quest’anno sono stati consegnati 30 Rome Prize e 6 Italian Fellowship ad artisti e ricercatori che riceveranno una rendita, uno studio per realizzare il proprio lavoro e vitto e alloggio per un periodo da 5 a 11 mesi presso l’Accademia a Roma. I vincitori sono stati annunciati durante la cerimonia di assegnazione dei Rome Prize intitolata a Arthur and Janet C. Ross nel Sala Grande alla Cooper Union di New York.
Vinitaly: bilancio decisamente positivo per la collettiva dell’Irpinia, presente in fiera con 90 espositori (83 cantine, 3 produttori di liquori e distillati, 3 consorzi ed una rete d’impresa) nello spazio gestito dalla Camera di Commercio di Avellino. Ancora una volta le perle enologiche irpine hanno saputo conquistare i tanti visitatori accorsi all’interno della tensostruttra B. Ad essere positivamente colpiti dall’alto livello qualitativo che caratterizza in primis le tre Docg, Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo, sono stati in particolar modo le diverse delegazioni di buyer provenienti da Est Europa (Russia e Kazakistan), Centro e Sud America (Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Messico e Perù) e Centro e Nord Europa (Belgio, Francia e Regno Unito), per un totale di circa 100 professionisti. Gli appuntamenti di Vinitaly International, organizzati in collaborazione con l’Ice, hanno permesso infatti alle aziende di raccontare le proprie etichette agli operatori internazionali, facendo emergere le peculiarità di un terroir assolutamente unico. E storia, passione e abnegazione per il proprio lavoro e per la propria terra sono emerse ancor più durante gli incontri di Taste4Test, serie di b2b tra i produttori e la stampa di settore. Un confronto vis-à-vis, tra i vignaioli e alcune delle migliori firme del panorama enogastronomico nazionale, molto apprezzato da entrambe le categorie, tramutato spesso in uno scambio proficuo di conoscenze e consigli. “C’è stata grande soddisfazione tra tutti i partecipanti della nostra collettiva”, ha sottolineato Oreste La Stella, presidente della Camera di Commercio di Avellino. “Ancora una volta la coesione e l’unione di intenti del territorio si sono dimostrate delle carte vincenti. L’alto standard dei nostri prodotti è ormai cosa nota, sia tra gli addetti ai lavori che tra gli appassionati, ma è grazie soprattutto all’affermazione forte del brand Irpinia che si è riusciti a imporre quel salto di qualità necessario per promuovere coralmente le nostre risorse, con vino, gastronomia e turismo a fare da locomotive. Il bilancio di questa avventura scaligera è dunque senza dubbio positivo. Tanti i contatti avviati nel corso della quattro giorni, molti dei quali tramutati in veri e propri contratti. A riscuotere successo sono state inoltre le varie iniziative collaterali andate in scena in Piazza Irpinia: degustazioni, presentazioni e incontri in grado di favorire la conoscenza diretta di tutte le nostre realtà. Non resta che dare appuntamento al Vinitaly 2020, con un’Irpinia che sarà sicuramente ancora più competitiva e unita nel segno della qualità che ci contraddistingue”.
Si chiama “Sabi Collection” ed è dedicata a Sandro Bidasio degli Imberti, in arte Sabi, la limited edition della Carpenè Malvolti. Quattro magnum di Prosecco Superiore, identificate ciascuna con un numero di serie, quattro etichette che rappresentano ciascuna un decennio del lungo sodalizio che ha unito il celebre grafico di Conegliano alla storica cantina. La prima delle quattro magnum è dedicata agli anni Trenta e riproduce una prescrizione medica del luminare Augusto Murri, considerato il primo testimonial dell’impresa, in cui si raccomandavano le doti terapeutiche del Prosecco Spumante Carpenè Malvolti; la seconda etichetta è dedicata agli anni Quaranta ed è la rappresentazione della curiosità e dell’interesse che andava crescendo intorno al Prosecco; mentre l’immagine ispirata dagli anni Cinquanta volge verso la modernità utilizzando una tecnica grafica nuova, quella del disegno stilizzato in cui si ritrae un incontro conviviale, solenne e festoso. Infine la magnum dedicata gli anni Settanta, ritrae l’evoluzione dei consumi del vino spumante, tradotta nell’immagine della storica bottiglia recante la prima iscrizione in etichetta della dicitura Prosecco, interpretata con uno stile grafico proiettato al futuro ed in sintonia con il sentiment delle pubblicità del tempo. Personaggio eclettico, Sandro Bidasio degli Imberti, enotecnico di formazione e disegnatore autodidatta di spiccato acume ed umorismo, si è distinto per i suoi schizzi incisivi e freschi, per i bozzetti di ricerca vivaci e di tocco immediato, semplice ed efficace in cui si ritrovavano una eccellente sintesi espressiva accompagnata da un misurato cromatismo e un perfetto equilibrio compositivo e formale. Attraverso la Sabi Collection, Carpenè Malvolti sceglie ancora una volta di celebrare e dare valore alle proprie radici, ispirandosi per le etichette alle quattro campagne pubblicitarie storiche ritenute più significative tra tutte quelle realizzate appositamente da Bidasio. Illustratore di cartellonistica pubblicitaria, etichette e slogan commerciali, è stato l’artefice di importanti campagne pubblicitarie in ambito vitivinicolo e ciò lo ha portato ad incontrare la famiglia Carpenè, da sempre pioniera anche in campo comunicativo, per la quale ha realizzato alcuni dei suoi progetti più importanti. Il primo lavoro che li ha visti protagonisti insieme, è stata la realizzazione dell’etichetta stampata sulla pancia di una bottiglia di grappa a forma di zucchetta, che di fatto ne sancì a quel tempo il lancio commerciale. Tuttavia il primato dell’impresa nell’essere precursori dell’utilizzo dei testimonial nelle campagne per promuovere, nobilitare e far conoscere i propri vini e distillati, fece si che da quel momento in poi la Carpenè Malvolti si avvalesse della sua arte grafica in più occasioni. A determinare tale scelta comunicativa strategica fu Etile, la seconda generazione, a cui si ascrive altresì il merito di essere stato l’artefice del primo, storico, approccio alla propaganda per il marchio in un contesto ufficiale, in occasione dell’Esposizioni Riunite di Milano del 1894 fece realizzare, con l’intento di promuovere il prodotto ed altresì legarlo alla valorizzazione del Territorio, un pozzo in stile medievale nel cortile della Rocchetta nel Castello di Milano, dove venivano offerti in degustazione vino e distillati di Carpenè Malvolti. La visione pionieristica dimostrata da sempre dalla Carpenè Malvolti in ambito comunicativo, fa di essa un emblematico esempio dell’importanza del saper interpretare e governare strategicamente gli strumenti comunicativi disponibili nel corso del tempo per accrescere la propria brand awareness. Dai mezzi di comunicazione più o meno tradizionali del passato, alla presenza odierna nel mondo digitale e sui social.
E’ stato eletto il nuovo presidente dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia, l’avvocato Rosanna Mazzia, sindaco di Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza. L’elezione del nuovo presidente rappresenta l’ennesima prova della capacità di distinguersi, nel panorama nazionale, dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia, che ha eletto alla massima carica associativa una donna, leader di un consiglio direttivo, composto da 18 persone, che rispetta appieno la parità di genere: nove donne e nove uomini che guideranno l’associazione per il triennio 2019-2022. Mazzia succede nella carica al sindaco del comune di Melpignano, Ivan Stomeo, il quale ha guidato con ottimi risultati questa grande rete di comuni per due mandati. Il sindaco di Roseto Capo Spulico, quindi, sarà per il prossimo triennio alla guida dei “territori e comunità che ce la vogliono fare”. Una rete composta da oltre 270 comuni sparsi su 16 regioni d’Italia, e 1 milione di cittadini che vivono e rendono vivi ogni giorno questi borghi. Mazzia è sindaco di un piccolo comune della Calabria, impegnato in un percorso di sviluppo significativo per migliorare la qualità di vita della comunità locale. La scelta di avere eletto come presidente un amministratore di un piccolo comune, riafferma la grande attenzione dell’associazione verso le nuove classi dirigenti locali delle aree con maggiore difficoltà economica e sociale.