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Day by Day: è il vino il prodotto italiano che piace di più agli americani

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La salute dell’export italiano? Dipende dal vino. Specie negli Stati Uniti, anche a livello di immagine. Laureato in economia e commercio, Luca Maroni è arrivato a compilare l’edizione numero 21 dell’Annuario dei migliori vini italiani. Il nuovo volume enciclopedico ha evidenziato che il comparto vinicolo in Italia è in grande forma, come racconta lo stesso Maroni, e piacerà tantissimo negli States: “La vendemmia 2019 è stata di grande qualità anche se non abbondantissima in quantità. I vini presenti nell’annuario 2020 sono vini del 2018 e 2017 di qualità eccezionale, in particolare i rossi del 2017, i migliori dal 1985. Il vino in questi anni sta assumendo sempre di più un valore intrinseco qualitativo, con uve sempre più ricche e sempre meglio trasformate enologicamente dai produttori. La parola d’ordine è: profumo, profumo, profumo! Si berrà sempre più con il naso, perché a fare la differenza sono già gli aromi e i sentori che assumono una consistenza quasi palpabile”. Maroni stupirà ancora una volta il suo pubblico a Roma, nel Salone delle Fontane, all’Eur, dal 13 al 16 febbraio, mostrando come sia intuitivo e alla portata di tutti guardare, sentire, odorare e assaggiare il vino nella sua visione più contemporanea. Potendo degustare senza limitazioni e in piena libertà le produzioni più importanti delle cantine italiane al massimo della loro eccellenza. Maroni condurrà per mano gli ospiti durante le sue degustazioni guidate e i suoi laboratori sensoriali alla scoperta dei migliori vini in degustazione. Comprendere tutto questo sarà inaspettatamente semplice, grazie al suo metodo sensoriale, dimostrando, in modo immediato, intuitivo e privo di sovrastrutture, come il vino rivela la ricchezza (o integrità), l’equilibrio (o armonia fra i componenti) e l’integrità (cioè la mancanza di difetti di trasformazione). Un’edizione che vedrà, quindi, la riscoperta delle nostre radici più ancestrali fino all’evoluzione attuale: infatti, di pari passo con la cultura, è cresciuta anche la raffinatezza, la pienezza e la profondità del vino. Un susseguirsi di eventi, presentazioni, attività, laboratori guidati da sua sorella Francesca Romana Maroni, ceo dell’azienda, vedranno protagonisti il vino e le più particolari produzioni agroalimentari. Con lei ci saranno anche Sergio Bellanza, presidente dell’Accademia delle Arti Erboristiche. Le erbe e le loro suggestioni olfattive nel vino saranno descritte e valorizzate, recuperando l’antica tradizione che dagli antichi egizi e dalle civiltà affacciate sul Mediterraneo utilizzavano il vino abbinato alle erbe aromatiche e mediche per produrre profumatissimi “enoliti”, cioè pozioni alcoliche e curative, arrivando fino ai nostri giorni.

Gli altri protagonisti dei laboratori condotti da Francesca Romana saranno Franco Franciosi, chef patron di Mammaròssa che ha dato vita a “Quote”, progetto di catalogazione dei prodotti abruzzesi in base all’altitudine, dal mare alle vette degli Appennini; Riccardo Pepe, chef del Donna E Bistrot – Elizabeth Unique Hotel Rome, che racconterà la preparazione del pane, alimento, unico e ancestrale; Mattia Michelangeli di Eden Lab, che racconterà e insegnerà a preparare i mitici arancini; Antonello Egizi, maestro affinatore abruzzese di formaggi assieme a Silvia Carpane, titolare del gin bar romano Buseto ed infine, le Chicche della Tuscia. E dopo il successo dello scorso anno torneranno le degustazioni cibo/vino con “A cena con Luca Maroni”. Animeranno la manifestazione le performance musicali curate dalla Francigena in Jazz e Swing. Il gruppo “Viglione, Creni, Gattone” accompagnerà la serata di venerdì 14 febbraio con un repertorio di jazz e brani della tradizione manouche, nello stile di Django Reinhardt, trasportando i presenti dall’atmosfera jazzistica americana a quella charmant della Parigi anni ’30 e ’40. Domenica 16 febbraio si esibiranno i “The Swing Barriques”. che proporranno repertori di Ellington, Porter, Gershwin, facendo vivere il brio degli anni ’20 e ’40. I principali protagonisti saranno comunque sempre i produttori vitivinicoli che racconteranno le loro etichette, come sottolinea Maroni: “Ho seguito con costanza tanti produttori e sono stato felice di vedere che molti hanno compiuto grandi investimenti e studi per produrre vini sempre migliori. Mi sono trovato a far loro i complimenti per il notevole lavoro svolto: hanno dato vita a prodotti di grande valore che ho avuto il piacere di commentare e valutare. Ma la cosa più bella è stata il loro entusiasmo che cresce ogni anno di più”. E Maroni invita a studiare con attenzione ogni etichetta: la consistenza è il volume espressivo del vino, determinato dalla sua ricchezza, e riguarda la persistenza e la longevità potenziale del vino. L’equilibrio è l’armonia fra i componenti, tale che il gusto del vino risulti morbido all’assaggio e armonico il rapporto tra acido e amaro. L’integrità è l’assenza nel gusto-aroma del vino di difetti di trasformazione enologica (sulfureo, acetoso, lattoso, svanito, legnoso) e di ossidazione. La qualità, la purezza, la fragranza dei componenti del vino esprimono, quindi, la caratura tecnica e la longevità potenziale del vino. Tanto più consistente, equilibrato e integro è il gusto del vino in esame, tanto più piacevole il suo gusto-aroma e tanto più alta la sua qualità organolettica. Olfatto, vista, udito, tatto e gusto diventano così cinque immediate chiavi di lettura diverse: affidandosi ai sensi si arriva alla scoperta del buon vino.