Villa Medici, Roma: nella sede dell’Accademia di Francia c’è di sera un dj che si chiama Antonio Lampis. Non è un omonimo, è proprio il direttore generale dei Musei del Ministero per i beni e le attività culturali, nomina avvenuta sotto il regno di Dario Franceschini. Cinque anni fa, al quotidiano Alto Adige, Lampis ha detto: “Ero a Ibiza, nel 1999, quando ho visto una fila enorme all’entrata di una discoteca. Tra loro c’era anche Mick Jagger che faceva la sua brava fila per salutare il deejay. Siccome mi sono sempre interessato al marketing, mi sono chiesto cosa, o chi poteva riuscire ad attirare cinquemila persone dentro a una discoteca. Sono entrato e ho capito. E ho capito anche come fanno certi deejay a guadagnare più di Abbado e a spostarsi con l’aereo o l’elicottero privato”. Ora è al Mibact.
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C’è un paparazzo che vuole restare anonimo, al Corriere della Sera. Nel Diario Romano che appare sul quotidiano diretto da Luciano Fontana si possono notare ogni tanto alcune preziose fotografie, con annesso testo, senza firma: come “Piatti stellati all’Eden”, con il fondatore di Ca’ del Bosco Maurizio Zanella e lo chef Fabio Ciervo. Chi è l’autore? E’ Giuseppe Di Piazza, il numero uno della cronaca del Corriere, amante dell’immagine, che appare come una meteora nelle notti romane, tra feste e cene stellate. Fino alle ore piccole.
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Nel panorama delle dimore aristocratiche, e non solo a Roma, il cognome Borghese è una garanzia. Nella capitale, in via D’Ascanio, i palazzi sono protagonisti degli scatti fotografici di Camilla Borghese, con “Outline”, mostra a cura di Guillaume Maitre e Paulo Pérez Mourìz. L’amore di Camilla per le architetture (non solo quelle che evocano la famiglia), le forme rigide o sinuose degli edifici, le strutture possenti o morbide che si stagliano di fronte al suo sguardo, si traduce in un addomesticamento dei soggetti ritratti, che rende le architetture quinte sceniche o pattern, astrazioni o disegni, senza mai tradirne la loro natura originale pur quando la fotografa neaccentua i colori e gioca con la luce. La Galleria Spazio Nuovo Contemporary Art presenta così 13 fotografie di New York, Milano e Napoli, proposte nella mostra dell’artista a Castel dell’Ovo a Napoli conclusasi di recente. Da sottolineare la qualità delle preziose immagini degli edifici, come l’iconico Flatiron.
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Un giorno di festa, il World Gin Day. Per questa speciale occasione, il brand premium di gin Bombay Sapphire® ha chiesto alla brand ambassador italiana Rachele Giglioni di creare un cocktail speciale: è nato così il “Regina di Fiori”. “Ho pensato di rendere omaggio a questa giornata creando una variante del classico Gin tonic”, racconta Giglioni, “il Regina di Fiori è floreale ed intenso al palato grazie alla presenza del St.Germain, ma ha anche una nota bitter data dalla liquirizia che richiama una delle dieci botanicals del Bombay Sapphire. Il limone regala una piacevole sensazione di freschezza. Il ghiaccio utilizzato è costituito da cubetti di dimensione superiore allo standard, lavorati personalmente a mano, a partire da un blocco cristallino, per un design elegante e sofisticato. Il cocktail, proprio perché nato da un ghiaccio pieno, tende a diluirsi meno velocemente e mantiene inalterata la sua complessità aromatica nel tempo. La stecca di liquirizia, oltre ad essere un piacevole prolungamento solido dell’esperienza del drink, funge da strainer all’interno del bicchiere”.
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Ultima tappa di Nasagonando Art Project, progetto di residenze per artisti, architetti e fotografi a Ormea, nell’Alta Valle del Tanaro, in provincia di Cuneo, in una località colpita dall’alluvione del 2016. I creativi sono stati invitati a lavorare con la comunità sul tema della natura nel tentativo di sensibilizzare a una nuova coscienza ambientale. Dallo scorso 9 giugno ecco una istallazione ambientale del collettivo di architetti parasite 2.0 che presentano una istallazione di sale, destinata dunque a sciogliersi. In più una mostra raccoglie tutti i progetti finora condotti e presentati nell’ex deposito ferroviario, caduto in disuso con l’alluvione e ora recuperato e destinato alla cittadinanza. Il progetto è a cura dell’architetto, fotografo e videomaker Emanuele Piccardo, sensibile a tematiche ambientali, che da ligure ben conosce la tragedia delle alluvioni e che prima di questa esperienza aveva girato un corto “Fango” sull’alluvione nelle cinque terre. Fino al 31 luglio.