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Day by Day: Roma celebra Marcello Mastroianni e i 125 anni dell’Hassler

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Roma celebra Marcello Mastroianni. “Una vita tra parentesi”: così l’attore amava definire la sua esistenza. Le parentesi erano quelle tra un set e un palcoscenico, lungo una carriera fatta di un’infinità di film, di spettacoli, di personaggi. I fili intrecciati di quella vita e di quel cammino artistico sono ora ripercorsi dalla mostra Marcello Mastroianni, inaugurata in occasione della Festa del Cinema, al Museo dell’Ara Pacis a Roma, dove rimarrà fino al 17 febbraio. La mostra, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, coprodotta e curata dalla Cineteca di Bologna, e realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le attività culturali in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà, con il sostegno degli sponsor Acea, Roberto Coin, Igea Banca, Sorgente Group e dello sponsor tecnico Italiana Assicurazioni. L’esposizione ripercorre la carriera straordinaria di Mastroianni. Dagli esordi con Riccardo Freda nel 1948 alla collaborazione con Federico Fellini, di cui diventò un vero e proprio alter ego. Più di cento film tra gli anni Quaranta e la fine dei Novanta, e molti riconoscimenti internazionali: tre candidature all’Oscar come Miglior Attore, due Golden Globe, otto David di Donatello, due premi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes e due Coppa Volpi al Festival di Venezia. Un attore entrato prepotentemente nell’immaginario collettivo, identificato dal semplice profilo (pensiamo all’icona creata da Fellini in 8 e ½), ma su cui in realtà c’è ancora molto da scoprire. E per andare a fondo nella scoperta, come osserva il curatore Gian Luca Farinelli, dobbiamo tallonare la sua filmografia in quanto specchio della sua stessa vita. Ed è proprio questo il percorso che seguirà la mostra Marcello Mastroianni, a partire da un tratto distintivo della sua personalità: quell’umiltà che gli faceva amare gli altri attori, figure di un pantheon che raccoglieva Gary Cooper, Clark Gable, Tyrone Power, Errol Flynn, John Wayne, Greta Garbo, Jean Gabin, Louis Jouvet, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Amedeo Nazzari, Totò, Assia Noris, e nel quale trionfava, non a caso, Fred Astaire, un attore capace, come sarà poi Marcello, di recitare con tutto il corpo.

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Prendendo spunto da un ospite speciale, il trofeo di cristallo della Coppa del Mondo di Sci alpino che sta facendo il giro d’Italia abbinato alla presentazione della 3-Tre, prova mondiale di slalom che si terrà il 22 dicembre nella “Perla delle Dolomiti”, Madonna di Campiglio ha presentato presso la sede dell’Enit/Agenzia Nazionale per il Turismo il nuovo inverno 2018/19. Gli eventi, le novità nella Skiarea da 150 km di piste, la volontà di passare dal marketing turistico a quello territoriale, gli argomenti sotto la lente di ingrandimento. 3-Tre è il nome della competizione: non solo un evento mondiale per gli appassionati di sci ma anche una grande festa e una felice combinazione: si disputerà di sabato ed un weekend di neve è la cosa migliore che ci si possa regalare per il Natale. “Lo slalom di Coppa del Mondo di Madonna di Campiglio è un evento che identifica subito il territorio al quale appartiene”, ha detto Bastianelli, “ed è quindi un esempio di come eventi e territori si possano presentare insieme e rafforzarsi gli uni con gli altri molto di più di quanto avvenga oggi in Italia”. Francesca Maffei, albergatrice campigliana e componente del comitato esecutivo dell’Azienda per il Turismo, ha centrato l’attenzione sull’ospitalità alberghiera caratterizzata da alcune recenti ristrutturazioni importanti che hanno rafforzato, a Campiglio, la presenza della più alta concentrazione di hotel 4 stelle e 4 stelle superior del Trentino. I 5 stelle hanno invece raggiunto il numero di 4. Maffei ha anche ricordato che i turisti provenienti dalla città e dalla provincia di Roma sono, per Campiglio, tra i più numerosi del mercato nazionale. E il direttore generale delle Funivie di Madonna di Campiglio, Francesco Bosco, ha annunciato la novità più importante dell’inverno 2018/19 nella Skiarea Campiglio, la pista nera “Amazzonia”, tra le più note della destinazione, completamente rinnovata e ampliata. “Le Funivie di Campiglio sono la più grande azienda funiviaria d’Italia e dal 1947, quando sono nate, chiudono ogni anno sempre in attivo, distribuendo anche utili agli azionisti. Stiamo aspettando il freddo per cominciare a produrre neve programmata che, con l’aggiunta di una nevicata, speriamo ci permetta di aprire impianti e piste a novembre, come negli ultimi anni”. La chiusura è fissata il 28 aprile del prossimo anno. Una lunga stagione, un lungo inverno che si preannuncia con i migliori auspici. Infine, Michela Valentini, da poche settimane direttore operativo dell’Area Comunicazione e Commerciale dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, ha sottolineato come “Campiglio punti ad eventi in grado di diventare un’attrattiva turistica e a impostare, insieme alle aziende, operazioni di co-marketing passando dal marketing turistico a quello territoriale”.

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Se la moda made in Italy ha conquistato una leadership mondiale, realizzando nel 2017 ricavi per oltre 94 miliardi di euro, di cui 61,8 destinati al mercato straniero con una crescita dell’export del 5,2 per cento, il merito è in gran parte degli stilisti. I quali spesso, in modo sistematico o intuitivo, hanno saputo ispirarsi a un immenso patrimonio artistico trasformandolo dall’interno e restituendo, a loro volta, nuove produzioni d’arte. Con il libro edito da Logart Press e intitolato “Arte in Moda”. Giochi d’ispirazione, Stefania Macioce, docente di Storia dell’arte moderna alla Sapienza di Roma, sviscera il paradigma tradizionale dell’arte che influenza la moda, raccontando che cosa accade quando è la moda a diventare arte e l’arte a interessarsi alla moda e alle sue produzioni. Una separazione, quella tra arte e moda, sempre più labile se entrambe, oltre ad essere terreno di creatività sono, come suggerisce Macioce, sinonimo di lusso. L’analisi è insieme storica, sociologica e antropologica ed è supportata da un ricchissimo apparato iconografico di ben 120 fotografie a colori e 80 in bianco e nero. Nel volume, rigoroso nell’analisi ma di piacevole lettura anche per un pubblico non esperto, non mancano profili a tuttotondo degli stilisti che con più talento hanno interpretato l’arte nella e della moda: da Ken Scott, un artista divenuto stilista, a Coco Chanel, da Balenciaga a Gianni Versace e Roberto Capucci, i cui abiti-scultura sono esposti nei musei più prestigiosi del mondo. E a proposito di musei, è di grande interesse anche la ricostruzione del rapporto moda-arte attraverso i luoghi, come la celebre sfilata di Ferragamo al Louvre nel giugno 2012 e la creazione, nell’ultimo decennio, di numerose fondazioni di moda per l’arte contemporanea, a loro volta occasione di eventi collaterali, quali premiazioni e nascita di spazi alternativi. Macioce dedica inoltre una ricognizione molto accurata agli apparati pubblicitari di cui l’universo della moda si avvale, dalle vetrine alle immagini promozionali, al vastissimo campo delle riviste.

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Un albergo, un’icona; una città, un simbolo: è l’Hassler Roma, che si prepara a festeggiare i 125 anni della sua storia gloriosa con un evento in programma mercoledì 28 novembre, proprio in cima alla celebre scalinata di Trinità dei Monti. Fondato nel 1893 da Alberto Hassler, l’albergo appartiene dagli anni venti alla famiglia Wirth ed è divenuto negli anni punto di riferimento d’eccellenza per il turismo d’elite a livello internazionale, grazie anche alla guida di Roberto E. Wirth, proprietario e general manager, che con l’occasione, celebra i suoi 40 anni di attività dedicati all’Hassler Roma. “L’Hassler è la donna della mia vita, una donna da accudire, trattare con i guanti di velluto e amare con tutto il cuore” – ama ripetere Roberto E. Wirth, che con il suo impegno, la sua passione per l’ospitalità e la sua dedizione, ha permesso all’albergo di essere considerato come uno dei migliori in Italia, in Europa e nel mondo. La serata sarà un omaggio alla città di Roma e alle origini svizzere dell’Hassler, con un richiamo al prestigioso passato e una presentazione delle novità, sempre nel segno dell’eleganza e dello stile che contraddistinguono l’albergo. Recentemente ristrutturato, l’Hassler Roma è riuscito a mantenere il suo stile in perfetto equilibrio tra passato, presente e futuro: iconico, leggendario, incomparabile, sulla sommità della scalinata di piazza di Spagna, uno dei luoghi più suggestivi della capitale e accanto alla chiesa di Trinità dei Monti, rappresenta una delle più importanti realtà alberghiere nel mondo. Naturale punto d’incontro dell’élite politica, economica e culturale italiana e straniera, l’Hassler Roma ha avuto il privilegio di accogliere centinaia di personalità internazionali di spicco: la famiglia Kennedy, il Principe Ranieri di Monaco e Grace Kelly, Gabriel Garcia Marquez, Pablo Picasso, Steve Jobs, Tom Cruise, Nicole Kidman, Madonna, Bill Gates, Melanie Griffith, Antonio Banderas, Hugh Grant e George Clooney, sono solo alcuni dei nomi che compaiono sul Libro d’Oro dell’Hotel. Con le sue 91 camere e suite, tutte arredate e decorate con stili diversi, l’Hassler Roma si propone oggi con un ambiente classico ed elegante dove spiccano anche elementi contemporanei, per un perfetto equilibrio tra passato e presente. Dalle sue camere e terrazze l’Hassler Roma offre panorami unici sulle cupole, i cortili e i tetti dell’intera città. Al sesto piano troneggia il ristorante panoramico stellato Imàgo condotto abilmente dal pluripremiato chef Francesco Apreda, capace di incantare i palati proponendo la sua egregia interpretazione dell’eccellenza gastronomica italiana rivisitata con il suo inconfondibile stile fatto di memoria, ricerca, gusto e immaginazione.

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